A UN PASSO DALLA SENTENZA. Ecco le ragioni per cui l’avvocato Raffaele Crisileo ha chiesto l’assoluzione per il colonnello Angelo Piscitelli, dopo che la dda ha invocato 8 anni di reclusione

22 Maggio 2020 - 10:27

SANTA MARIA A VICO – Dopo due ore di arringa pronunciata dinanzi alla prima sezione penale del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere presieduta dal giudice Roberto Donatiello, a latere i giudici Pasquale D’Angelo e Marzia Pellegrino, ieri l’avvocato Raffaele Crisileo ha chiesto l’assoluzione con formula piena per il colonnello dell’Esercito Angelo Piscitelli di Santa Maria a Vico.

Nella sua discussione, l’avvocato Crisileo ha propugnato la tesi della piena innocenza del suo assistito soffermandosi su quelle che ha definito le “defaillances delle ragioni“, esposte durante la requisitoria dalla pubblica accusa, rappresentata in aula dal sostituto procuratore presso la dda di Napoli, Luigi Landolfi, che per il colonnello Angelo Piscitelli ha chiesto la condanna ad 8 anni di reclusione.

L’Ufficiale originario di Santa Maria a Vico è accusato di corruzione e di turbativa d’asta, a cui è stata associata l’aggravante di aver favorito con il suo comportamento, il clan Belforte durante le fasi di aggiudicazione della gara da 3 milioni e mezzo di euro per l’esercizio del servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani nel perimetro del comune di Santa Maria a Vico. La relazione con il clan Belforte si sarebbe creata perchè il comportamento di Piscitelli e degli altri imputati avrebbe favorito l’imprenditore marcianisano Angelo Grillo, già reduce, ad epilogo degli altri processi, di pene pesantissime, tra cui una all’ergastolo, per concorso nell’omicidio del maddalonese Angelo Cortese.

Ad accusare il colonnello Piscitelli la testimone Alessandra Ferrante, per un lungo periodo legata alle aziende di Angelo Grillo, che aveva puntato l’indice non solo nei confronti del colonnello Piscitelli, ma anche gli altri imputati, tra cui l’ex assessore Ernesto Savinelli, Pio Affinita (difesi dall’avv. Raffaele Carfora) e i due dipendenti di Grillo, cioè Caduco e Valente.

Secondo la tesi dell’accusa, confutata ieri dall’avvocato Crisileo, Piscitelli avrebbe svolto il ruolo di intermediario allo scopo di corrompere, in nome e per conto di Angelo Grillo, la commissione aggiudicatrice. Il suo tornaconto sarebbe stato costituito dall’assunzione di una propria nipote all’interno delle aziende di Grillo.

Dopo sette anni e mezzo, tra indagini e processo, sta per essere scritto il primo capitolo autenticamente definitorio di questa vicenda. Piscitelli è un ufficiale di carriera, un alto dirigente militare del Corpo di Commissariato e di Amministrazione dell’Esercito. “Dopo una affannosa odissea, Piscitelli vuole riconosciute le proprie ragioni di giustizia e la propria innocenza – ha dichiarato l’avvocato Crisileo – Sono particolarmente fiducioso per l’attenzione che mi ha prestato il Tribunale durante la mia discussione, frutto di un lavoro lungo e meticoloso che alla fine fara’ emergere la verita’ almeno quella processuale sperando di conseguire l’assoluzione per il col. Piscitelli cui sono legato da un vincolo di vera amicizia e da sincero affetto e con l’augurio che finisca la sua odissea”.