Accusata di truffa all’Asl per finte terapie a un ragazzo di MADDALONI. Logopedista e fisioterapista assolta

22 Marzo 2025 - 18:48

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Perché il fatto non sussiste

MADDALONI – Questa la sentenza emessa dal Giudice Monocratico presso Tribunale di Benevento nei confronti di P.S., logopedista e fisioterapista che, fino all’anno 2019, ha prestato servizio presso il Centro Medico di Diagnostica e Riabilitazione con sede in S. Agata dè Goti.

Alla professionista erano contestati i reati di falsità materiale commessa dal privato e di truffa aggravata in danno dell’ASL di Benevento.

Secondo l’accusa, la donna avrebbe falsificato numerosi “tesserini-resoconto mensile trattamenti ambulatoriali”, nella parte in cui doveva essere apposta la sua firma per attestare che le terapie venivano effettivamente somministrate ad un giovane bisognevole di cure riabilitative, residente in Maddaloni.

Con tali falsificazioni, non solo le cure, che dovevano essere ambulatoriali, venivano, invece, fatte apparire come somministrate a domicilio, ma, così facendo, la logopedista introitava stipendi per un’attività che ella, invece, non aveva prestato.

I fatti in contestazione si sarebbero protratti, sempre secondo l’ipotesi accusatoria, per diversi mesi, fino a che la genitrice del ragazzo cui dovevano essere somministrate le terapie prescritte, non si decise a denunciare tutto presso la Stazione Carabinieri di S. Agata dè Goti.

La S. veniva, in un primo momento, licenziata e, poi, ha dovuto affrontare un lungo e complesso procedimento penale, conclusosi con la sua piena assoluzione.

Nel corso del dibattimento è stato dimostrato che i terapisti del centro, al fine di agevolare i ragazzi bisognosi di cure, facevano risultare che le terapie venivano somministrate, anche se ciò non era vero. Successivamente, gli stessi terapisti, d’accordo con i genitori dei pazienti, recuperavano le terapie arretrate, così ripianando anche sotto l’aspetto formale le deficienze che si erano venute a creare.

Dopo avere esaminato tutti i testimoni indicati dalla pubblica accusa, tra cui i militari che avevano espletato le indagini, la donna, difesa dall’avv. Mario Corsiero, è stata assolta dai reati a lei contestati con la più ampia formula assolutoria della insussistenza delle ipotesi accusatorie, avendo dimostrato che , anche se in un momento successivo, le terapie venivano recuperate, così giustificando anche le retribuzioni percepite.

Dopo un lungo periodo, pertanto, la professionista potrà recuperare quella serenità che, per diversi, anni, le è mancata per la pendenza del procedimento penale e per le gravi ed infamanti accuse che le venivano rivolte.