Ah, Dimitri Russo, ora i neomelodici sono “una merda”. E quando candidasti nella tua lista Gianluca Capozzi alle comunali 2014, cagavano fiorellini?

14 Settembre 2019 - 18:38

CASTEL VOLTURNO(g.g.) Non sappiamo se “nel mezzo (o quasi) del cammin di …sua vita” Dimitri Russo ha trovato l’attitudine, la direzione di marcia rispondendo affermativamente al refrain di una canzone del rapper Fabri Fibra, invita se stesso, depersonalizzato dall’interprete del pezzo, a cambiar vita: “Ma trovati un lavoro, trovati un lavoro…”, citiamo testualmente.

Può darsi che Dimitri Russo possa trovare tra i capitalisti della televisione dei Berlusconi una occupazione che assecondi il suo talento, svolgendo la funzione di attore al servizio delle trame, spesso addomesticate, di Grandi Fratelli, Poste per te, Uomini e donne e Pomeriggi 5.

Sappiamo bene che soprattutto Barbarella D’Urso, storica amica del cuore della casertana Angelica Pizzuti, già moglie dell’imprenditore decaduto Enzo Cuccaro, è particolarmente brava nel costruire divertenti ed avvincenti sceneggiature che devono avere, però, necessariamente, il loro sfogo in una lite, in una polemica, visto che i decibel accoppiati da un argomento di facile presa, producono share.

La nostra impressione sul talento artistico di Dimitri Russo, allevato dalla D’Urso, è avvalorata dalle strane cose che, l’altro giorno, l’ex sindaco di Castel Volturno ha dichiarato nel corso di una delle prime puntate di Pomeriggio 5.

I neomelodici fanno musica di merda. Niente a che vedere con a grande tradizione napoletana.

Insomma, Dimitri Russo si è uniformato, diremmo meglio, conformato ai concetti, il più delle volte espressi in maniera superficiale e con scarsissime argomentazioni interessanti, da personaggi che dicono di appartenere alla sinistra e, in base a questa appartenenza, schifano le quartine grosseuse dei neomelodici.

Che quella di Dimitri Russo sia stata una fiction è dimostrato dal fatto che il medesimo si è ben guardato dal far cenno ad una scelta importante che operò in sede di campagna elettorale delle comunali 2014, allorquando (fu anche ospite insieme a lui nella nostra redazione) candidò in una delle sue liste civiche, Gianluca Capozzi, cioè uno dei neomelodici più conosciuti e maggiormente gettonati.

Non solo lo candidò, ma il Capozzi fece anche un concerto nel corso della stessa campagna elettorale, non ricordiamo bene se a Pineta Mare o nella sempre effervescente Castel Volturno.

Il Capozzi pur non essendo un castellano, ragranellò una 70ina di voti che consegnò al mulino elettorale di Dimitri Russo che, dopo il ballottaggio, diventò sindaco di Castel Volturno.

E allora dobbiamo ritornare ad una citazione che facciamo spesso e che ci riporta all’imperatore romano Vespasiano, il quale al figlio Tito che poi sarebbe diventato il suo erede sul trono dell’urbe, disse rispondendo ad una domanda che conteneva in sè un appunto di perplessità sulla bontà della scelta di costellare la città di pubbliche latrine, che non a caso si chiamavano e si chiamano ancora oggi vespasiani.

Caro Tito, “pecunia non olet“. Siccome quelli che utilizzavano i vespasiani dovevano versare un obolo allo stato, l’imperatore diceva al figlio che arricciava il naso davanti a certi odori, “pecunia non olet“, cioè i soldi non puzzano.

E allora, il simpatico Dimitri Russo la cui coerenza va di pari passo con la leggerezza del suo pensiero e della sua preparazione culturale che abbiamo potuto “ammirare” nei 5 anni della sua amministrazione, era un fan dei neomelodici, quando questi portavano i voti e i concerti gratis, mentre oggi sono merda.

Ma quella merda, 5 anni fa, “non olet“, non puzzava, perchè era al servizio dell’ambizione di Dimitri Russo.

Prima di scrivere questo articolo, ci abbiamo pensato un pò. Quando la polemica è partita ed è stata popolata da personaggi simpaticamente estroversi come Tony Esposito, lo sposo della vedova del boss degli Scissionisti, avevamo deciso di lasciar stare. Poi abbiamo constatato che Russo ha rilanciato su questa sua tesi e nessuno in quel posto miserabile, che è Castel Volturno, gli ha ricordato quella circostanza che certo 5 anni fa non passò inosservata.

Pecunia non olet, i voti neppure. Puzza, invece, l’assoluta inconsistenza di persone che si sono addirittura proposte come classe dirigente.