App, virtual shopper e VR cambiano il modo di fare acquisti

10 Agosto 2021 - 18:30

Negli anni precedenti la pandemia, gli italiani erano meno avvezzi agli acquisti in linea rispetto a molti altri paesi UE, in particolare quelli del Nord Europa. Il 2020 ha però portato una vera e propria rivoluzione in questo senso, obbligando anche i più restii a rassegnarsi allo shopping online.

Se la digitalizzazione delle vendite era già in atto da tempo, la pandemia ha spinto sull’acceleratore: le aziende, per non perdere troppo in termini di profitto, hanno dovuto adattarsi alla situazione inedita. Scopriamo allora a che punto siamo con lo shopping digitale e che cosa potrebbe aspettarci nel futuro.

 

App per tutti i gusti

 

Se da un giorno all’altro ci ritrovassimo senza app, molti di noi sarebbero persi: ci affidiamo ormai alle applicazioni mobili per attività di tutti i tipi. Lo shopping, naturalmente, non fa eccezione. Dalle app per dare la caccia a sconti e voucher a quelle di una catena specifica che offrono

vantaggi a chi le scarica. Il volantino Lidl
rende bene l’idea di questa innovazione mostrandoci il suo “Cancella&Vinci”, ma ormai non c’è grande azienda che non abbia la sua app e che non invogli i clienti a installarla, tentandoli con offerte vantaggiose e anteprime esclusive.

 

Virtual shopper

 

Per chi pensa che sfogliare un catalogo online non possa paragonarsi all’esperienza del vero shopping, la figura del virtual shopper offre una via di mezzo che combina distanziamento sociale e contatto umano. La varietà dei servizi offerti è enorme, dagli ordini via WhatsApp a vere e proprie consulenze di acquisto in videochiamata. Anche nel post-pandemia, quando la paura del contagio si sarà attenuata, questo modello continuerà a offrire maggiore accessibilità a chi, per motivi di salute o logistici, non abbia la possibilità di raggiungere fisicamente il negozio.

 

L’importanza dell’omnicanale

 

Nel panorama commerciale post-pandemia, essere presenti su più canali sarà quasi una necessità per aziende di tutti i tipi. Anche quando torneremo a fare acquisti di persona, infatti, difficilmente rinunceremo di nuovo alla convenienza dello shopping online. Avere un e-commerce, inoltre, non implica solamente maggiori possibilità di raggiungere i consumatori. È infatti un’opportunità unica per offrire un servizio a tutto tondo, creando un rapporto di fiducia con i clienti. Meglio ancora se si sfruttano anche i social, che possono espandere ulteriormente la portata del brand. Con la possibilità di fare acquisti cliccando direttamente su un post Instagram o TikTok, l’importanza dell’omnicanale diventerà ancora più centrale.

 

VR e AR: il futuro è qui

 

Idee che pochi anni fa sarebbero sembrate fantascientifiche, come recarsi virtualmente al centro commerciale per fare compere, sono oggi quasi a portata di mano. I progressi della tecnologia fanno pensare che, in un futuro prossimo, questa prospettiva diventerà realtà. Alcuni brand, come Ikea, sfruttano già la realtà aumentata per invogliare possibili clienti a scegliere i loro prodotti. Attraverso un’app, infatti, il colosso dell’arredamento permette di visualizzare mobili e accessori all’interno della propria casa, semplicemente inquadrando gli ambienti con la fotocamera.

 

Non è tutto oro: diventare consumatori consapevoli

 

La convenienza e i vantaggi dello shopping digitale sono tali da farci spesso dimenticare un po’ di sano senso critico. In primo luogo, soprattutto per chi sia meno abituato a muoversi online, è indispensabile imparare a distinguere un negozio online affidabile da uno su cui rischiamo fregature. Controllare le recensioni e utilizzare solo piattaforme conosciute è un buon punto di partenza.

Bisogna poi tenere a mente che app e servizi per lo shopping online spesso utilizzano i dati personali dei clienti per spingerli a comprare ancora, o per mostrare prezzi diversi a persone diverse in base alle loro attività online. Fino alla fine dei cookie di terze parti, quindi, non guasta pensare due volte prima di cliccare su un annuncio online. Chiunque abbia visualizzato una pubblicità fin troppo personalizzata lo sa: il passo dalla convenienza agli acquisti d’impulso è breve.