AVERSA, CAMORRA e SERVIZI SOCIALI. Perchè, secondo noi, la nomina di una commissione d’accesso dopo l’affidamento diretto, nello scorso febbraio, alla coop del casalese Ginotto Lagravanese, sarebbe plausibile e coerente con ciò che è successo ieri a Sparanise. I ruoli della dirigente Accardo e di Michela Cecere

18 Marzo 2022 - 12:07

Per la quarta volta torniamo su un argomento ormai divenuto noto ai nostri lettori. Lo facciamo non certo perchè, come si suol dire, “ce l’andiamo a cercare”. Ma l’analisi approfondita letterale, addirittura filologica dei pochi atti giudiziari, finora emersi, ci obbliga a farlo perchè contengono la descrizione di eventi che rendono ancora più fosco di quanto non l’avevamo già considerato, il passaggio amministrativo dello scorso febbraio, grazie al quale, per un mese e mezzo di attività, il comune normanno garantisce quasi 37mila euro alla Quadrifoglio scarl

 

 

CASERTA/AVERSA – (Gianluigi Guarino) Michela Cecere non compare, almeno per quello che si è saputo dalla lettura degli atti giudiziari emersi fino ad oggi, nel registro degli indagati della Dda detro all’inchiesta sui presunti rapporti politico-burocratico-malavitosi tra un cartello di consorzi, di cooperative sociali, formato dai vari Pasquale Capriglione, Luigi ginotto Lagravanese, Maurizio Zippo, Orlando Diana, Gennaro Bortone e gli enti pubblici territoriali, a partire dai comuni e dai cnsorzi intercomunali di Ambito, fino ad arrivare all’Asl di Caserta, quest’ultima sempre in prima linea, quando ci sono inquacchi di mezzo.

Però, a nostro avviso, il fatto che Michela Cecere sia citata nelle pagine, che i magistrati dell’Antimafia utilizzano per chiedere le perquisizioni, poi ottenute e realizzate tra il 9 e il 10 dicembre scorsi, ci consente, anzi ci obbliga, a rimettere in campo una questione già affrontata nelle scorse settimane, ma che torna prepotentemente d’attualità, proprio in conseguenza della decisione, ufficializzata ieri, del neo prefetto di Caserta Giuseppe

Castaldo, di nominare una commissione d’accesso al comune di Sparanise per verificare se esistano inquinamenti ad opera della criminalità organizzata o anche non organizzata, nei processi amministrativi del comune caleno, perchè se così fosse, il ministero degli interni dovrà, assorbita la relazione che la commissione d’accesso presenterà al prefetto di Caserta, a conclusione del suo lavoro, proporre al consiglio dei ministri lo scioglimento dell’amministrazione e del consiglio comunale del centro caleno sancito poi, eventualmente, dalla firma di Sergio Mattarella in calce a un decreto del presidente della repubblica, con immediata nomina di una triade commissariale, che potrebbe tenere sospesa la vita democratica fino a 24 mesi, qualora ne ravvisasse la necessità.

Siccome, il nuovo prefetto ha sorpreso piacevolmente i pochi che, come noi, ritengono, in questa provincia, che, esistendo le leggi, le medesime andrebbero semplicemente, banalmente rispettate, osservate (altrimenti a che cavolo servono ‘ste leggi e a che cavolo serve uno stato di diritto), il caso dell’affidamento, ottenuto con procedura spicciativa, con il sistema di una scelta totalmente discrezionale effettuata dalla dirigente del comune di Aversa Gemma Accardo che, attingendola dal Mepa, ha garantito, per un mese e mezzo di gestione della struttura di erogazione di servizi sociali, operante nel perimetro dell’Ambito intercomunale che ha proprio nel comune di Aversa il proprio capofila, quasi 37mila euro alla cooperativa Quadrifoglio 2012 scarl. 

Ora, non è che ci volesse l’irruzione sulla scena della signora Michela Cecere per farci guardare in un certo modo la cooperativa Quadrifoglio. Già a dicembre, infatti, la sua attività, peraltro riconducibile direttamente, in questo caso senza che ci fossero prestanomi per di mezzo, a Luigi Ginotto Lagravanese, additato dai maggiori collaboratori di giustizia come uomo a disposizione e come imprenditore pronto ad ogni tipo di partenership con il clan dei casalesi, aveva impegnato il racconto dei decreti di perquisizione notificati ad ogni singolo indagato.

Quadrifoglio è, dunque, sin dal primo momento, uno dei perni di questa indagine. La dirigente Accardo avrà letto sicuramente i giornali e avrebbe potuto comportarsi ben diversamente (la nostra è una critica legittima ad una titolare di una carica pubblica e noi siamo sempre a disposizione per una eventuale sua replica) pur potendo indubbiamente farsi schermo dietro ai tempi elefantiaci e imbelli di uno stato che, di fronte a questa attività investigativa peraltro dallo stato stesso realizzata, tiene ancora Quadrifoglio in quell’elenco spesso inquietante delle imprese iscritte al mercato elettronico della pubblica amministrazione, il quale troppo spesso da noi andrebbe letto come mercato elettronico della camorra.

Ora, noi non diciamo che Quadrifoglio andasse epurata definitivamente dal Mepa, ma quantomeno sospesa in attesa che la Dda di Napoli completasse un’indagine già a buonissimo punto, scoprendo le sue carte dentro ad un procedimento giudiziario che, di qui a pochi mesi, potrebbe impegnare anche un organismo giudicante, un gip chiamato a decidere su un eventuale rinvio a giudizio di persone, prima indagate e poi rese imputate da una richiesta di processo, formulata dalla Dda, anche per vicende in cui è coinvolta la cooperativa Quadrifoglio.

E ora vi spieghiamo perchè, a nostro avviso, questa cosa di Aversa e della dirigente Accardo, c’entra con la nomina della commissione d’accesso al comune di Sparanise. C’entra, in quanto, quello arrivato dalla Prefettura, cioè dallo stato attraverso il governo che lo rappresenta, è un buon segnale dopo tanti anni di inerzia. Un segnale di vitalità, di risveglio che magari potrebbe indurre lo stesso ministero dell’interno a guardare bene dentro a questo maledetto Mepa, in modo da impedire a dirigenti, come Gemma Accardo, di avere le spalle copertissime nel momento in cui, comunque a proprio piacimento, scelgono un’impresa, nel caso di Aversa, manco a dirlo, proprio Quadrifoglio scarl di Luigi Ginotto Lagravanese, senza nemmeno valutare per un secondo che quella discrezionalità avrebbe ben potuto essere incanalata altrove, per motivi di mera opportunità, di mera cautela istituzionale.

Noi non sappiamo se oggi, come nel 2020, la signora Cecere sia ancora la legale rappresentante, cioè l’amministratrice unica di Quadrifoglio scarl. Se dovesse essere così e se la Cecere ricopriva questa carica nei mesi scorsi, cioè a febbraio, quando Gemma Accardo ha attribuito l’affidamento a Quadrifoglio, tale circostanza, alla luce di ciò che si legge nella richiesta di perquisizione formulata dalla Dda, consoliderebbe il nostro punto di vista esposto più volte sulla vicenda.

Perchè Michela Cecere è una che, con modi spicciativi, derivati evidentemente dal fatto di rappresentare Luigi Ginotto Lagravanese, chiedeva a Maurizio Zippo, altro super indagato in questa inchiesta, se avesse o meno  intenzione di partecipare ad una gara per il servizio di assistenza domiciliare agli anziani nel comune irpino di Atripalda.

Di fronte al diniego di Zippo, con modi ancora più spicciativi, quasi scocciata, comunicava al suo interlocutore che loro, cioè Quadrifoglio, cioè Luigi Ginotto Lagravanese, cioè colui che Nicola Schiavone e altri pentiti descrivono come descrivono, sarebbero andati avanti da soli.

Ora, se questa telefonata rappresenta, per la Dda, un elemento costitutivo dell’embrione di un capo d’accusa futuro, se Michela Cecere era ancora al timone di Quadrifoglio, non da indagata, non da rea, non da colpevole neppure in prospettiva, ma comunque da diretta espressione di Luigi Ginotto Lagravanese, non crediamo che questo non rappresenti un qualcosa di molto diverso rispetto a ciò che ha indotto il prefetto di Caserta a inviare una commissione d’accesso al comune di Sparanise. 

Questo volevamo dire e questo abbiamo detto.