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AVERSA. Ecco le prove che l’appalto dei parcheggi a pagamento è già attraversato dall’illegalità. La Publiparking è inadempiente su due impegni e presto…

30 Agosto 2021 - 18:27

Capitolato alla mano, avrebbe dovuto adempiere nello stesso giorno, cioè il 3 agosto, in cui il servizio è stato attivato e la società dei Natale ha cominciato a incassare quattrini dai parcometri. Tra poco più di 72 ore scadranno, senza che si intraveda traccia delle installazioni, altri 6 obblighi. Così l’azienda prima incasserà i soldi e poi comincerà a dar qualcosa ai cittadini. In questo modo le gare le sappiamo vincere anche noi

 

AVERSA – Ogni promessa è debito: l’altra sera avevamo assicurato ai nostri lettori un approfondimento sulla vicenda della inadempienza della Publiparking, la “solita” società che sta in tanti Comuni ed enti di questa provincia qualche mattatrice di questo particolare settore e di quello, ancora più lucroso, della riscossione dei tributi.

In un altro posto, non ci sarebbe alcun dubbio di fronte alla levata di scudi dell’opinione pubblica, dei cittadini-contribuenti: il Comune, a cui deve essere garantito un servizio e tutti gli impegni assunti in sede di aggiudicazione di gara, procederebbe ad una pesante contestazione formale con tanto di salatissimo addebito, arrivando pure, perché no, alla rescissione unilaterale di un contratto patentemente tradito.

L’elenco delle cose che Publiparking avrebbe dovuto fare entro 30 giorni dal momento in cui ha attivato il servizio di parcheggi a pagamento nella città di Aversa l’abbiamo precisamente riportato nell’articolo dell’altro giorno.

Oggi siamo in grado di informarvi che il punto di partenza dal quale scorrono questi 30 giorni è costituito dalla data del 3 agosto scorso, quella in cui Publiparking ha attivato, in pratica, un solo servizio, cioè la riscossione dei soldi attraverso le famigerate macchinette, molto leggiadramente definite parcometri.

Per cui, calendario alla mano, i fatidici 30 giorni scadranno alla mezzanotte di giovedì prossimo 2 settembre.

Mancano, insomma, poco più di 72 ore e non si vede neppure l’ombra delle 2 navette per il trasporto degli utenti dal parcheggio del mercato al centro cittadino, dei 200 sensori di parcheggio, dei 6 impianti con sbarre e casse automatiche, che immettono a delle aree di sosta, dei 6 defibrillatori, dei 6 impianti di telecamere per la videosorveglianza, delle 20 fioriere, dei 10 pannelli a messaggio variabile e dei 12 scooter elettrici.

A leggere bene il capitolato, la situazione è ancora più grave, visto e considerato che l’articolo 1 incamera in sé sia il servizio delle due navette che gli impianti di videosorveglianza.

Ciò significa che questi interventi sono parte integrante del capitolato e dunque sono richieste come prestazione dall’amministrazione concedente, cioè, nel caso di specie, dal Comune di Aversa.

Insomma, per le 6 telecamere e per le 2 navette non si pone nemmeno la questione del termine dei 30 giorni.

Dovrebbero, infatti, essere già a disposizione dei cittadini a partire dal primo secondo di attivazione dei parcheggi a pagamento targati Publiparking avvenuta, come già scritto prima, lo scorso 3 agosto.

Come ci è sempre capitato quando abbiamo scritto della famiglia Natale, Nino ed Elena, e di una società che nacque con le insegne di Teleservizi, creatura venuta fuori anche e soprattutto da un’idea dell’imprenditore di Casal di Principe Nicola Ferraro, divenuto consigliere regionale, poi arrestato e condannato per gravi reati di camorra, dei concetti che sembrano evidenti, lapalissiani nel carico di tossicità da essi declinati, finiscono per rarefarsi nell’indifferenza di chi dovrebbe svolgere una funzione di controllo amministrativo e, perché no, giudiziario.

Ma questo non ci sottrae da quelle che riteniamo delle responsabilità morali e materiali.

E d’altronde, se non ci hanno potuto nulla le querele, le minacce, le lucrose profferte, vuol dire che la nostra motivazione non ha nulla di casertano, diciamocela tutta, ma appartiene ad un mondo di idee, di emozioni, tangenti e intersecanti a quella che per noi è una normale evidenza, e cioè che le leggi, le norme, vadano rispettate senza se e senza ma.

Qui c’è un’impresa, cioè la Publiparking, che si aggiudica una gara anche perché s impegna ad offrire alcuni servizi in un tempo dato e improrogabile per requisito contrattuale di quella che si configura, come capita in tutte le strutture regolatorie del rapporto tra impresa privata e settore pubblico, come una lex specialis.

Avete letto bene. Violare un capitolato è come violare una legge. Se si sice di offrite quei servizi e non lo si fa, non si può non ragionare intorno ai confini del reato di frode in pubblica fornitura. Il problema è che su queste cose, nella disgraziatissima provincia di Caserta, ragioniamo solo noi.