Ad Script

AVERSA. Mercoledì Benedetto Zoccola si dimetterà dalla giunta. Romano chiede Cultura: entrano Innocenti, Sagliocco e Villano

19 Aprile 2021 - 16:55

Il sindaco Alfonso Golia abbatte anche l’ultimo granello di coerenza con gli obiettivi annunciati in campagna elettorale, silurando un assessore che ha svolto la parte della foglia di fico. Dalla giunta escono pure De Michele e Eleonora Giovine

 

 

AVERSA (G.G.) – Benedetto Zoccola si dimetterà dalla carica di vicesindaco e da quella di assessore nella giornata di mercoledì 21 aprile. A ognuno il suo Natale. A questa data il mito lega la fondazione di Roma Città Eterna, edificata sul sangue di un fratricidio. In questa stessa data la infinitamente più banale sistemazione del ribaltone, grazie al quale il sindaco Alfonso Golia riuscirà a rimanere ancora per qualche tempo sulla sua poltrona, alla quale ha sotteso ogni forma di dignità politica e ogni elemento di coerenza, stipulando patti con chiunque (ma veramente chiunque) gli portasse in dote il voticino della sopravvivenza.

Probabilmente dire che Benedetto Zoccola sta a Remo come Alfonso Golia sta a Romolo significa “perculare” soprattutto la memoria leggendaria del primo re di Roma. Però, a suo modo, il 21 aprile 2021 si celebrerà contemporaneamente il Natale, ma anche il funerale, di quel residuo di politica minimamente presentabile sopravvissuta agli anni vergognosi dei complotti contro l’allora sindaco Sagliocco, già malato e in fin di vita, di quelli stralunati di Enrico De Cristofaro e infine del peggio del peggio, perché una roba come quella accaduta in occasione del ribaltone di dicembre no si era mai vista, nella pur vasta e varia bibliografia dell’infamia di questo territorio.

Benedetto Zoccola era l’unico elemento ancora credibile in un meccanismo totalmente inquinato da un sindaco che pur di sopravvivere ad ogni costo, ha sacrificato tutti i buoni propositi esposti durante la sua campagna elettorale e concretizzatisi proprio con la nomina in giunta di Benedetto Zoccola, il quale ha fatto di tutto, specie nei primi tempi, per ridare un minimo di trasparenza a tutto il sistema-Comune, partendo dai tanti maneggi illegali compiuti dalla maggior parte dei componenti del personale municipale.

La defenestrazione di Benedetto Zoccola, perché al di là delle dignitose dimissioni, che darà di qui a 48 ore, di questo si tratta, rappresenta una sorta di quadratura del cerchio.

Il sindaco Golia sacrifica l’unica faccia veramente spendibile del suo governo, una persona che la camorra l’ha combattuta sul serio, rischiando di essere accoppato, protetto ancora oggi da una delle poche scorte realmente giustificate in questo luna park di furbastri, qual è ormai strutturalmente la provincia di Caserta.

Golia, dunque, dimostra di aver utilizzato opportunisticamente la leva concettuale del cambiamento, della legalità e della rottura con il passato. Eliminando Zoccola e sostituendolo con Marco Villano, emblema antitetico per mentalità, cultura, idea di una politica costantemente tesa alla mediazione e al ribasso, ha mostrato il suo vero volto.

E allora, con le dimissioni certe di Zoccola si può affermare che dovrebbe essere proprio questa la settimana di quel che abbiamo più volte definito il “rimpasto del ribaltone”. Consiglieri comunali, delegati dal popolo sovrano a rappresentare la minoranza, l’opposizione democratica, portano quei voti da un’altra parte ovviamente per ottenere vantaggi e prebende personali.

Un’affermazione fondata su solidi dati di fatto, su cui però siamo sempre disponibili al confronto, qualora i vari Giovanni Innocenti, Olga Diana, Francesco Sagliocco, Roberto Romano volessero misurarsi sul tema del trasformismo del ventunesimo secolo in salsa normanna.

Nel dettaglio, ma stavolta l’espressione metaforica “in soldoni” è appropriata, Marco Villano, protesi di Stefano Graziano, ha voluto fortissimamente entrare in giunta, ma non per pazziare, piuttosto per comandare più del sindaco Alfonso Golia. Ha chiesto infatti la carica di vicesindaco, la delega ai Lavori Pubblici e intende allegarci (dato che anche l’assessore de “Il Girasole” Giovine verrà fatta fuori) anche l’Urbanistica, perché ritiene che lui con il nuovo Puc di Aversa ci saprebbe fare.

E noi gli diamo pienamente ragione, avendo sempre riconosciuto a Villano una testa da professionista della politica, di vero discepolo dell’arte di Stefano Graziano, al di là dei paraventi piuttosto improbabili, di posizioni e incarichi professionali esistenti sostanzialmente solo sulla carta e comunque diretta espressione di cooptazioni “cotte e mangiate”.

Per quanto riguarda invece Roberto Romano, che ancora oggi si firma come portavoce del Movimento 5 Stelle che dunque sarebbe alleato, in nome forse dell’unità nazionale, con chi ha appoggiato alle ultime elezioni comunali il candidato della Lega Gianluca Diana e quello di Forza Italia Peppe Stabile, apprendiamo da un suo scritto il pensiero che lo attraversa.

Si tratta del sacro fuoco della Cultura, che secondo Romano rappresenterebbe la base costitutiva di ogni discorso di sviluppo della sua città. Cultura come chiave di volta e di svolta per, così scrive testualmente proprio in ossequio alla Letteratura, cioè a una delle Ancelle più importanti della categoria materiale e morale della Cultura, “imboccare la fine di un tunnel”, grazie all’auspicata (da Romano) individuazione “di figure professionali di alto spessore”.

Detto già dello spessore altissimo di Marco Villano, veniamo agli altri spessori.

La seconda casella del rimpasto dovrebbe essere occupata da uno tra Giovanni Innocenti (molto più probabile) e Clotilde Criscuolo, entrambi fedelissimi del consigliere regionale Giovanni Zannini. Innocenti si è trovato molto bene ai tempi della sindacatura di Enrico De Cristofaro, cioè di uno di Forza Italia, con la delega alla Pubblica Istruzione, con la quale ha manovrato alla grande sia il settore mensa scolastica, sia quello degli interventi di microedilizia.

Oltre alla Pubblica Istruzione, a Innocenti dovrebbe andare anche la delega al Cimitero, con la quale, rassicuriamo al riguardo Roberto Romano, chi vuole e chi lo desidera può aprire un culturalissimo seminario dell’inciarmo.

Con Innocenti in giunta Clotilde Criscuolo, la quale si è candidata nella lista di centrodestra di Forza Italia e che, al pari del primo è andata col centrosinistra e oggi appoggia il sindaco del Pd, farebbe il suo ingresso in consiglio comunale, da prima dei non eletti di una lista che ha appoggiato convintamente la candidatura a sindaco di Giuseppe Stabile.

Se – improbabile – invece sarà Innocenti a rimanere in consiglio e la Criscuolo a rientrare in giunta, ci andremo a complimentare immediatamente con l’evergreen Mariano D’Amore, da decenni sindaco in nuce e in pectore, in pratica il grande incompiuto della città di Aversa, che però stavolta porterebbe nella stanza dei bottoni della città la sua attuale compagna, per l’appunto Clotilde Criscuolo, la quale andrebbe a raggiungere la sua ex moglie, cioè l’attuale assessora al Bilancio Francesca Sagliocco.

L’ultimo ingresso sarà quello di Francesco Sagliocco, il quale festeggia anche una recente delibera che dà il la alla famiglia acquisita degli Spezzaferri per costruire una scuola che, secondo i piani di suo padre Luciano, dovrebbe ospitare un istituto superiore della città. Al post di Sagliocco, entrerà in consiglio Federica Turco, prima dei non eletti di una lista che non vogliamo nemmeno nominare per quanto è stata vilipesa la memoria di chi questo movimento politico fondò: Peppe Sagliocco.