AVERSA. Tutti i retroscena della caduta del sindaco De Cristofaro. Il tradimento politico di Palladino e il colpo a sorpresa di Mario Tozzi
14 Febbraio 2019 - 15:42
AVERSA – (g.g.) Il sindaco De Cristofaro possiede poche e ben definite attitudini. Tra queste non c’è quella dell’esperienza politica, quella capacità di valutare, attraverso le sotto-categorie del politicismo che spesso esaurisce purtroppo l’intera categoria della politica. Si è dimostrato, per dirlo alla napoletanamaniera, ‘nsist’, per tante cose, ma per fronteggiare l’operazione delle firme, cioè la mobilitazione, più o meno manifesta e, specularmente, più o meno sottotraccia, occorre, come possiamo scrivere, una cazzimma specifica, dedicata al particolare contesto.
De Cristofaro, Bisceglia eccetera hanno dimostrato di non averne. Ma non perchè la rifuggono come strumento di mantenimento e consolidamento del potere, semplicemente perchè hanno perso, al cospetto di politici più esperti, a partire da Gianpaolo
Il sindaco De Cristofaro si era convinto che la fronda dei 4 consiglieri, Palmieri, Galluccio, Innocenti e Palladino potesse, a questo punto, vista la determinazione del presidente del consiglio comunale Bisceglia di non adempiere all’impegno assunto ad inizio consiliatura di far spazio, al giro di boa della stessa, a Domenico Palmieri, essere affrontata solo attraverso l’utilizzo di un atto di furbizia.
Siccome il genere umano è quello che è, non è che adesso possiamo inchiodare alla croce Palladino, che col sindaco si era accordato, garantendo a se stesso un posto in giunta in modo da consentire anche l’ingresso in consiglio della Dello Iacovo, una super fedelissima del primo cittadino che avrebbe permesso di sopravvivere seppur con una maggioranza risicatissima di 13 a 12.
Non aveva compreso De Cristofaro che quelli dell’opposizione impegnati nella raccolta delle adesioni delle firme, avevano capito bene che Palladino rappresentava un ventre molle, un anello debole nella struttura rivendicativa dei 4 consiglieri dissidenti. Per cui, avevano lavorato a un confronto, favorito anche dalla comune origine politica dei partiti di centrodestra, con Mario Tozzi, sul quale, al di la delle posizioni sempre un pò circospette, il sindaco riteneva di poter contare non tanto come suo supporter convinto, ma sicuramente come soggetto non disponibile ad apporre la fatidica tredicesima firma.
Errore. Perchè ieri sera, dopo una schermaglia durante la quale Tozzi, non fidandosi completamente, chiedeva garanzie sul fatto che i tre, sopravvissuti al tradimento politico di Palladino, fossero veramente disponibili ad andare dal notaio; dopo che gli stessi 3 hanno mostrato, a loro volta, qualche diffidenza su Tozzi, si è arrivati all’intesa, perchè le due parti in causa hanno incassato le garanzie richieste sulla fedeltà all’impegno assunto. E allora, in 13 dal notaio (CLICCA QUI PER LEGGERE IL NOSTRO ARTICOLO DI IERI SERA) con delega scritta rispetto alla contestualità delle firme, certificata dal professionista aversano, al consigliere Paolo Santulli, il quale in forza di questa delega formale, le ha depositate stamattina al protocollo della segreteria generale, accompagnando l’atto con una Pec alla prefettura di Caserta, contenente la stessa documentazione.
Ora la prefettura dovrà sciogliere formalmente il consiglio. Se lo farà entro il 24 febbraio e onestamente non c’è motivo per ritenere il contrario, il commissario nominato amministrerà Aversa per un breve periodo che coinciderà, sostanzialmente con la campagna elettorale.
Non c’è ancora l’ufficialità di un decreto del governo, ma a quanto se ne sa, il voto per le elezioni amministrative comunali, per Aversa e per diversi altri comuni della provincia di Caserta tra i quali Capua e San Felice a Cancello, sarà celebrato domenica 26 maggio, contemporaneamente a quello per le elezioni europee. L’eventuale ballottaggio, prospettiva possibile ad Aversa, Capua e San Felice a Cancello, sarebbe fissato per domenica 9 giugno.