BARBIERE UCCISO. Chi sono il papà e il figlio che hanno ammazzato Luigi. Il rapporto teso tra castellani “indigeni” e i napoletani trasferiti

7 Novembre 2022 - 21:00

La tragica vicenda dei Moniello e di Luigi Izzo si va a incastonare nella storia di un amore mai sbocciato tra chi è nato e cresciuto a Castel Volturno e coloro che, invece, si sono trasferiti da Napoli dopo il terremoto del 1980

CASTEL VOLTURNO – Non sono castellani, abitano a Castel Volturno, ma sono emigrati da Napoli.

È quello che si sta dicendo in città sulle figure di Roberto Moniello e del padre Alessandro, meccanico incensurato che ha confessato l’omicidio del barbiere trentottenne Luigi Izzo.

Questo potrebbe sembrare un particolare di poco conto, ma non è così.

A Castel Volturno, dall’inizio degli anni Ottanta, ovvero dagli anni successivi al terremoto che colpì l’Irpinia e tutta la Campania, sono state migliaia le persone che dall’area di Napoli si sono trasferite verso la città litoranea.

Questa è una circostanza che ha pesato nei rapporti tra i castellani originari, ovvero quelle persone nate e cresciute al centro della città, e chi ha raggiunto Castel Volturno successivamente.

Infatti, la popolazione “indigena” ha sempre lamentato il fatto che sul territorio siano arrivate persone poco raccomandabili in buona parte, chiaramente non tutte.

Ed è anche così che si spiega il moto di rabbia e indignazione che ha colpito Castel Volturno nelle ore successive la morte del trentottenne.

I rapporti tra i castellani e coloro che si sono trasferiti dal napoletano in città non sono stati mai buoni, anche per un forte istinto di chiusura, di clausura di chi a Castel Volturno è nato ed è cresciuto.

Non sappiamo se la lite che ha provocato la morte di Luigi Izzo sia nata per dissapori proprio legati a un rapporto mai sbocciato tra castellani di origine e di adozione, ma riteniamo sia importante raccontare anche il contesto storico di un luogo, soprattutto a seguito di avvenimenti del genere.

Inevitabilmente una tragedia simile non può far altro che acuire le distanze tra i castellani d’adozione e gli originari, una situazione sicuramente non facilitata dall’arrivo nella città litoranea negli ultimi anni di migliaia di donne e uomini extracomunitari, che a Castel Volturno hanno trovato un luogo dove vivere, anzi, sopravvivere.

Della morte di Luigi Izzo si sa già molto.

Sarebbe stato il fratello della vittima a rompere gli occhiali e a fratturare il dito a Roberto Moniello, ventisettenne papà di due figlie, che poi avrebbe telefonato e raccontato al padre dell’aggressione avvenuta dinanzi bar-tabacchi Duepuntozero di via Domiziana. E la sorella avrebbe palesato il rischio che Roberto potesse essere sparato da qualcuno di non identificato.

Dopo la colluttazione, sarebbe arrivato anche Luigi Izzo, barbiere di fiducia del 27enne. Izzo, per calmare le acque, avrebbe rassicurato Moniello junior che il giorno dopo sarebbero andati insieme dall’ottico per riparare gli occhiali a sue spese.

Alessandro Moniello, 53 anni, si sarebbe messo in macchina e con il figlio avrebbe raggiunto la casa di Luigi Izzo, portandosi un coltello da cucina con sé. La scelta di casa del 38enne è stata dettata dal fatto che i due non sapevano dove si trovasse l’abitazione del fratello di Luigi, protagonista della lite.

Il reo confesso ha dichiarato di aver visto la vittima estrarre qualcosa dalla tasca e per difendere il figlio da un possibile attacco di Izzo, che invece era disarmato, l’avrebbe aggredito mortalmente con un coltello colpendolo sei volte.

Una morte terribile, un evento nefasto, nato da una banale incomprensione fuori un locale.

Al momento, sia Roberto, sia Alessandro Moniello si trovano in carcere con l’accusa di omicidio volontario.

In queste ore, il Prefetto di Caserta Giuseppe Castaldo ha ringraziato il Comandante Provinciale dei Carabinieri Manuel Scarso e gli uomini del Reparto Territoriale di Mondragone per la delicata attività investigativa che ha permesso, in poche ore, d’individuare il presunto autore del delitto, annunciando un incontro con i vertici provinciali delle Forze di Polizia ed il Sindaco di Castel Volturno per “esaminare il brutale episodio“.