BARISTA UCCISO. Condannato il nipote del mandante dell’omicidio di don Peppe Diana. La procura: “stessa pena in Appello”

4 Marzo 2025 - 12:49

CASAL DI PRINCIPE – La procura generale della corte di Appello di Napoli ha chiesto la conferma della pena a 22 anni di reclusione di Alessio De Falco, 24enne rampollo dell’omonima famiglia criminale.

De Falco, che ora sta affrontando il processo in secondo grado, sempre al tribunale di Napoli, in questo caso dinanzi alla quarta sezione di Assise della corte di Appello, nell’aprile 2024 è stato ritenuto responsabile di aver ammazzato Zlimen Imed, picchiato e colpito con la mazza la testa più volte anche quando ormai era inerme. Imed è poi deceduto dopo essere stato trasferito nella clinica di Tora e Piccilli.

Si tratta del nipote di Nunzio ‘o lupo De Falco, mandante dell’omicidio di don Peppe Diana e morto un anno fa, e di Vincenzo De Falco O’Fuggiasco, assassinato nel 1991.

Il giovane, difeso dagli avvocati Mirella Baldascino e Pasquale Diana, aveva rischiato la pena massima in primo grado, visto che la procura di Aversa Napoli Nord (competente per territorio) aveva chiesto per lui l’ergastolo, con la pena a 22 anni emessa dalla seconda Sezione della corte d’Assise del tribunale di Napoli.

Per l’accusa si è trattato di un omicidio, con De Falco, quindi, responsabile della morte del barista. Gli avvocati del 22enne, però, nelle scorse udienze avevano presentato una consulenza tecnica compiuta da tre periti, ovvero un medico legale, un anatomopatologo e un infettivologo che avvalorava la tesi della causa del decesso non legata alle percosse subite dal De Falco, bensì per altre motivazioni.