Bimbo di 6 anni cade in piscina e il suo cuore si ferma: salvato da un poliziotto casertano

30 Giugno 2024 - 11:24

Il giovane agente è intervenuto insieme ai suoi colleghi che proprio qualche giorno prima avevano frequentato un corso dell’Associazione Italiana Soccorritori e si erano certificati per il primo soccorso

CAPODRISE – E’ il neo sindaco di Capodrise, Nicola Cecere, a raccontare di una tragedia scongiurata n una piscina di Verona dove un bimbo di soli 6 anni ,Ayan, è stato colto da un malore improvviso. A salvarlo il tempestivo intervento di un giovane agente di polizia di Capodrise

Faccio i complimenti ad Antonio Stellato, agente della polizia di Stato di Capodrise, in forza alla Questura di Verona, e alla sua collega Domenica.  I due, fuori dal servizio, hanno salvato la vita ad Ayan, un bambino di 6 anni in arresto cardiaco, mentre era in piscina con la famiglia. Il loro intervento con le manovre di primo soccorso e con un defibrillatore è stato provvidenziale. Antonio, Capodrise è orgogliosa di te. Un abbraccio al piccolo Ayan, che è stato già dimesso dall’ospedale.”

Il piccolo è andato in arresto cardiaco dopo essere caduto in piscina. Aveva i polmoni pieni di acqua e non respirava più, ma il destino ha voluto che i due poliziotti fossero in piscina per trascorrere il giorno di riposo. L’agente Stellato insieme alla sua collega Domenica erano a bordo piscina quando la loro attenzione è stata richiamata dalle urla di alcuni bagnanti che sulla sponda opposta della vasca chiedevano disperatamente aiuto. Il bambino era privo

di conoscenza e con le labbra cianotiche.

Fortunatamente qualche settimana prima, i due colleghi avevano frequentato un corso dell’Associazione Italiana Soccorritori e si erano certificati per il primo soccorso. E questo ha salvato la vita ad Ayan: hanno subito riconosciuto i segni dell’arresto cardiaco e sono intervenuti col defibrillatore. 

Domenica ed Antonio hanno capito che non c’era da perdere neanche un minuto: si sono precipitati nel punto esatto in cui si trovavano e, dopo essersi qualificati come appartenenti alla Polizia di Stato, con sangue freddo hanno preso in mano la situazione praticando le prime manovre del massaggio cardiaco e poi intervenendo con un defibrillatore.

Alla dodicesima compressione il bimbo ha cominciato ad espellere acqua riprendendo lentamente a respirare