Ad Script

Blitz della Dia, I NOMI degli indagati. Sequestrati negozi di giocattoli a MARCIANISE, AVERSA e…

9 Maggio 2018 - 14:00

CASERTA – Intestazione fittizia di beni aggravata dalla finalità mafiosa (agevolare i clan Contini e Sarno-Palazzo) per eludere le normative antimafia e occultare il riciclaggio di capitali di provenienza illecita. E’ il principale reato contestato nell’ordinanza di custodia cautelare eseguita oggi dagli agenti della Dia di Napoli nell’ambito dell’inchiesta sulle attività dei fratelli Esposito, titolari di negozi per la vendita di giocattoli (New Toys) e di una serie di attività imprenditoriali, ritenuti legati alla camorra.

Una indagine che, sulla base di nuovi elementi, fa seguito agli arresti eseguiti nel giugno dello scorso anno, poi annullati del Riesame (provvedimento a suo volta annullato dalla Cassazione con un nuovo rinvio al Riesame). Sono complessivamente sei le misure cautelari emesse dal gip Linda D’Ancona a conclusione dell’inchiesta condotta dai pm della Dda Francesco De Falco, Enrica Parascandolo e Ida Teresi e coordinata dal procuratore Giovanni Melillo e dall’aggiunto Filippo Beatrice. Quattro le ordinanze in carcere: Gabriele Esposito, 32 anni, Giuseppe Esposito, 37, Francesco Esposito, 40, e Diego La Monica, 31 (quest’ultimo indicato come prestanome).

Arresti domiciliari sono stati disposti nei confronti di Teresa Esposito (moglie di Gabriele Esposito), 31, e Carmela Russo, 36 (moglie di Giuseppe Esposito). Il giudice ha anche ordinato il sequestro preventivo della Explorabetting e di beni riferibili a tale società, tra cui una agenzia di scommesse a piazza Mercato; la società Grandi Eventi con la palestra, poi trasformata in discoteca (Club Partenopeo – Discoteca Voga) a Coroglio; un bar-ristorante in piazza San Pasquale, nel quartiere Chiaia; i negozi di giocattoli a Napoli in via Diocleziano, via Arenaccia, via Taranto a Casavatore, a

Marcianise, a Carinaro ad Aversa. Dalla precedente inchiesta vennero alla luce rapporti degli Esposito con alcuni calciatori del Napoli (estranei all’indagine) che determinò la decisione degli inquirenti di trasmettere l’ordinanza alla procura della Figc.