BONUS 110%, ennesima truffa, stavolta ai danni di un giovane di S. CIPRIANO, su un cantiere dell’agro aversano. Coinvolto o coinvolta anche un politico o una politica zanniniano o zanniniana di TRENTOLA
2 Ottobre 2024 - 12:30
Sarebbero “scomparsi” gli infissi e sarebbero stati trovati addirittura dei rifiuti interrati. Una storia come tante altre messa nero su bianco in una querela di cui abbiamo copia integrale, presentata dal ragazzo che sta costruendo una casa per sposarsi. L’avvocato e l’avvocatessa, che a nessun titolo rappresenta la mini impresa, una SRLS, del marito o della moglie che, a dispetto di un capitale sociale infimo, fa lavori per centinaia e centinaia di migliaia di euro
TRENTOLA DUCENTA/SAN CIPRIANO D’AVERSA – (g.g.) C’è una ditta dell’agro aversano, ci sono i soldi (ingenti) del bonus 110% una follia solo italiana, ci sono i lavori, realizzati da questa ditta ma solamente per dire perchè, della maggior parte degli stessi, non si vede neppure l’ombra in quanto sono diventati, diciamo così, provvista illegale in una dinamica procedurale tipica e che solo in provincia di Caserta, come abbiamo scritto più volte, ha determinato ruberie, furti senza scasso di pubblico danaro per centinaia e centinaia di milioni di euro, cifra generica, ma, credeteci, stimata solamente per difetto.
Il presunto truffato è un giovane di San Cipriano di Aversa, la presunta truffatrice è, badate bene, una società a responsabilità limitata semplice, altro strumento di civiltà giuridica inserita nel nostro diritto civile e, specificatamente, nel nostro diritto societario, manipolato e costituente uno strumento utilizzato per costituire una miriade di nuove società con un capitale sociale di 200, 300, massimo mille euro, come si suol dire cotte e mangiate, una sorta di usa e getta e, volendo continuare con in modi di dire, “prendi e soldi e scappa”.
Questo giovanotto animato dalla nobile e coraggiosa intenzione di convolare a giuste nozze aveva stipulato, evidentemente dopo avere presentato la documentazione per ottenere il bonus 110% un contratto avente per oggetto “la Ristrutturazione del fabbricato con abbattimento e ricostruzione e interventi di efficientamento energetico sismico e involucro su tutto il fabbricato e parti comuni tipo condominiale ai sensi degli art. 119 e 121 del D.L. 34/2020 e s.m.i. relativi ai due sub da ricostruire’’.
Attenzione. Questa società seppur semplificata, seppur di carta velina aveva in dotazione un avvocato o un’avvocatessa (naturalmente noi conosciamo nomi e cognomi, ma per il momento non pubblichiamo) il quale o la quale si occupava di tutto pur non avendo alcuna carica e neppure alcun rapporto di consulenza, alcun mandato, dalla società di carta velina di cui è titolare la moglie o il marito.
Questi nostri contenuti sono stati messi nero su bianco in una querela, presentata dal giovane nonché presunto truffato il quale accusa la ditta del reato, tutt’altro che leggero, di appropriazione indebita. Ciò perché alcuni infissi esterni in ferro prima montati, poi smontati, dall’impresa e una caldaia a condensazione, sarebbero, spariti secondo ciò che la presunta vittima scrive nel suo atto di querela.
Non sappiamo se prima o dopo della querela, il legale o la legale rappresentante dell’impresa, marito o moglie, dell’avvocato o dell’avvocatessa di cui sopra, avrebbe comunicato, al giovane sanciprianese, di non voler proseguire nei lavori di realizzazione della casa. Ciò, sempre secondo la querela presentata, adducendo la motivazione della mancanza di fondi che si sarebbero, a suo dire, esauriti. Il che, francamente, è circostanza singolare perché i lavori finanziati dal bonus 110%, devono essere accompagnati da una contabilità sovrapponibile ai singoli interventi, alle singole porzioni dei lavori, attivabili con il finanziamento a quel punto spacchettato. Bisognerebbe conoscere il contenuto specifico e dettagliato addotto dall’impresa, magari cercando di capire se questa ha, come si suol dire, “messo in mezzo” problemi sopravvenuti e non prevedibili nel cantiere che avrebbero fatto lievitare i costi.
Fatto sta che l’impresa ha abbandonato realmente il cantiere, lasciandolo, sempre secondo il querelante che però ha presentato una ricca documentazione video-fotografica in condizioni a dir poco precarie da un punto di vista igienico-sanitarie accumulando, per giunta, rifiuti nell’area antistante alla casa e destinata, secondo progetto alla realizzazione di un cortile di pertinenza all’abitazione. Altro che cortile. La documentazione video fotografica del querelante mostra che quell’area, oggi, è poco più o poco meno di una discarica.
Ma non finisce qui, perché, sempre secondo l’esposto-querela del giovane di San Cipriano avrebbe scoperto, rifacendo il patio, che in quell’area sarebbero stati addirittura sotterrati dei rifiuti. Su questa vicenda non potrà non attivarsi un’indagine da parte della Procura della Repubblica attiva presso il tribunale di Aversa- Napoli Nord. Sullo sfondo c’è questa figura di un politico o di una politica di Trentola Ducenta marito o moglie di questo imprenditore o imprenditrice che si occupato/a di tutto
Nota a margine: si tratta di uno zanniniano o di una zanniniana di ferro. Ma questo non sorprende, è solo una conseguenza logica di tutto ciò che il giovane di San Cipriano ha scritto nella sua querela e che noi abbiamo raccontato in quest’articolo