BROGLI ELETTORALI a favore di Giovanni Zannini alle Regionali. Sul banco dei testimoni anche il consigliere di MONDRAGONE

25 Gennaio 2023 - 13:03

È stato indicato dai legali del collegio difensivo delle quattro donne coinvolte e imputate nel processo, componenti del seggio 22 della città rivierasca

MONDRAGONE – Ieri, martedì, ha preso il via il processo relativo a presunti brogli elettorali che avrebbe favorito il consigliere regionale Giovanni Zannini (non imputato nel procedimento) nella corsa all’assemblea campana del 2015.

Ieri la corte ha rigettato la richiesta di procedere con rito abbreviato condizionato, presentata da una delle 4 imputate, la 45enne Vincenza Marino, a processo insieme a Rachele Miraglia 49enne, oggi coordinatrice locale di Fratelli d’Italia, Michela Di Maio, 29enne, e Maddalena Marano 53enne.

L’udienza prossima ci sarà nel mese di marzo, quando sarà interrogata la persona offesa, la candidata della stessa lista di cui faceva parte Zannini (Centro Democratico), Filomena Letizia, ovvero colei che per la Procura di S.anta Maria Capua Vetere ha subito un danno dalla falsificazione delle schede.

Successivamente si procederà con l’escussione dei consulenti e dei testimoni indicati dalla difesa, tra cui c’è anche il consigliere regionale Giovanni Zannini.

TUTTA LA STORIA DEL SEGGIO 22

Rachele Miraglia, quale presidente del seggio elettorale n. 22, avrebbe contraffatto, si legge nel capo d’imputazione, alcune schede elettorali apponendovi di proprio pugno il voto di preferenza in favore del candidato Giovanni Zannini. Le stesse condotte, secondo la Pubblica Accusa, l’avrebbero avute tre scrutatrici dello stesso seggio: Michela Di Maio, Vincenza Marino e Maddalena Marano. Anch’esse avrebbero alterate, in concorso con la presidente Rachele Miraglia, delle schede elettorali in favore del eletto candidato al Consiglio Regionale della Campania, Giovanni Zannini.

L’indagine che ha dato l’avvio al processo è nata dalla denunCia presentata da un’altra candidata, Filomena Letizia originaria dell’hinterland di Marcianise e presentatasi alla competizione regionale nel 2015 nello stesso schieramento “Centro Democratico” in cui militava Zannini, lamentando che il seggio spettava a lei.

Il Tar Campania, a cui si rivolse la candidata Letizia, confermò l’elezione a consigliere regionale della Campania di Giovanni Zannini e rigettò il ricorso di Filomena Letizia. Durante i controlli delle schede, operato da parte degli inquirenti, emerse però il sospetto che alcune schede elettorali scrutinate potevano essere state alterate o contraffatte e di qui partì l’indagine penale.

Vennero anche eseguite due consulenze grafologiche da parte di un tecnico incaricato dalla Procura sammaritana che, nella seconda consulenza, attribui’ alle imputate la paternità della grafia recante il nome Zannini su alcune delle schede incriminate. Quindi, per la Procura le 13 schede contraffatte sarebbero state formate falsamente a favore dell’eletto Consigliere Regionale Giovanni Zannini, che superò la Letizia per una manciata di preferenze.