CAMORRA, anche Luigi CESARO INDAGATO. Le accuse nei suoi confronti. Il clan Puca socio di Antimo per IGEA e di Raffaele e Aniello per la galleria Il Molino

9 Giugno 2020 - 20:50

In calce all’articolo, il testo integrale del capo 2 dell’ordinanza di stamattina

 

NAPOLI(g.g.) Il capo due della maxi ordinanza di quasi 1.500 pagine, che stamattina ha inferto un ulteriore duro colpo ai clan camorristici di Sant’Antimo, rappresenta una sintesi storico-criminale, di quello che secondo la dda, è stato il rapporto tra il clan Puca, il principale operante a Sant’Antimo e questa famiglia di imprenditori e di politici che partendo dal settore immobiliare e delle costruzioni ha costruito un vero e proprio impero economico.

Da un lato Antimo Cesaro, fondatore e fulcro del marchio di famiglia più conosciuto, cioè il centro sanitario Igea, dall’altro Aniello e Raffaele a cui si deve la realizzazione della scintillante galleria commerciale Il Molino, una cosa veramente da grande città. Sia Antimo Cesaro che Raffaele e Aniello vengono considerati dalla dda soci di fatto di Pasquale Puca, detto il minorenne, fondatore dell’omonimo clan, e, da quando questi è in carcere, del figlio Lorenzo Puca e ultimamente di Francesco Di Lorenzo, il politico nonchè presunto camorrista, che ha preso in mano negli ultimi anni i fili dell’organizzazione impegnandosi lui stesso direttamente all’interno del comune nella carica di consigliere comunale.

Una società, quella messa in piedi tra i Cesaro e i Puca che ha riguardato sia il centro

Igea, sia il parco commerciale Il Molino.

La formulazione del capo 2 è pesante e perentoria: quella tra Pasquale Puca, poi rappresentata dal suo erede e Antimo Cesaro è una società di fatto che gestisce Igea e consente al clan di riciclare dentro alla struttura sanitaria il danaro sporco, cioè quello proveniente dalle attività illecite.

Medesimo discorso riguarda Il Molino. Stavolta la società di fatto lega da un lato Aniello e Raffaele Cesaro, cioè la parte della famiglia rimasta legata alla “tradizione” del mattone, e Pasquale Puca, successivamente rappresentato dai soggetti già nominati.

In questo capo di imputazione, c’è anche Luigi Cesaro, cioè il senatore. Questi è indagato per concorso esterno in associazione camorristica, insieme ai tre fratelli, tutti arrestati stamattina. Per Cesaro non c’è una richiesta di arresto presentata al Senato parimenti a quello che ha fatto qualche settimanafa la procura della repubblica di Torre Annunziata per un’altra vicenda, ma l’istanza a Palazzo Madama riguarda l’autorizzazione all’uso di intercettazioni telefoniche e ambientali che vedono protagonista Luigi Cesaro detto Giggino a purpetta.

Per quest’ultimo viene formulata un’accusa relativa al settore del controllo, da parte della criminalità organizzata, del consenso elettorale. Sono lui e il fratello Antimo, secondo i magistrati della dda di Napoli, a muoversi insieme ai vari Pasquale Puca, Lorenzo Puca e Francesco Di Lorenzo, per condizionare tutte le elezioni svoltesi dal 2007 fino alle ultime comunali del 2017.

E’ lui, insieme al fratello Antimo, a tirar fuori i soldi che servono per comprare i voti e per consentire il coinvolgimento, soprattutto in occasione delle appena citate amministrative del 2017 degli altri due clan locali, cioè dei Verde e dei Ranucci.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA CONTENENTE L’ACCUSA DI CONCORSO ESTERNO IN ASSOCIAZIONE CAMORRISTICA PER I 4 FRATELLI CESARO