Camorra e rifiuti. Gli Orsi scagionati
1 Aprile 2022 - 11:10
GRAZZANISE – La Prima Sezione Penale del tribunale di Santa Maria Capua Vetere giudice Giovanni Caparco ha pronunciato sentenza di non luogo a procedere per intervenuta prescrizione relativamente ai reati di interposizione fittizia ed intestazione fittizia di beni di cui rispondevano Sergio Orsi e Adolfo Orsi (fratello e nipote di Michele Orsi, ucciso nel 2008 dal gruppo di Giuseppe Setola), Antonio Mona ed Enzo Papa. Cade l’aggravante mafiosa.
Il presidente del collegio ha dichiarato l’improcedibilità del reato in esercizio arbitrario per le estorsioni in concorso a carico di Francesco Salzano e Ugo Di Puorto. I fatti vennero riferiti da Benito Natale, divenuto collaboratore di giustizia, il quale raccontò degli affari della Sia srl che si occupava di veicoli per la raccolta dei rifiuti, con amministratore l’ex poliziotto Enzo Papa e socio Mona. Secondo quanto ricostruito, nella Sia srl sarebbero confluiti i mezzi della Flora Ambiente, riconducibile agli Orsi. Per la Dda si trattava di una società schermo per permettere a questi ultimi di continuare il lavoro nel settore dei rifiuti. Adolfo Orsi si adoperò per il recupero dei mezzi della Flora Ambiente custoditi in due depositi a Grazzanise e Falciano del Massico con l’ausilio di affiliati al clan dei Casalesi fazione Schiavone e cioè Ugo Di Puorto e Francesco Salzano.