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CAMORRA & FINE PENA. E se Francesco Zagaria Ciccio ‘e Brezza incastrasse Pasquale Zagaria per l’omicidio di Sebastiano Caterino? Fantasia? Leggete un pò cosa sta succedendo sull’omicidio di Lello Lubrano

31 Dicembre 2020 - 14:01

La Dda ha chiesto e per il momento non ottenuto, l’arresto, a 18 anni di distanza dall’agguato, di Michele Zagaria e di Salvatore Nobis, anche per le dichiarazioni rilasciate da ras trapiantato a Capua, il quale ha dichiarato una cosa molto interessante nel processo per il delitto di Caterino l’evraiuolo

 

CASAPESENNA(g.g.) C’è una situazione giudiziaria, chiamiamola così, perchè non è meglio definibile, a nostro avviso, sintomatica di una traccia che i magistrati della Direzione Distrettuale antimafia stanno seguendo per integrare e forse, per molti aspetti, allo scopo di rivisitare, revisionare la storia, peraltro non più recentissima, di alcuni agguati di camorra, quelli più significativi, quelli più importanti, avvenuti ad inizio degli anni 2000 e che per rilievo delle vittime hanno dovuto necessariamente ricevere il “nulla osta” di tutti i gruppi principali del clan dei casalesi.

Stiamo parlando dell’omicidio anzi del duplice omicidio, perchè morì anche il nipote, del killer di origine bardelliniana Sebastiano Caterino, avvenuto il 31 ottobre 2003 ma anche ed oggi soprattutto di quello, avvenuto il 14 novembre 2002 nelle stradine del centro di Pignataro, di Raffaele Lubrano, il geometra figlio di Vincenzo Lubrano, super boss di una camorra più datata ma fortemente posizionata anche grazie ai rapporti diretti che Lubrano e il suo consuocero Nuvoletta (Lello Lubrano aveva sposato Rosa Nuvoletta) avevano con Cosa Nostra e direttamente con Totò Riina.

In che cosa consisterebbe la revisione, l’integrazione della ricostruzione della verità, di tutta la verità, anche di quella che non è emersa dai processi che copiosamente si sono succeduti e che hanno anche prodotto pene definitive per decine e decine di boss e di loro accoliti? Fino ad oggi, il ruolo di Michele Zagaria e anche dei suoi familiari a partire da Pasquale Zagaria, è stato ritenuto marginale. Nel senso che sia nel caso di Sebastiano Caterino che in quello di Raffaele Lubrano, gli agguati sono stati decisi dagli Schiavone e, diciamo così, “comunicati per conoscenza” agli altri esponenti di spicco, cioè Antonio Iovine o ninno e soprattutto Michele Zagaria.

La situazione giudiziaria dalla cui citazione ha preso le mosse questo articolo, è quella relativa all’ordinanza di custodia cautelare in carcere, chiesta dalla Dda, a carico di Michele Zagaria e di Salvatore Nobis scintilla, proprio per l’omicidio di Raffaele Lubrano. La misura è stata invocata in questi mesi ed è stata rigettata da uno dei gip del tribunale di Napoli, che ritiene il concorso delle dichiarazioni dei diversi collaboratori di giustizia, manifestatisi negli anni, non sovrapponibili, non logicamente armoniche, non integrabili per costruire una valutazione logica dei fatti.

La Dda non si è data per vinta ed ha presentato un ricorso al tribunale del Riesame che sarà discusso di qui a poco. Tra i pentiti ascoltati c’è Francesco Zagaria detto Ciccio ‘e Brezza, il quale, dopo un paio di decenni vissuti da terza fila della camorra, da uomo associato, più da un punto di vista etnico-antropologico che da un punto di vista effettuale, cioè di operatività criminale, a Michele Zagaria, si è conquistato una centralità come propalatore di informazioni che nel momento in cui sono considerate di livello importante dalla magistratura inquirente, non possono che provenire da uno che, al contrario di quello che si credeva e si sapeva, ha contato molto nel clan dei casalesi.

Al riguardo, il lignaggio criminale di Francesco Zagaria si è definito nella sua presunta partecipazione all’agguato più spettacolare tra tutti quelli realizzati dal clan dei casalesi, cioè il già citato omicidio consumato in pieno giorno, di Sebastiano Caterino, in via dei Romani, a un passo dalle palazzine Iacp e anche dell’arco di Adriano, in pratica, in una zona fortemente antropizzata della città di Santa Maria Capua Vetere.

A quanto risulta, le dichiarazioni di Francesco Zagaria starebbero dentro alla richiesta di arresto formulata dalla Dda a carico di Michele Zagaria e di Nobis per il delitto di Raffaele Lubrano.

Un elemento che stimola, ai nostri occhi, una brevissima riflessione su quello che Ciccio ‘e Brezza ha già dichiarato in sede di dibattimento nel processo, in corso davanti alla Corte d’Assise del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, che lo vede imputato proprio per l’omicidio di Sebastiano Caterino. Ha raccontato, Francesco Zagaria, che dopo il delitto, lui si recò a Casapesenna.

Il che, già di per sè, è un fatto anomalo, visto e considerato che dopo un agguato di camorra, l’ultimo posto in cui un boss o i partecipanti ad uno stesso agguato si devono far vedere, è quello, sicuramente iper sorvegliato dalle forze dell’ordine immediatamente dopo ad un atto criminale di quel genere, prospiciente alle abitazioni dei capi.

Nel clan dei casalesi, in linea di massima, ha funzionato sempre così. Francesco Zagaria afferma di essere andato a Casapesenna per riferire dell’esito e delle modalità dell’agguato a Caterino. In poche parole, si è ritagliato il ruolo di rappresentante nel commando di morte di Michele Zagaria e, perchè no, anche di Pasquale Zagaria che, così facendo, potrebbe veder mettere in pericolo la sua scarcerazione per fine pena fissata tra un anno e mezzo circa. 

Se ci pensate bene, la formulazione dell’accusa a Michele Zagaria e a Nobis, a 18 anni di distanza dall’omicidio di Raffaele Lubrano, significa proprio quello che abbiamo scritto all’inizio, cioè una rivisitazione, una revisione del ruolo che il boss imprenditore avrebbe avuto in certi omicidi. In quello di Lubrano e magari lui e il fratello Pasquale, in quello di Sebastiano Caterino. 

Questo è uno schema. E’ un’idea che ci siamo fatti, partendo da un atto reale, cioè dalla richiesta di arresto, per il momento rigettata, di Michele Zagaria e Nobis sul delitto di Lubrano. 

Trama interessante, che noi abbiamo intenzione di seguire con attenzione.