CAMORRA & GRANDI APPALTI. Giornata positiva per Nicola Schiavone, munaciello: la Corte di Appello dichiara inammissibile il ricorso della Dda sul riciclaggio. Niente maxi sequestro dei beni
30 Settembre 2025 - 20:33

Abbiamo approfittato dell’occasione di questa notizia per fare un po’ di ordine nel disordine dei procedimenti penali in cui si è dipanata questa famosa indagine della direzione distrettuale antimafia e dei carabinieri del nucleo investigativo di Caserta. Cosa è incardinato a Santa Maria Capua Vetere e cosa ad Aversa-Napoli Nord con tutti i manager di RFI
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CASAL DI PRINCIPE – (g.g) Cominciamo a fare un po’ di ordine perché altrimenti con ‘sto munaciello, al secolo Nicola Schiavone, cugino di Francesco Schiavone Sandokan padrino di battesimo o di cresima, non abbiamo mai capito bene nel dettaglio, di Nicola Schiavone junior figlio sempre di Sandokan, nessuno ci capisce nulla
Allora, con calma: l’indagine, realizzata a suo tempo dalla Dda di Napoli, portò all’arresto di un significativo numero di persone: oltre a Nicola Schiavone munaciello, accusato di associazione a delinquere di stampo camorristico, di suo fratello e di altri suoi sodali, furono arrestati o comunque oggetto di misure cautelari dirigenti e funzionari di RFI, che sta per rete ferroviaria italiana.
Nel mirino degli inquirenti dell’antimafia una lunga serie di episodi di presunte corruzioni finalizzata all’assegnazione alle imprese controllate da munaciello di importanti e lucrosi appalti banditi da RFI. Successivamente questo procedimento si è letteralmente sparso in 3 filoni diversi. Uno vede imputati Nicola Schiavone munaciello e suo fratello Vincenzo detto o’ trick. A processo i due sono arrivati per effetto di un rinvio a giudizio pronunciato da un gip del tribunale di Napoli. Il dibattimento è in corso a Santa Maria Capua Vetere in quanto i comportamenti che hanno giustificato l’incriminazione per associazione a delinquere di stampo camorristico partono da un periodo precedente alla costituzione del tribunale di Aversa – Napoli Nord.
Poi c’è un secondo processo. Questo, al contrario, incardinato proprio nel tribunale di Aversa-Napoli Nord. Coinvolge i dirigenti e i funzionari di RFI incriminati e rinviati a giudizio. Aversa-Napoli Nord perché gli episodi di presunta corruzione si sarebbero svolti in un tempo posteriore a quello dell’adesione di Nicola e Vincenzo Schiavone al clan dei casalesi. Dunque in un periodo in cui già esisteva il tribunale normanno. Dalle notizie che ci arrivano, apprendiamo, però, che diversi avvocati difensori si apprestano a sollevare, in questo secondo processo, un’eccezione di competenza territoriale
E veniamo al terzo filone, quello che riguarda la notizia di oggi. Il 13 giugno 2023 la giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Napoli ha prosciolto dall’accusa di riciclaggio e di intestazione fittizia di beni diversi imputati. Precisamente il già citato Nicola Schiavone munaciello; la moglie Teresa Maisto; Michelangelo Regine, Vittorio Scaringia e Anna Maria Zorengo, entrambi difesi dall’avvocato Mario Griffo. Quest’accusa di riciclaggio e di intestazione fittizia che ha coinvolto diversi familiari di Nicola Schiavone aveva portato ad un ingente sequestro di beni, di attività e di altre ricchezze appartenenti agli imputati
Su questo proscioglimento pronunciato dalla gup Comella aveva presentato ricorso alla Corte di Appello di Napoli il pubblico ministero della Dda Graziella Arlomede, divenuta, nel mentre, Procuratore della Repubblica aggiunto a S. Maria C.V.
Oggi pomeriggio la Corte di Appello di Napoli si è pronunciata accogliendo le richieste degli avvocati difensori e dichiarando inammissibile il ricorso del pm.