CAMORRA o CHISSA’ CHE’? Incendio nell’ex Ippocampo di Sergio Pagnozzi che il figlio di Sandokan ha considerato “cosa sua”. Quelle aste fallimentari….

31 Agosto 2020 - 13:35

La notizia è stata rivelata, nel suo profilo facebook, dalla collega Marilena Natale

 

CASTEL VOLTURNO(g.g.) Secondo la collega Marilena Natale non c’è alcun dubbio sulla matrice dolosa dell’incendio verificatosi nella notte tra sabato e domenica, nel perimetro della tenuta Pavoncelli, per intenderci quella dove insisteva il noto locale Ippocampo, titolari l’imprenditore Sergio Pagnozzi e Madonna e di cui il collaboratore di giustizia Nicola Schiavone parla diffusamente in un verbale di interrogatorio che abbiamo pubblicato integralmente e commentato diffusamente qualche mese fa.

Schiavone ha affermato senza mezzi termini che lui è stato un socio di fatto di quella tenuta e di quel locale.

Insomma, come spiega la collega Natale in un lungo post pubblicato sul suo profilo facebook, ce n’è a sufficienza per pensare che l’attuale gestione a scopo sociale, attribuita nelle more della vendita all’asta di questo bene, finito sotto confisca, non piaccia a qualche ambiente malavitoso che, sempre secondo la Natale, sarebbe responsabile dell’incendio dell’altra notte.

Riprendiamo uno stralcio a suo tempo pubblicato delle dichiarazioni di Nicola Schiavone: “La gestione di quella struttura è iniziata con mio zio Walter

(Walter Schiavone, fratello di Francesco Sandokan, ndr). L’abbiamo sempre tutelata, anche a livello amministrativo. Lì facevamo pubbliche relazioni. Era il nostro locale. Quando poi da Pinetamare si dovette trasferire, perché il contratto scadde con i Coppola, si individuò la nuova località. Avevamo prospettato nella nuova opera una propria partecipazione.Ma dell’individuazione del sito non ero stato messo a conoscenza. Sergio Pagnozzi sapeva la mia mentalità: non era un’asta commerciale, ma una casa privata. Successivamente quando si mise d’accordo con i Mauriello e rispose all’asta mi informò, anche se la proprietà non era loro: era del tribunale. Però nelle nostre zone si agiva così.Il trasferimento dell’Ippocampo e l’inizio dei lavori secondo il figlio di Sandokan si verificarono tra il 2004 e il 2005. C’era anche un finanziamento, ma non ricordo se europeo o regionale. Inizialmente diedi 150mila per gratificare i Mauriello, successivamente pagai gli interventi sul sito dell’Ippocampo. Complessivamente versai 300mila euro, senza conteggiare i lavori delle imprese nostre. Sergio fece un po’ di casino con i cantieri: doveva prendere i finanziamenti e mise troppe cose insieme. Dovetti intervenire io in alcune circostanze. Quando fui arrestato i lavori erano ancora in corso: il resort, l’albergo, il bungalow, la sale per i matrimoni. Poi per me iniziò il 41 bis. Dalle quote di Pagnozzi io dovevo avere il dieci per cento sia sulle proprietà che sulla gestione. Era bravo Sergio in queste cose. A volte affidava ad altri la gestione. I soldi li facevo recapitare tramite l’avvocato Luca Martinelli“.

Il post della Natale si conclude con un riferimento all’avvocato Martinelli, il quale, scrive al giornalista, “frequenta spesso le aule dei tribunali fallimentari dove ci sono le aste, come io stessa ho potuto constatare incontrandolo. Il professionista – conclude la Natale – non è indagato ma ha a che fare in qualche modo con diverse aste fallimentari, tra cui probabilmente anche questa dell’Ippocampo.