CAMORRA & TOGHE. Il surreale interrogatorio del legale di Monaciello alla moglie di Sandokan. Se fosse stato per le presidenziali americane Nappa avrebbe vinto come Trump ed Esposito Fariello è stato il Biden della situazione

19 Luglio 2024 - 14:15

Ci siamo proprio “attaccati” a questi appunti riguardanti gli interrogatori, il 3 luglio quello di Nicola Schiavone junior, il 10 luglio quello della consorte del super boss Francesco Schiavone Sandokan proprio per la loro estrema originalità.  Se leggete la nostra sintesi di oggi l’avvocato difende se stesso più che il suo cliente, per cui, l’uso del termine “surreale” non è del tutto campato in area. A un certo punto è la Nappa che dice “Caro professore ora gliela faccio io una domanda visto che per noi i soldi li ha sempre presi da mio cugino” Si nota che né il presidente del collegio, Giuseppe Meccariello, né il pm della Dda hanno mai interrotto, quandanche la “conversazione” sia diventata a un certo punto dibattimentalmente inortodossa. Comunque, noi ci siamo divertiti

CASAL DI PRINCIPE – (Gianluigi Guarino)  Noi  continuiamo -dovrebbe trattasi salvo “complicazioni”  – , dell’ultima sezione della vicenda che stiamo esaminando negli ultimi giorni e che , per il capitoletto odierno  abbiamo deciso di operare una sintesi ancora più intensa e dettagliata del verbale d’interrogatorio di Giuseppina Nappa che, in sede di controesame, risponde alle domande postele dall’avvocato Giovanni Esposito Fariello. Quesiti che il legale dovrebbe formulare in nome  e per conto del suo assistito Nicola

Schiavone detto Monaciello, l’uomo che ha scalato i piani alti dei grandi poteri forti romani, l’uomo che veste lo stesso abbigliamento di re Carlo, insomma colui che rappresenta una sorta di icona emblematica, di un’ idea di camorra che si trasforma in realtà che va alla conquista e in parte conquista una porzione dell’economia di Stato nel caso di specie un pezzo dell’enorme torta degli appalti di rete ferroviaria italiana

Dovrebbe difendere il suo assistito, l’avvocato professore Giovanni Esposito Fariello, ma questo interrogatorio è l’atto conclusivo di una fase surreale del processo che si sta svolgendo a Santa Maria Capua Vetere al cospetto del collegio presieduto dal giudice Giuseppe Meccariello. Abbiamo voluto pubblicare integralmente lo stralcio per certificare anche l’estrema originalità del suo contenuto.

Più che un interrogatorio è un battibecco. E questo ci potrebbe anche stare nella dialettica di un controesame tra un avvocato difensore e un testimone dell’accusa divenuto un collaboratore di giustizia come nel caso di Nicola Schiavone junior, nipote e battezzato anche da Nicola Schiavone senior, fra un avvocato e una persona, ossia Giuseppina Nappa, che non ha assunto lo status di collaboratrice di giustizi,  ma che si è mostrata ampiamente disponibile a dare risposte non abbottonate, non omertose, e non reticenti alle domande della magistratura inquirente che processualmente si trasforma, poi,  in pubblica accusa

Ci potrebbe stare, ma in questo caso siamo fuori da una casistica, da un format tutto sommato non originalissimo. Qui, invece, c’è un avvocato difensore che per 7/8 minuti difende se stesso. Probabilmente lo fa per convincere il tribunale sulla circostanza denunciata da Giuseppina Nappa e da suo figlio Nicola Schiavone, riguardante la puntuale attività del pagamento degli onorari ad Esposito Fariello da parte di Nicola Schiavone Monaciello, anche e soprattutto per i processi a cui erano sottoposti Nicola Schiavone junior e Giuseppina Nappa, in cui documentalmente Esposito Fariello svolgeva, senza ombra di dubbio, la funzione di avvocato difensore

Ma per farlo, l’avvocato napoletano parla sempre e solamente di se stesso, al punto che se un passante che entra nell’aula non conoscendo fatti e  antefatti, potrebbe aver pensato che quello in toga fosse un avvocato difensore, ma non di Nicola Schiavone Monaciello bensì del professore Esposito Fariello.

A un certo punto in una sorta di ribaltamento di ruoli, che il presidente Meccariello da magistrato esperto qual è non interrompe, Giuseppina Nappa, alla quale in questa circostanza non fa difetto al grinta agonistica,  rovescia i ruoli e dice: “ora professore Esposito Fariello, la domanda gliela faccio io a lei”

Se dovessimo trattare questo faccia a faccia tra il legale e la Giuseppina Nappa moglie di Francesco Schiavone Sandokan così come i grandi giornalisti e i grandi osservatori della politica americana fanno, dai tempi del primo storico confronto tra Nixson e JF Kennedy,  con i celeberrimi dibattiti televisivi, con i faccia a faccia dei candidati alla presidenza degli Stati Unit d’ America, in modo da stabilire chi dei due sia stato più efficace, più bravo, più convincente noi assegneremmo la vittoria a Giuseppina Nappa, in questo caso travestita da Donald Trump. E questo per un motivo molto semplice: Esposito Fariello ha la difficoltà di dover dimostrare che lui non ha ricevuto alcun compenso da Nicola Schiavone Monaciello per due processi a cui è stata sottoposta Giuseppina Nappa. Il primo per il reato di ricettazione che a monte conteneva anche un arresto in carcere della donna; il secondo per il reato di falso. Esposito Fariello di trova in un’aula di tribunale dove la complessità argomentativa non è, di solito, penalizzante. Ma noi che facciamo i giornalisti e non i giudici cogliamo nella nettezza con la quale Giuseppina Nappa stoppa e in pratica neutralizza questi discorsi presi un poco alla larga dell’avvocato, un elemento di semplicità che si trasforma in chiarezza e in una leggibilità molto più evidente rispetto ad una esposizione, quella dell’avvocato, che sembra un po’ arrancare come ha fatto Biden, ritornando al parallelo un po’ scherzoso a cui siamo ricorsi, nel dibattito televisivo che lo ha opposto al suo avversario Trump.

Insomma, l’idea di un avvocato, per altro del valore e del lignaggio di Esposito Fariello che sembra arrancare nell’esposizione delle sue argomentazioni sta tutto nell’ arcuato parabolico, complesso ragionamento di procedura penale che porta avanti nella sua concione confutativa delle tesi della signora Sandokan.

 Esposito Fariello contesta l’affermazione della Nappa la quale effettivamente confonde la richiesta formulata ai suoi danni dal pubblico ministero per il reato di ricettazione (4 anni) con la sentenza effettivamente emessa, che la condannò a 2 anni, poi completamente neutralizzati, condonati grazie all’indulto.

Ma questo non appare un elemento fondamentale per trovare una contraria convincente alle affermazioni della Nappa la quale non a caso dice “okay, va bene, mi sono confusa tra requisitoria e sentenza ma questo in sostanza non è rilevante”. Successivamente le chiede di essere precisissima sulle modalità del processo, tenuto al tribunale di Ancona, per il reato di falso relativo all’attività di Giuseppina Nappa da docente scolastica. Processo chiusosi con una condanna a 15 giorni di reclusione commutata in sanzione pecuniaria, ossia in una multa. Per quel dibattimento, Esposito Fariello ricorda di essersi servito di un sostituto processuale, cioè di un avvocato di Ancona e sostiene anche di non aver ricevuto alcun compenso.

Come potete leggere nel verbale tutta questa narrazione procede con complicate pause, con interruzioni e interruzioni delle interruzioni tra i due contendenti. Esposito Fariello dà l’impressione di annaspare mentre

Giuseppina Nappa, invece, ribadisce restando senza alcun problema nella sua zona di confort, la posizione esposta ai magistrati della Dda in fase di lavoro istruttorio con frasi semplici, brevi e nette.

 Dà l’impressione di far sfogare Esposito Fariello e di attenderlo al varco, con una sorta di sogghigno che somiglia a quello del predatore già certo della fine che farà fare alla sua preda.  Della serie: “Professore, lei può dire tutto quello che vuole, i due anni invece dei 4, l’indulto, la storia del processo di Ancona. Ma la realtà è una e una sola. Lei, per Ancona come del resto negli altri casi è stato sempre pagato da Nicola Schiavone Monaciello. Anzi, le dirò di più: dopo il processo di Ancona le ricordo che lei mi ha detto che sarebbe passato mio cugino per pagarlaOvviamente, a questo punto, la conversazione, ripetiamo mai interrotta, né dal presidente Meccariello né del pubblico ministero, diventa tesa: parola mia contro parola tua perché Esposito Fariello sostiene di non aver mai formulato questa affermazione  al cospetto di Giuseppina Nappa, chiudendo, dopo un ulteriore affondo di Giuseppina Nappa (“Allora mi denunci per calunnia”)  questa originalissima, ripetiamo, sezione del controesame di Giuseppina Nappa con un innervosito “per me il discorso è chiuso, non ho altre domande da farle”. Amen