CAMORRA & YACHT EXTRALUX. Per il maddalonese Nunzio Sferragatta era stato chiesto l’arresto. Ecco, precisamente, di cosa è accusato dai magistrati della dda
17 Giugno 2020 - 10:24
MADDALONI – (Tina Palomba e Gianluigi Guarino) Di “British”, Pasquale Capuano, imprenditore attivo nel settore dello smaltimento di rifiuti con residenza a Giugliano (e dove sennò, se non nella patria di adozione del caposcuola Cipriano Chianese), aveva proprio poco, se non, addirittura, nulla. Eppure le sue principali imprese recavano proprio questo nome. Una sorta di contrasto cosmico tra quello che è diventato un marchio universale di sobrietà, di educazione, di mentalità, e l’ennesimo esemplare della numerosissima schiera dei trash-man campani che i problemi li risolveva a modo suo, come fece ad esempio, nell’aprile 2019, quando per chiudere un contenzioso imprenditoriale con un proprio concorrente, tirò fuori la pistola e cercò di accoppare il rivale 47enne per definire, in questa maniera un poco più pratica, il nodo della concorrenza.
Vedete come sono gli Sferragatta di Maddaloni? Sono “buoni e cari” e, credeteci, non sono propulsori di delinquenzialità, ma purtroppo hanno una predilezione a flirtare con certi mondi, più prosaicamente, “ca’
Mo’, a questo Nunzio Sferragatta che peraltro ha intrapreso la carriera politica, scegliendo una strada diversa e molto più rischiosa rispetto a quella praticata dai suoi congiunti che la politica hanno sempre, invece, provato ad addomesticare a scopi imprenditoriali, chi ce lo faceva fare di andarsi ad impegolare in una storiaccia come quella, esplosa fragorosamente ieri con tanto di arresto di manager eccellenti, cioè di tutta la cabina di gestione del porto turistico di Rapallo, uno dei più importanti d’Italia, luogo in cui sono ormeggiati yacht da capogiro e tante barche importanti che poi in estate incrociano soprattutto davanti alla costa ligure, tra la riviera di Ponente e quella di Levante, tra Portofino-Cinque Terre e Sanremo, magari facendo una puntatina in Costa Azzurra tra Nizza, Antibes e dato che ci troviamo, che facciamo una puntatina al casinò di Montecarlo ce la vogliamo negare?
Eppure, al di la di ciò che il pm della dda di Genova ha chiesto e non ha ottenuto, per Nunzio Sferragatta, il quale, secondo il magistrato inquirente, era meritevole di arresti domiciliari; al di la di quello che ha chiesto ancora lo stesso pm (e al momento non sappiamo ancora non avendo la copia originale dell’ordinanza, se l’abbia o meno ottenuto dal gip della città ligure), cioè la sospensione dell’attività dì’impresa per 6 mesi, della Getram srl trasporti e logistica merci, con sede in via Cornato a Maddaloni; al di la di, insomma, di tutto questo, è mai possibile che Sferragatta non si fosse reso conto che ciò che trasportava da Rapallo alla Campania era “roba grossa”, rifiuti prodotti dalla mareggiata e dalla distruzione di 85 natanti che avrebbero dovuto essere sversati nel rispetto di leggi e di regole che quelli del porto di Rapallo non hanno rispettato, provando anche a depistare le indagini? E’ mai possibile che Nunzio Sferragatta e la sua famiglia non sapessero con chi avessero a che fare, scegliendosi come interlocutore, come partener imprenditoriale, mister British Pasquale Capuano da Giugliano in Campania?
Questa storia è simile a tante altre. E ci riporta indietro nel tempo: imprenditori settentrionali furbacchioni, non meno delinquenti di quelli del Sud hanno l’esigenza di sgomberare presto e soprattutto a prezzi modici, tonnellate di rifiuti ingombranti e imbarazzanti. Chiamano il “solito napoletano” che gira con la pistola in tasca, evidentemente indicatogli da qualcuno, e il soggetto in questione, che di professione fa il delinquente e dunque non vuol essere considerato diversamente da quello che è, si mette all’opera contattando imprese campane, tra cui, riteniamo, quella di Sferragatta, dando inizio allo spostamento dei rifiuti.
Uno di questi camion viene fermato il 21 maggio del 2019 dai carabinieri della Compagnia di Santa Margherita Ligure, proprio all’uscita del porto di Rapallo. Il mezzo pesante, che dovrebbe essere proprio quello di Sferragatta, è pieno zeppo di rifiuti, caricati nel porto, non ha uno straccio di bolla di accompagnamento ma solo un documento nel quale è attestato che il mezzo è scarico.
E qui già uno pensa, se questo ragazzo, stiamo parlando sempre del “buon Nunzio”, sia proprio un fessacchiotto oppure se c’è dell’altro, qualcosa che noi non conosciamo, di inconfessabile, magari un salvacondotto che negli 800 e più chilometri che separano Rapallo da Bacoli, luogo della presumibile consegna dei rifiuti, induca altri carabinieri, finanzieri, poliziotti stradali e non, a chiudere un occhio o anche due, accontentandosi solo di quel documento senza chiedere al trasportatore di aprire giusto un attimo il portellone posteriore. Insomma, roba da fantascienza. Mah!
E torniamo allo stile British. Il rapporto tra Sferragatta e il pistolero giuglianese Pasquale Capuano avveniva presumibilmente attraverso le due società, quella di Nunzio Sferragatta e per l’appunto, la British Shipways srl, di cui è titolare il 62enne di Giugliano, il quale spesso si vantava, stando sempre a ciò che emerge dall’ordinanza del tribunale ligure, di essere vicino al clan dei casalesi. Capuano, stando a quanto si legge nell’oggetto sociale della British Shipways ma anche in quello della AST srl, un’altra società a lui riconducibile e ugualmente coinvolta in questa indagine, era, magari lo sarà ancora in futuro, un imprenditore specializzato nel settore del trasporto di imbarcazioni.
I vertici del porto di Rapallo finiti ai domiciliari sono quelli del presidente del consiglio di amministrazione Andrea Dall’Asta e della direttrice Marina Scarpino. Sempre arrestati ai domiciliari l’imprenditore napoletano Roberto Lembo della British Shipways di Giugliano, il consulente Massimo Burzi di Rapallo, Filomena Capuano, figlia di Pasquale Capuano, Francesco Acanfora di Napoli avvocato della stessa società, Senad Karic. Con Pasquale Capuano, per il quale l’ordine di custodia cautelare consiste nella reclusione carceraria e Federico Dagnino di Genova, consulente del porto di Rapallo per il quale, invece, è scattato solo il divieto di dimora nel comune ligure, sono 9 i destinatari di misure che, con diverse gradazioni, limitano la loro libertà personale.
A questi 9 ne vanno aggiunti altri 12. Oltre a quello di Nunzio Sferragatta, conosciamo i nomi di altre 6 persone su 11, ugualmente sotto indagini, ma completamente libere: Giovanni e Luigi Russo di Napoli, Biagio Di Fraia di Bacoli, Massimo Brinzio di Rapallo, Mirko Melanzi di Genova e Alarico Gaffo di Padova.