CAMORRA&BUSINESS COVID. Federica Albero aveva paura del “contagio black”. Così suo marito, nonché figlio di Cicciariello, insieme al fratello di Orlando Diana, convinsero Maurizio Zippo

19 Marzo 2022 - 13:41

Non è che noi vogliamo sempre mettere in mezzo la famiglia del noto commerciato di abbigliamento luxury di Caserta, ma neppure, dopo tutto quello che è successo, la figliola e il coniuge appena uscito dal carcere “se ne stanno un po’ quieti”

 

CASERTA (G.G.) – La Dda di Napoli e la Squadra Mobile della Questura di Caserta hanno già messo insieme molti tasselli nella costruzione di accuse processuali nei confronti dei vari Pasquale Capriglione, Maurizio Zippo, Orlando Diana e Luigi Lagravanese.

Nell’episodio trattato in questo articolo, traiamo spunto da alcuni contenuti della richiesta di perquisizioni, con i quali vengono svelati alcuni incontri avuti dagli indagati con esponenti delle più importanti famiglie malavitose di Casal di Principe.

Al tempo Orlando Diana non era indagato, suo fratello Francesco Diana non lo era a sua volta e, in verità, non lo è neppure oggi, sempre al tempo Luigi Schiavone, figlio non di una seconda o terza fila del clan dei Casalesi, bensì di Francesco Schiavone detto Cicciariello, cugino diretto e principale interlocutore, luogotenente, di Francesco Schiavone Sandokan (di cui assunse l’eredità di capo all’indomani dell’arresto nel luglio del 1998, proprio ad opera dei poliziotti della Squadra Mobile).

Detto questo, e dunque riconosciuto almeno da parte nostra che ai tre non era vietato incontrarsi, magari se l’avessero fatto in un luogo pubblico, si sarebbero beccati una segnalazione di polizia, ma nulla più, il fatto di aver voluto tenere questo incontro in un posto lontano da occhi indiscreti, in una zona di campagna, così come è scritto negli atti giudiziari, consente agli inquirenti di affermare anche alla luce di ciò che si è scoperto successivamente sulla vita e le opere di Orlando Diana, che quell’incontro avesse qualcosa o più di qualcosa di sospetto e che, dunque, non è gratuito appiccicare a Luigi Schiavone l’etichetta di figlio di Francesco Schiavone Cicciariello.

Da uno Schiavone ad un altro. Si tratta di una vecchia conoscenza, cioè di Paolo Schiavone, fratello del Luigi di cui prima e a sua volta figlio di Cicciariello.

Come quell’incontro tra i fratelli Diana e Luigi Schiavone, anche queste telefonate si sviluppano nell’anno 2020.

Premettiamo che Paolo Schiavone ha saldato il suo debito con la giustizia ed è riuscito anche ad anticipare l’uscita dal carcere comportandosi bene e capitalizzando il matrimonio non comune che ha fatto con la figlia di uno dei commercianti più noti di Caserta, cioè Albero.

Quest’ultimo ha mostrato al giudice il contratto di assunzione del genero e dunque questi, potendo dimostrare di avere un lavoro, si è affrancato prima del tempo dallo stato di reclusione.

Il contenuto della telefonata tra Maurizio Zippo e Paolo Schiavone non fa emergere nessuna verità sconvolgente.

È del tutto evidente, infatti, che la conversazione non riguardi fatti di natura criminali, ma le attività professionali svolte all’interno delle cooperative di Zippo di Federica Albero, figlia del patron dei negozi di cui sopra e da molti anni sposata con Paolo Schiavone, rendendosi in questo modo nuora di Francesco Schiavone Cicciariello, a sua volta consuocero di Albero senior.

Federica Albero era stata assunta da Maurizio Zippo, forse anche dentro a quel meccanismo di armonie che esisteva tra i diversi imprenditori coinvolti, una relazione riguardante anche Orlando e Francesco Diana, che Luigi Schiavone, fratello di Paolo, incontra in piena campagna.

Della serie: tutti insieme appassionatamente.

È proprio Francesco Diana, partecipante all’incontro campagnolo, a perorare ciò che Paolo Schiavone aveva già chiesto a Maurizio Zippo: spostare la moglie Federica Albero dalle strutture di assistenza a cittadini extracomunitari con uno dei camper che, se ricordiamo bene, impazzarono nei primi mesi dell’emergenza Covid.

Federica Albero, almeno a quanto risulta dagli atti giudiziari, aveva paura di contagiarsi con il Covid per il contatto con gli extracomunitari.

Volendo fare una battuta, giusto per stemperare, la figlia del noto commerciante dell’abbigliamento luxury, aveva isolato da sé, improvvisandosi virologa, una variane particolare del virus: la variante black.

Ora, scherzi a parte, i magistrati della Dda e gli operatori di Polizia Giudiziaria della Squadra Mobile di Caserta hanno trovato riscontro in due progetti, Suprema e Demetra, entrambi affidati a Maurizio Zippo.

Come andò a finire questa storia, non si sa.

Lo potremo sapere solo se a questi atti giudiziari interlocutori ne succederanno altri più strutturati e articolati.