CANCELLO ARNONE. Altissima tensione. Di Benedetto: “Pedinato e stalkerato da Ambrosca”. La perquisizione dei carabinieri e la denuncia all’autorità giudiziaria

10 Giugno 2018 - 10:43

CANCELLO ARNONE – Al momento, tra tutti i comuni in cui si sta votando, l’unico in cui si registrano reali tensioni è quello di Cancello ed Arnone. Stando a quel che stamattina il candidato Bartolomeo Di Benedetto, ieri si sarebbero registrati fatti gravissimi in paese.

Sempre secondo la denuncia che il candidato sindaco ha presentato all’autorità giudiziaria, dei sostenitori, peraltro scortati dallo stesso candidato a sindaco Raffaele Ambrosca, avrebbero seguito il loro avversario per la fascia e anche alcuni suoi candidati.

Di Benedetto parla di “un pedinamento incessante come nemmeno gli stalker sono capaci di fare”. Poi cita episodi specifici: “Alle 16,30, in via Cristoforo Colombo, la candidata Giuseppina Ciaramella, che si stava recando in visita ad amici per organizzare una cena tra amici in attesa del voto a cui avrebbe dovuto partecipare tutta la lista, è stata pedinata, dal cognato – questo scrive testualmente Di Benedetto nella sua denuncia ai carabinieri – del candidato Ambrosca”.

“Una volta entrati nell’abitazione – continua a raccontare l’aspirante alla fascia tricolore – i padroni di casa e la Ciaramella si sono accorti che fuori, nel viale, si era radunati una folla di avversari politici al quale si è aggiunto Raffaele Ambrosca, il quale ha accusato i padroni di casa di avere un deposito alimentare adibito alla compravendita di voti”.

“A quel punto – narra ancora Di Benedetto – i medesimi padroni di casa, certi di aver subito una menzogna, hanno allertato i carabinieri della locale stazione, intervenuti tempestivamente. Il proprietario di casa ha invitato i militari a perquisire l’abitazione, dispense alimentari e frigoriferi compresi”. Dal racconto di parte del candidato Di Benedetto, rispetto al quale siamo pronti ad ospitare un’eventuale replica di Ambrosca, uno dei carabinieri avrebbe ascoltato distintamente le accuse lanciate dal candidato Ambrosca.

I militari avrebbero eseguito la perquisizione, questo secondo la ricostruzione di Di Benedetto, e avrebbero constatato che nulla c’era nell’abitazione del signor Branco (finalmente, Di Benedetto ci svela il nome dell’ormai famoso padrone di casa).

Segue una parte che esprime considerazioni personali di Di Benedetto, che non pubblichiamo perché riteniamo che non abbia a che fare con un fatto di cronaca, ma con un intendo di propaganda che si sa è in contrasto con le norme del cosiddetto “silenzio elettorale”.