CAPUA. Adolfo Villani, gaio per la vittoria, si trasforma in “Ciccio Pasticcio” e ne combina di tutti i colori. Convoca e sconvoca il consiglio, poi fa convocare illegalmente Castelbuono e Di Gianni. Una nostra soluzione

11 Luglio 2022 - 08:27

Ve la vogliamo raccontare per filo e per segno questa vicenda, a nostro avviso, ancora rimediabile nonostante gli sconcertanti e disarmanti errori compiuti anche dalla neo assessora Nocerino che dice di essere un avvocato amministrativista, ma quando succedono cose come queste non pare proprio. Un campanello d’allarme che reitera una questione da noi già sollevata al momento della designazione di Adolfo Villani a candidato sindaco: è bravo indubbiamente, ma è presuntuosetto e purtroppo non ne è consapevole

 

CAPUA (g.g.) – Noi, qui, in provincia di Caserta, siamo nati per seguire il nostro destino di fenomeni. Però, il più delle volte, un destino di fenomeni da baraccone.

Questo è uno dei pochi posti in Italia in cui la tortuosità dei processi politici, la evidente dislessia di chi li esercita producono effetti parimenti tortuosi e sbilenchi nelle procedure amministrative, che dovrebbero invece vivere di vita propria, o come si suol dire, di vita istituzionale e che, al contrario, diventano ogni giorno merce di scambio e di compromesso al ribasso. Questa evidente distorsione, frutto ripetiamo, della cattiva politica, produce degli autentici mostriciattoli che vanno a costituire le pagine di piccoli libri del genere parody  horror  fino a diventare dei veri e propri casi di scuola, che tu, poi nella rete digitale puoi girarci come ti pare, fino a scandagliarla con i sonar più raffinati, non troverai mai la sentenza, la decisione precisa che ti permetta di dare una direzione di marcia, prima al lavoro cronistico, poi alla emissione di una valutazione, di una considerazione, di una posizione, da parte di un giornale, che nel caso del nostro territorio, significa da parte di  “CasertaCE”.

Questa premessa è la evidente cornice che costituisce la base di una minima comprensione del caso specifico di cui ci andiamo ad occupare in questo articolo e che, al contrario della regola della insolubilità racconta di errori talmente marchiani da consentirci di trovare rapidamente i riferimenti giuridici e giurisprudenziali per valutarli come meritano. Voi pensate, cari lettori, che i politici di Capua, finite le elezioni, ufficializzato l’esito del ballottaggio, abbiano dedicato un solo pensiero alle procedure amministrative che dovranno portare all’insediamento del Consiglio Comunale, organo che, a suo modo, fa partita pari con il sindaco in quanto ad importanza e a valore di rappresentanza del popolo sovrano, nella specie, sempre dei cittadini di Capua? Ma neanche per sogno. Quello che è successo in questi ultimi giorni è in assoluto, imbarazzante, ma, relativamente a quello che avevamo pensato e temuto noi, ovviamente comunicato ai nostri lettori, del tutto prevedibile. In tempi non sospetti, cioè quando la sua candidatura a sindaco è stata ufficializzata abbiamo scritto infatti: Adolfo Villani è una persona discretamente preparata, possiede competenze in tema di sviluppo dei sistemi territoriali, ancora prima che dei sistemi urbani propriamente detti, ha maturato una lunga esperienza da consigliere regionale e poi anche da dirigente politico. Insomma, così scrivemmo nel giorno della ufficializzazione della sua candidatura, Villani potrebbe essere un discreto sindaco, niente di eccezionale, ma di fronte a quelle che sono state le esperienze di Centore e di Luca Branco, il miglioramento potrebbe risultare evidente.

Poi, abbiamo scritto anche un’altra cosa: come ogni uomo e come ogni donna, anche Adolfo Villani ha dei difetti. Il suo problema  non è questo, ma che, almeno fino a quando lo abbiamo seguito prima che interrompesse la sua attività politica, lui era afflitto da un effetto collaterale, ma ancora più nefasto del difetto che tutto sommato lo accomuna a tante altre persone, della presunzione.  Un ‘aggravante molto seria molto che finisce per esasperare i suoi difetti, facendoli uscire dal perimetro della fisiologia umana e collocandoli in quello della patologia: non è incline a mettersi in discussione e a mettere in discussione le sue idee, le sue competenze. Non lo faceva al tempo in cui aveva come interlocutori  Bassolino e gli altri consiglierei regionali; non lo faceva da segretario provinciale dei Ds, il rischio serio è che, a maggior ragione, non lo farà quando al suo cospetto si presenterà  “l’ assortito presepio” di una Giacobone, di una Nocerino, di un Corcione, di una Del Basso, etc etc. Le cose andranno bene solo se nessuno di questi andrà a discutere e a contestare i suoi punti di vista, le sue idee e le sue impostazione. In caso contrario, Villani li fulminerà con uno sguardo oscillante tra il compatimento e il ribrezzo culturale.

Va da se che uno con questo ego non vada ad occuparsi della parva materia relativa alle procedure da attuare per la nomina della nuova giunta, per la convocazione della prima seduta del Consiglio Comunale e per la surroga dei due consiglieri eletti e proclamati che nella citata giunta sono già entrati, già nominati, già insediati.

Non conosciamo il nome del segretario o della segretaria comunale e francamente non lo vogliamo conoscere. Probabilmente Villani si era occupato di fatti relativi ad un Comune, prima della legge 81, cioè 30 anni fa o addirittura prima della legge 142 del 1990 nota come legge Gava, prima riforma degli ordinamenti e delle procedure degli enti locali italiani. Per cui, quando ha realizzato che un giorno o l’altro bisognava pur farlo insediare il Consiglio Comunale, lo ha convocato lui che dentro a questa istituzione è un semplice consigliere comunale e nulla più. Non a caso la stragrande maggioranza degli statuti, compreso quello di Capua, individua nel consigliere comunale anziano con la funzione di potestà deputata a convocare la prima seduta, cioè quella di insediamento del cosiddetto parlamentino della città.

Ora, non sappiamo se a Capua si applica il sistema del candidato con più preferenze personali o quello del candidato, la cui somma fra le preferenze personali e i voti complessivi  delle liste della sua coalizione lo facciano prevalere su tutti gli altri eletti. Non lo sappiamo e neppure è importante stabilirlo. É pacificamente accettato, infatti,  da maggioranza e opposizione, che il consigliere comunale anziano sia Massimo Antropoli, eletto con 475 preferenze personali nella lista “Fare Capua”.

Qualcuno ha detto a Villani che il Comune, che oggi lui guida da sindaco, ha uno statuto che ne determina il funzionamento complessivo. Uno statuto e probabilmente anche dei regolamenti a questo sottesi. E che nello statuto c’è scritto che la prima seduta la convoca il consigliere anziano. Per cui, Villani ha sconvocato un consiglio che non poteva convocare e ha chiesto a Massimo Antropoli di esercitare la funzione statutaria. Questi non si è sottratto e ha riconvocato il Consiglio Comunale, rispettando in extremis le scadenze temporali, poste in pericolo dal pasticcio compiuto dal sindaco. Questa seduta si svolgerà il 14 luglio (chissà se la scelta di questo giorno da sempre iconico per la sinistra sia stata casuale) alle 8,30 del mattino orario in cui Villani conquisterà la Bastiglia del palazzo comunale. Ma la convocazione, che non è, per dirla alla Carrisi,  esattamente come bere un bicchiere di vino con un panino insieme agli amici, ma è un atto formale di valore giuridico, a chi è stata notificata? A quanto ci dicono,  magari ci sbagliamo e ne saremmo anche contenti, ad Antropoli è stato detto di convocare i 14 consiglieri comunali risultati eletti e proclamati più i signori Davide Castelbuono, secondo in graduatoria e dunque primo dei non eletti dietro a Marisa Giacobone, della lista “Capua in opera per Villani” e Graziano Angelo Di Gianni, secondo in graduatoria e primo dei non eletti nella lista “Capua al centro per Villani”.

E qua, con la coppia formata da Adolfo Villani e il segretario o la segretaria comunale di cui non vogliamo conoscere il nome, perchè altrimenti, come si dice, facciamo (goliardicamente) uno sproposito, non c’è da stare affatto tranquilli.

Scusate ma in base a che cosa Castelbuono e Di Gianni sono stati convocati? Perchè, sono stati eletti, proclamati dopo il controllo dei registri dei seggi? No, ad essere proclamata Consigliere Comunale, non è stato Graziano Angelo di Gianni bensì Rosaria Nocerino, di cui veramente vorremmo parlare bene per una serie di motivi, ma non ce ne da la possibilità visto che dice di essere un avvocato amministrativista e poi neppure queste cose dimostra di sapere queste banalissime cose. Stesso discorso per la lista  “Capua in opera per Villani” e per Davide Castelbuono. Non è stato proclamato lui Consigliere Comunale, bensì Marisa Giacobone.

Il fatto è che  quell’autentico “Ciccio Pasticcio” che risponde al nome di Adolfo Villani non si è limitato ad ufficializzare i nomi dei nuovi assessori. No, li ha già nominati, li ha già, come scritto prima, certificati, vidimati per decreto. Siccome il dato dell’incompatibilità, almeno quello,  tra le cariche di assessore e quella di consigliere  dei comuni al di sopra dei 15mila abitanti, Villani  lo conosce ha fatto precedere il decreto di nomina ad assessore della Nocerino e della Giacobone da un atto con cui si sono dimesse dalla carica di Consigliere Comunale.

Per evitare di continuare questo cazzeggio  da parte nostra, che, per altro ci starebbe tutto visto i pasticci combinati da una persona, da un nuovo sindaco che gode comunque di un’autorevole reputazione,  abbiamo, come già scritto  nella premessa di questo articolo reperito facilmente – cavolo, assessora Nocerino si trattava di premere due tasti e di mettere le parole giuste nel motore di ricerca- un pronunciamento tombale che, a  fronte  di una richiesta proveniente da un Comune, il dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali del Ministero degli Interni, ha erogato un po’ di anni fa, precisamente nel 2005.

“Si vuole conoscere – scrive il Viminale– se i candidati surroganti debbano essere convocati alla seduta consiliare nel corso della quale si procederà alla surroga dei consiglieri dimissionari partecipando alla votazione della relativa delibera.”

Giusto per i non addetti ai lavori, nel caso di Capua i surroganti sono i già citati signori Castelbuono e Di Gianni.

Vediamo cosa dice il ministero dell’interno che fa sua una sentenza, precisamente la numero 2470 del 2004, emessa dal Tar del Piemonte:  “Al riguardo, si segnala che la legge 142 del ’90 ha dato soluzione all’annosa questione riguardante il momento in cui il surrogante entra in carica, in quanto l’art. 39, comma 4, ora trasfuso nell’art. 38, comma 4, del T.U.O.E.L. 267/2000, ha stabilito espressamente che i consiglieri chiamati a ricoprire un seggio vacante entrano in carica ‘non appena adottata la relativa deliberazione’ di surrogazione da parte del Consiglio comunale che procede a sostituire il consigliere cessato dalla carica con il candidato che, nella medesima lista, segue immediatamente l’ultimo eletto  ai sensi dell’ art. 45, comma 1, del citato testo unico. “

Quindi, avvocato amministrativista Nocerino, qui non siamo neppure di fronte ad una complessa, sottile interpretazione, più o meno ermeneutica, da parte di  un Tribunale di una legge che si potrebbe prestare a letture non uniformi. Il dipartimento del Ministero dell’Interno dice, infatti e  sostanzialmente, che il TAR del Piemonte non ha fatto altro che citare letteralmente un articolo del testo unico degli enti locali che dovrebbe essere conosciuto agevolmente da ogni avvocato amministrativista, da ogni segretario comunale e, perché no, da ogni sindaco, che ritiene di dover svolgere questa carica,  Adolfo Villani. Magari, lo diciamo con rispetto, da un Buglione qualsiasi no, ma da Villani che è stato “uno studente che studia”, beh, come si suol dire è il minimo sindacale. La norma del T.U.O.E.L dell’articolo 38 comma non è altro che la fotocopia trasfusa nel T.U.O.E.L dell’articolo 39 comma 4 della legge 142 del 1990, che abbiamo già indicato prima come legge Gava.
“Pertanto il candidato, o come nella fattispecie in esame, i candidati non risultati eletti (Castelbuono e Di Gianni) potranno validamente entrare a far parte del Consiglio comunale solo dopo che quest’ultimo abbia deliberato la relativa surroga, come precisato anche dalla giurisprudenza amministrativa (cfr., T.A.R. Piemonte, Seconda Sezione, 16 ottobre 2004, n. 2470).”

Allora, ricapitoliamo, perchè questa vena presuntuosetta che sopravvive evidentemente in Villani ci ha fatto perdere anche fin troppo tempo di domenica: è del tutto evidente che la convocazione, fatta dal consigliere anziano Massimo Antropoli non è valida, perchè, tra i convocati ci sono anche Castelbuono e Di Gianni, che anche un bambino di terza elementare capirebbe dal chiaro contenuto del documento del Viminale, che convocati non avrebbero mai potuto  e dovuto essere. Sarebbe bastato che Villani ufficializzasse la giunta senza però firmare i decreti di nomina degli assessori o almeno dei due assessori, attinti dal Consiglio Comunale. Successivamente sarebbe dovuto andare in consiglio con la Nocerino e la Giacobone, le quali  a seduta formalmente aperta, si sarebbero potute dimettere immediatamente. A quel punto Villani avrebbe potuto tranquillamente potuto firmare i decreti di nomina degli assessori. Non è che ci voleva lo spirito di Enrico De Nicola per capirlo.

Ok, l’unica possibilità è quella di andare in Prefettura, domani, ci deve andare soprattutto Massimo Antropoli chiedendo se si può annullare parzialmente gli atti di convocazione, limitandosi solo a quelli erroneamente notificati, ufficialmente notificati da un messo comunale o da un vigile urbano, in nome  e per conto della Repubblica Italiana ai signori  Davide Castelbuono e Graziano Angelo Di Gianni. Certo, non è che Villani farà un figurone in una prima seduta celebrata senza il plenum del consiglio comunale. Ma non ci sembra ci siano ostacoli giuridici relativi al numero legale valido per effettuare le surroghe della Nocerino e della Giacobone. A quel punto far entrare in seduta i due surrogati che, sempre in forza dello stesso pronunciamento del Tar del Piemonte, potrebbero immediatamente  partecipare al voto sulla convalida degli eletti.

L’unico ostacolo, dunque, è costituito dalla validità complessiva dell’ atto di  convocazione, considerata nella sua interezza,  di adunanza.  E per questo, un passaggino  in Prefettura Massimo Antropoli lo dovrebbe proprio fare.