CAPUA. Gli sequestrano i beni, lui fa causa all’amministratore giudiziario ma il giudice lo condanna alle spese

19 Febbraio 2021 - 18:50

CAPUA – Il giudice del tribunale di Napoli ha emesso sentenza per la causa civile intentata da
Graziano Angelo Di Gianni, di Capua, contro Gianluca Casillo, di Casagiove, e contro il Ministero della
Giustizia. Il giudizio è durato 4 anni e il Tribunale di Napoli, Giudice dott. Forziati, ha rigettato nel
merito ogni richiesta Di Gianni sia contro il Ministero della Giustizia e sia contro Casillo
condannando, lo stesso al pagamento di tutte le spese di lite sostenute per svariate migliaia di euro.
La vicenda inizia il 18 giugno del 2009, quando furono sottoposti a fermo Nicola Mazzara, all’epoca
dei fatti ritenuto il capo dell’omonimo clan camorristico operante nel territorio di Cesa e zone
limitrofe, un presunto affiliato al clan camorristico Mazzara, Federico Oliva, ed il capuano Graziano
Angelo Di Gianni, proprietario di una tabaccheria nel centro di Capua. Mazzara e l’Oliva furono
ritenuti responsabili di estorsione aggravata dal metodo mafioso e di violazione della legge sulle
armi, Di Gianni di appropriazione indebita e di estorsione aggravata dal metodo mafioso. Gli
accertamenti ebbero inizio dopo la denuncia di un ex dipendente della società Elettrocampania,
operante nel settore dell’illuminotecnica sita sul Vialone Carlo III a San Nicola La Strada, il quale si
era accorto di grossi ammanchi di denaro, circa 2.500.000 di euro attribuibili a Di Gianni che aveva
all’epoca dei fatti un incarico di impiegato contabile nella ditta. Contestualmente la Direzione
Distrettuale Antimafia di Napoli operò nei confronti dei soggetti indagati un sequestro dei beni a loro
riconducibili per svariati milioni di euro con la nomina di un amministratore giudiziario nella persona
del dott. Gianluca Casillo. Di Gianni Graziano Angelo nel 2016, dopo una lunga fase dibattimentale,
fu assolto dall’accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso, mentre il reato di appropriazione
indebita, acclarato nel corso del giudizio penale, decadde per intervenuta prescrizione del reato. A
seguito dell’assoluzione Di Gianni citò in giudizio il Ministero della Giustizia e l’amministratore
giudiziario Gianluca Casillo per vedersi risarcire i danni relativi al sequestro ed all’asserita mala
gestio, tanto per un importo di circa 200mila euro. Il 14. Gennaio scorso il Tribunale di Napoli, dopo
una lunga ed attenta istruttoria con l’audizione di svariati testimoni indicati da tutte le parti, ha
escluso ogni responsabilità ed ogni colpa dell’Amministratore Giudiziario Gianluca Casillo.