Carcere di S.MARIA C.V. La madre di un detenuto: “Mio figlio sta al freddo, l’acqua è marrone, poca pulizia e positivi insieme ai negativi”

29 Dicembre 2021 - 12:06

Non era nostra abitudine pubblicare integralmente i delicati sfoghi dei congiunti dei detenuti. Non perchè fossero inattendibili a prescindere, ma in considerazione di una considerazione emotiva che umanamente può determinare una enfatizzazione, una sorta di realtà aumentata con fatti che in realtà non sono drammatici alla stregua di come sono descritti. Ma dalla notte del pestaggio, da quando cioè noi, usando questa premura, questo normale elemento di equilibrio valutativo che rendeva necessarie approfondite verifiche, decidemmo di non pubblicare subito e nella versione integrale le molte segnalazioni e le molte denunce su quel pestaggio, a cui veramente facevamo fatica a credere, ci arrivavano in redazione, riteniamo che sia doveroso modificare il registro valutativo dei fatti riguardanti il carcere più importante della provincia di Caserta. Per cui…

 

SANTA MARIA CAPUA VETERE – La lettera aperta scritta dalla madre di Giuseppe Tessitore detenuto nel carcere di Santa Maria, reparto Nilo, merita rispetto dunque, anche in considerazione del fatto che la più importante casa circondariale della provincia di Caserta non ha certo mostrato una irreprensibilità nell’adempimento della sua funzione costituzionale, la pubblichiamo integralmente senza rimaneggiamenti e senza alcun taglio anche nelle parti in cui veramente l’asserzione di una sola persona andrebbe sottoposta ad una verifica, ad un controllo prima di renderla pubblica.

Insomma, il carcere di Santa Maria sconta i suoi peccati, che ci sono, sono stati evidenti ed hanno riempito migliaia di pagine giudiziarie in occasione dell’ormai arcinota vicenda dei maltrattamenti avvenuti durante la prima ondata del coronavirus.

Siccome al tempo ci arrivarono delle segnalazioni e noi di CasertaCe, a differenza di quello che facciamo invece oggi fummo molto cauti nel trasformare in evidenza giornalistica quelli che ci apparivano come gli sfoghi comprensibili, umanissimi ma non certamente reali come contenuto dei fatti denunciati, ora visto e considerato che quelle segnalazioni a noi fatte durante la primavera del 2020 che comunque non ignorammo, dato che fummo gli unici a pubblicare le prime foto dei segni riportati da alcuni detenuti a seguito di quei maltrattamenti, oggi abbiamo tutte le ragioni per comprendere, capire e allo stesso tempo anche considerare la lettera della madre di un detenuto come un contributo non lontano dalla realtà delle cose.

E allora, eccolo questo testo che ovviamente, però, non è oro colato. Dire infatti che un racconto, una denuncia di una madre rispetto alle condizioni carcerarie del figlio, vada preso oggi molto più seriamente rispetto a quanto non potesse essere prima dell’orribile notte dei pestaggi, non significa che questa narrazione, questo racconto accorato aderisca precisamente alla verità. Ora che abbiamo fornito quelle che a nostro avviso rappresentano doverose istruzioni per l’uso di questa lettera, ve la proponiamo nella sua versione integrale.

La situazione è peggiorata in realtà; stanno al freddo l’area sanitaria è inadeguata e positivi e negativi sono insieme. Giù alle celle è freddissimo, l’acqua è marrone e non c’è pulizia idonea. Ci sono altri detenuti che devono essere seguiti da psicologi e mancano. Mio figlio a breve deve andare in comunità ed è negativo: non vorrei che risultasse positivo per qualche mancanza visto che ha già i suoi problemi. Lì non sono idonei per curarlo e purtroppo ci sono decine di famiglie nella mia stessa situazione: non sappiamo a chi rivolgerci”.