Casa Hirta aveva posto il veto alla candidatura diretta nella Lega di Massimo Rossi che, deluso, abbandona l’associazione
23 Settembre 2019 - 17:13
CASERTA – (g.g.) Sapete perchè nutriamo una grande stima personale nei confronti di Massimo Rossi? Non per un motivo fondamentale. Prima di tutto, non ha mai tradito i suoi ideali politici, pur sapendo che questa testimonianza l’avrebbe ghettizzato, non dandogli alcuna possibilità di concorrere a cariche istituzionali importanti. Ha preferito la rigidità dell’adesione ad una ideologia e non la flessibilità di chi cammina in politica su un pavimento gelatinoso, liquido.
Il sottoscritto, da liberale e facendo le opportune proporzioni, assume, rispetto a Massimo Rossi, lo stesso atteggiamento che il più grande maestro del liberalismo italiano, cioè Benedetto Croce, assunse nei confronti di Benito Mussolini, ma anche del suo collega filosofo, nonchè amico fraterno, Giovanni Gentile, quando questi abbracciò la fede fascista, diventando titolare del ministero della pubblica istruzione.
Insomma, da liberale non può certo convincermi la destra sociale di Massimo Rossi. Ma siccome la coerenza e il disinteresse per la politica sono merce rara in Italia e soprattutto da queste parti, dove possiamo addirittura parlare di rarità da specie protetta, non possiamo non parlare bene di Rossi, come sempre abbiamo fatto in passato, nelle occasioni in cui abbiamo ragionato intorno alle prese di posizione da lui assunte. In poche parole, nell’anno 2019, questa caratteristica finisce per soverchiare il connotato ideologico, pur importante per qualche mosca bianca che a leggere e scrivere.
A 56 anni, Massimo Rossi ritiene, oggi, di aver trovato nel partito di Salvini un riferimento possibile, dove travasare la sostanza della propria esperienza politica. Non tutta, aggiungiamo noi, visto che se Salvini ha delle posizioni molto intransigenti per quel che riguarda il problema dell’immigrazione, è pur vero che sposa la destra liberale nel momento in cui parla di flat tax o di pace fiscale. La Lega guarda a Massimo Rossi con l’interesse di un partito che ritiene di poter rappresentare il cambiamento.
Perchè diciamocela tutta, Massimo Rossi qualora assumesse una carica istituzionale, non toccherebbe un solo euro del pubblico danaro, perchè lui è un fascista di quelli legati all’esperienza primordiale dei quadrunviri e guarda alla moralità come si può guardare ad una struttura fondante, non trattabile, non commerciabile, di un eventuale impegno diretto in una competizione elettorale.
Per cui, se, come sembra, l’europarlamentare Valentino Grant e la Lega intendono puntare sul suo nome per le elezioni regionali, noi magari personalmente non lo voteremo perchè, con tutto il rispetto, non siamo stati e non saremo mai socialisti, nè nazionalsocialisti di destra, nè socialisti massimalisti o riformisti, ma sicuramente rispetteremo il suo impegno, scrivendo, un giorno sì e l’altro pure, che questo qua è uno che se va a Napoli proverà, non sappiamo se ci riuscirà, ma sicuramente proverà con tutte le sue forze, a perseguire il bene comune e neppure un euro “si metterà in tasca”.
Questa evoluzione che crea un orizzonte per le prossime elezioni regionali, non ha trovato, a quanto pare, il favore di altri componenti dell’associazione Casa Hirta, co-fondata da Massimo Rossi insieme a Pasquale Costagliola e ad altri. Casa Hirta vorrebbe esprimere un candidato nella lista della Lega alla fine di un confronto interno, quindi considerando quella di Massimo Rossi alla stregua di una qualsiasi altra opzione.
Ma con tutto il rispetto per Costagliola e gli altri, la Lega sembra interessata proprio e soprattutto a Massimo Rossi, alla sua esperienza politica, al marchio di una purezza esclusivamente testimoniale, disinteressata e per la quale ha anche investito denaro proprio che ha messo, negli anni e in silenzio, ripetiamo, in silenzio, a disposizione delle cause in cui ha creduto. La relazione tra la Lega e Massimo Rossi è fondata su questa valutazione storica e su una conoscenza diretta del modo con cui Rossi interpreta la politica.
Dispiace, dunque, dover dare notizia oggi dell’addio che lui ha dato, in queste ore, a Casa Hirta dalla quale si sente tradito e diviso da un solco ormai incolmabile. Evidentemente c’erano, all’interno di questa associazione, altre persone che ambivano alla candidatura. Noi non ce n’eravamo accorti e ritenevamo che fosse pacifico e anche logico che dovesse essere proprio Rossi a rappresentare questa associazione, la quale, oggi, è, nella città capoluogo, l’unico soggetto civico a denunciare il disastro totale delle amministrazioni che hanno governato (si fa per dire) Caserta negli ultimi 20 anni, il fallimento di un’intera generazione di politici che uscirono dal cilindro di Luigi Falco, ma non dalla sua testa, come capitò per la dea Atena, perchè questi qua tutto hanno mostrato in 4 lustri, fuorchè sapienza e amore per quel popolo ateniese, nel nostro caso, casertano, che la dea avviò alla democrazia. Mai il loro cervello è stato orientato alla realizzazione del bene comune.