CASAGIOVE. Che “bordello” il campo sportivo. Sindaco Corsale se lei non rescinde la convenzione vuol dire che c’è qualcosa di strano sotto

21 Novembre 2019 - 17:00

CASAGIOVE (g.g.) – Diciamo che, dopo anni di polemiche espresse nel dibattito politico locale, anche noi di CasertaCE, pur non avendo la possibilità di seguire con puntualità assoluta le vicende di Casagiove, ci siamo incuriositi sul modo con cui vengono gestiti gli impianti sportivi che, va detto perché è sempre bene ricordarlo e non è mai noioso farlo, sono di proprietà dei cittadini, anche se non appare, purtroppo, così. A Casagiove ma anche nel resto della nostra provincia.

In estrema sintesi, in modo da aprire un fronte di analisi nel quale tutte le parti in cause, semmai lo riterranno opportuno, potranno inserirsi interagendo con noi e tra di loro, ci dicono che le condizioni del campo di calcio dello stadio che ha ospitato i campionati molto competitivi, che al tempo della gestione della famiglia Corsale si sono ripetuti negli anni, dell’Hermes Casagiove, sono diventate molto ma molto precarie. Erba alta, nessuna manutenzione delle strutture e degli spogliatoi, insomma, un evidente depauperamento del valore di un bene pubblico. Quando i Corsale hanno lasciato l’Hermes Casagiove, inseguiti da polemiche attivate anche da quel Mario Melone che quelle polemiche non le ha fatte più quando ha realizzato il “ribaltone” entrando in maggioranza, è rimasta (riteniamo) in vigore la convenzione tra il comune e la A.S.D.

Guardando al modo con cui i Corsale hanno gestito lo stadio negli anni in cui erano loro l’Hermes Casagiove, c’è da ritenere che il privato a cui il comune aveva assegnato il controllo delle operazioni, incrociava diversi obblighi, così come erano stati messi nero su bianco nella convenzione. Va anche aggiunto che qualche opera che in quella convenzione era prevista è rimasta, però, al palo, a partire dagli spogliatoi, concausa, insieme alle dimensioni del rettangolo di gioco, del fatto che la prima squadra dell’Hermes Casagiove, quando ha avuto accesso ai campionati di Promozione ed Eccellenza, è stata costretta ad emigrare a Recale e a peregrinare ulteriormente in altri campi da gioco, come, ad esempio, quello di Curti. L’altro giorno, il sindaco di Casagiove, replicando alle immagini e alle foto fatte uscire dal consigliere d’opposizione Danilo D’Angelo, ha dichiarato che la convenzione che consente a un privato, all’imprenditore maddalonese Angelo Rispoli, di gestire l’impianto scadrà nel marzo 2020. Dunque, mancano ancora quatto messi. Da almeno un anno, l’Hermes Casagiove, che resta il formale gestore, il formale concessionario, alla cui guida è subentrato dopo la gestione della famiglia Corsale proprio Angelo Rispoli, non taglia più nemmeno un filo d’erba. Anzi, l’Hermes Casagiove si è svuotata completamente dal momento in cui il suo rappresentante, Rispoli, ha fondato un’altra società, cioè Campania Felix, attraverso cui ha rilevato il titolo sportivo proprio dall’Hermes Casagiove. In pratica, da lui a se stesso. Ora Campania Felix disputa il campionato nell’impianto di Lusciano. Tutto è abbandonato, il degrado è palmare, la situazione è disastrosa. E se fine ad un anno fa il valore del campo valeva (diciamo per dire) 10 euro, ora non ne vale nemmeno 2. Cosa che, già di per sé, implica una responsabilità per il comune e questo per un motivo molto semplice. Esiste una convenzione ancora in vigore tra la città, formata da tutti i cittadini, e l’Hermes Casagiove, rappresentata da Rispoli. La convenzione non è un’entità astratta, ma formata da fogli di carta contenenti diversi articoli che danno corpo a un contratto e conseguentemente a reciproche obbligazione, un sistema di diritti e di doveri delle parti contraenti. Domanda, se oggi il sindaco Corsale dà appuntamento per affrontare il problema del campo sportivo alla scadenza della convenzione firmata per il prossimo marzo, ritiene (evidentemente) che le due parti contraenti siano state adempienti rispetto alle obbligazioni sottoscritte. E allora dobbiamo anche ritenere che questa convenzione contenesse anche una clausola “distruttiva”: nell’ultimo anno e mezzo di esercizio, le parti procederanno alla demolizione, alla distruzione delle strutture interne ed esterne. E se a suo tempo il consiglio comunale ha approvato una convenzione del genere, sarà giusto che tutti quelli che lo hanno fatto compaiano davanti ai giudici della corte dei Conti e paghino di tasca loro, fino ad arrivare alla cifra che una perizia giurata fisserà quale entità della riduzione di valore di questo bene pubblico. Se non è così, cioè se la parte privata, l’Hermes Casagiove, non ha provveduto a svolgere le attività previste e le cui obbligazioni Rispoli ha assunto nel momento in cui è subentrato quale legale rappresentante dell’Hermes Casagiove, allora davanti alla corte dei Conti deve finirci il sindaco Corsale, il quale non dovrebbe fare altro che applicare ciò che il diritto civile stabilisce anche per i negozi giuridici più banali: rescissione unilaterale del contratto e citazione in danno.

Ora, si chiami Rispoli, si chiami Francesco, si chiami Antonio, si chiami Juventus, si chiami Hermes Casagiove, non cambia nulla. Se un contraente è inadempiente, se io da condomino mi sono impegnato ad abbattere un muro perimetrale e non lo faccio, gli altri condomini mi citeranno in giudizio e a quel punto o abbatto il muro, o di tasca mia rimborso gli altri condomini il costo per abbatterselo autonomamente. Non ci sembra che esistano altre strade. Poi, magari, la convenzione la leggeremo e scopriremo che esiste la clausola della distruzione, di cui Corsale diventerebbe ugualmente responsabile perché, al tempo, in questa baraonda di ruoli e competenze, lui e la sua famiglia erano seduti dall’altro lato del tavolo. Erano, come titolari dell’Hermes Casagiove, i gestori privati con i quali il comune stipulava una convenzione che dunque il commercialista, divenuto poi fascia tricolore, dovrebbe conoscere in ogni sillaba, in ogni sua virgola.

Il sindaco è stato sempre molto cortese nei nostri confronti e ha sempre accettato di esprimere la sua idea in replica alle nostre o a quelle erogate da D’Angelo ed altri settori dell’opposizione. La speranza è che lo faccia anche stavolta. Domani proveremo, non velo garantiamo al 100% ma ci proveremo, a continuare questo giro d’orizzonte nelle strane gestioni degli impianti sportivi di Casagiove. E anche in questo caso formuleremo domande precise, chiare, tecnicamente strutturate all’amministrazione