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CASERTA. Carlo Marino come Gigi Falco: Antonucci assessore “a portare la carta sopra e sotto” come accadde con il povero Peppe Di Benedetto

9 Giugno 2021 - 13:47

Pensate un pò che le deleghe attribuite sono quella all’agricoltura che per dettato costituzionale è attribuita alla relazione stato-regioni e, leggete bene, rapporti con il consiglio comunale

 

CASERTA- (g.g.) Riteniamo di non urtare alcuna suscettibilità nel momento in cui, dando la notizia della mai tanto desiderata nomina ad assessore comunale di Pasquale Antonucci, ricordiamo, con un sorriso che a lui farebbe piacere, la figura del compianto Pasquale Di Benedetto, medico casertano ed esponente della destra cittadina condita anche da un periodo di militanza all’interno di Alleanza nazionale.

Di Benedetto e il sottoscritto amavano scherzare nelle rare volte in cui si incontravano, con una gag: io gli ricordavo “il fatto della carta” e lui attaccava con la rievocazione, con grande ilarità di entrambi.

Ma cos’era questa carta? L’allora sindaco Luigi Falco, anche lui deceduto, dopo un pressing di Alleanza Nazionale, aveva nominato Peppe Di Benedetto, assessore alla sanità. Come ben sanno quelli che posseggono anche minimi rudimenti della Costituzione, che la sanità è una materia che lo stato delega, per quanto riguarda tutti i processi di gestione dei servizi erogati ai cittadini, alle regioni. Il ministero della salute, una volta ministero della sanità, svolge funzioni di supervisione e, come abbiamo visto nella vicenda covid, diventa il vertice della potestà in caso di eventi come quello che stiamo vivendo da più di un anno, che provocano uno stato di emergenza nazionale.

Insomma, tenendo conto anche che i sindaci sono i titolari della responsabilità sanitaria nel proprio comune e lo sono da pubblici ufficiali non potendo quindi delegare questa funzione a chicchessia, nominare una persona assessore alla sanità significava nominarlo, allora come oggi, assessore al nulla.

Ed ecco la “carta”, cioè uno stampato qualsiasi che a Peppe Di Benedetto veniva consegnato in qualche ufficio comunale la mattina e che lui portava in giro sopra e sotto per i piani, salendo e scendendo le scale, e trascorrendo in questa maniera le ore in cui si recava al comune di Caserta. Insomma, come si suol dire, faceva l’assessore e la sua mansione era quella di portare “sopra e sotto” una carta che non si sapeva bene poi a chi doveva essere consegnata. L’allora sindaco Falco gli aveva dato questa mansione.

Avendo letto le deleghe, se non andiamo errati, Agricoltura e rapporti con il consiglio comunale, attribuite ad Antonucci da Carlo Marino dopo che Italia Viva, così come abbiamo scritto ultimamente, si è rimangiata tutta la sua attività di seria opposizione svolta da quando era uscita dalla minoranza, tornando in maggioranza, possiamo ritenere che Pasquale Antonucci sia il nuovo Di Benedetto, visto che l’Agricoltura è materia totalmente al di fuori delle competenze e delle funzioni dei comuni e i rapporti col consiglio comunale sono solamente un buffo scimmiottamento della relazione esistente tra il governo nazionale e il parlamento, esplicitata attraverso l’opera di un ministro senza portafoglio.

Pasquale Antonucci non ce ne voglia se diciamo che l’unica ragion d’essere di questa nomina, sia stata l’irrefrenabile, da parte sua, necessità emotiva, di sentirsi chiamare assessore, seppur per soli tre mesi.

Contento lui…poi se non è del nostro avviso, siamo a disposizione per accogliere e pubblicare una sua eventuale nota di dissenso e confutazione, così come facciamo con tutti quelli (pochi, in verità) che si comportano nel rispetto delle regole di una civiltà democratica.