CASERTA CORROTTA. La procura chiude le indagini su Biondi, Marzo, Casale ecc. Ecco i NOMI dei 13 che rischiano il processo

2 Agosto 2024 - 19:53

CASERTA – I pubblici ministeri della procura di Santa Maria Capua Vetere hanno inviato notifica di chiusura delle indagini preliminari nei confronti dei tredici soggetti ritenuti coinvolti nel giro di corruzione elettorale, con appalti aggiudicati ad imprese amiche.

Il documento previsto dall’articolo 415 bis del Codice di Procedura Penale è stato inviato a Emiliano Casale e Massimiliano marzo, ex vicesindaco ed ex assessore lavori pubblici, ai dirigenti Franco Biondi, Luigi Vitelli e Giovanni Natale, al dipendente comunale Giuseppe Porfidia e al geometra dell’ente Gaetano Di Tora, all’uomo di fiducia di Marzo, Magdi Khachermi, gli imprenditori Gioacchino Rivetti, Raffaele Nunziante, Michele Campanile, Pasquale Marotta e a Gennaro Rondinone, attivo nel settore edile e figlio di Antonio, appartenente alla fazione casertana del clan Belforte.

Il caso ha voluto che la chiusura indagini coincidesse in linea temporale con la decisione di Carlo Marino di azzerare la giunta comunale, rendendo non più assessori, bensì ex, Emiliano Casale e Massimiliano Marzo.

Le accuse riguardano presunti voti, pagati circa 50 euro a preferenza, che Marzo e Casale avrebbero ricevuto da imprenditori poi premiati negli appalti comunali, grazie all’aiuto dei dirigenti Biondi, Vitelli e Natale, firmatari di determine illegittime.

Poche ore prima dell’azzeramento e della chiusura indagini, la prefettura di Caserta aveva

emesso un’interdittiva antimafia nei confronti della Edil Marzo di cui il 50% è di Massimiliano Marzo, presumibilmente per i rapporti che quest’ultimo ha avuto con la famiglia Capone, storicamente vicina ai Belforte.

Inspiegabilmente, l’interdizione antimafia non ha provocato conseguenze – leggi commissione d’accesso – al comune di Caserta, nonostante un suo assessore abbia ricevuto lo stop ai rapporti con la pubblica amministrazione della sua impresa per rapporti con la criminalità.

Una decisione degli uffici guidati dal prefetto Giuseppe Castaldo che non abbiamo capito (leggi qui perché).