CASERTA. Cose da mille e una notte: per un’ora di lavoro al giorno in ufficio, le tre “amazzoni” di Marcello Iovino guadagnano mille e 100 euro netti al mese

23 Luglio 2018 - 10:18

CASERTA(g.g.) Facciamo un bel respiro per iniziare la settimana in maniera tranquilla tanto è inutile che ci sbattiamo, per i casertani queste sono capacità, valori, gente ‘nsist da imitare e non da combattere.

Detto questo, noi continuiamo a svolgere la nostra funzione di voce solitaria, che combatte per il gusto di farlo, per il gusto di testimoniare principi e valori in cui crediamo.

Proseguiamo dunque, con ulteriori notizie a parlare di quella che noi abbiamo definito l’indecente vicenda della gara, incredibilmente e impunemente revocata dalla triade Marcello Iovino, Gianfranco Natale, capo di gabinetto del sindaco Carlo Marino e Alessandro Cappuccio, dopo, non smetteremo mai di scriverlo, perchè si tratta di un caso unico nel suo genere ed unica nel suo genere l’indifferenza, il fatto che nessuno abbia chiesto alcunchè, aver visionato le offerte economiche della busta C, che evidentemente non collimavano con qualche norma o con qualche desiderio.

Quello che è successo dopo è ancor peggiore, visto che l’antica lobby dei servizi sociali, imperniata sulla signora Casella, nipote dell’inossidabile ex consigliere comunale Giuseppe Casella,

dopo essere uscita dalla porta con la scadenza del vecchio contratto dell’ufficio di coordinamento di piano, è entrata dalla finestra con un ancor più incredibile contratto a termine, nelle more dello svolgimento di una nuova gara rispetto a quella, ma guarda un pò che combinazione, annullata qualche giorno prima.

E fin qui l’avevamo raccontato. E ora, vediamo quanto guadagnano queste 3 signore, assunte con chiamata diretta, senza doversi sottoporre al fastidio di un colloquio, di un confronto con altri assistenti sociali, magari disoccupati, forse perchè erano cultrici della materia che studiavano assiduamente nell’ufficio del dirigente Marcello Iovino dove furono sorprese a guardar carte proprio di quella gara, senza aver alcun titolo per stare lì, visto che da tempo il loro contratto era scaduto e nessuna relazione formale le legava al comune di Caserta.

Leggiamo dai documenti del comune, 11 mila 700 euro lordi per i 3 mesi di contratto. Lavorano 13 ore a settimana, cioè in pratica due ore e un quarto al giorno di media. Attenzione, però: solo il 40% di queste due ore e un quarto, cioè un’ora minuto più minuto meno, devono farlo negli uffici del Comune, l’altro 60% cioè il resto di un’ora e un quarto al giorno, possono farlo da casa.

Ora, magari noi diciamo una cosa opinabile. Ma è un nostro punto di vista: un’ora di lavoro un ufficio e un’ora e un quarto a casa, anche incassando uno stipendio di 500 euro o di 400 euro sarebbero poche, pochissime. Indecentemente poche.

Ma siccome, a Caserta, la realtà è sempre peggiore di ogni più fosca ipotesi quando si tratta di soldi pubblici, vediamo che le 3 signore che vanno un’ora al giorno in ufficio incassano mille 300 euro di stipendio lordo al mese che in questo caso specifico sono circa mille 100 euro netti. Che dire, niente più. Se non che al di la delle cifre, ci si può chiedere quali possano essere i livelli di efficienza dell’ufficio di piano dell’Ambito sociale di cui il comune di Caserta è capofila.

Ci abbiamo messo il naso per un mesetto nel settore dei servizi sociali e abbiamo capito che al pari di tanti altri, è uno dei luoghi della perdizione, della gestione della cosa pubblica nella città capoluogo.

Va be’, ma che lo scriviamo a fa’.