CASERTA DA VOMITARE. Tre candidati schedano i poveri nei rioni. Li costringono a scrivere dove voteranno. E solo dopo gli danno il buono-povertà erogato dal governo Draghi

30 Settembre 2021 - 12:27

Quarta puntata sul voto di scambio in questa città di delinquenti. Naturalmente noi abbiamo le prove di cosa scriviamo. E lunedì ad urne chiuse, facciamo i conti con ognuno di questi impostori e poi vediamo se qualcuno di loro pontifica ancora in facebook

 

CASERTA (Gianluigi Guarino) Finiamo in….bruttezza, a meno di code, tutto sommato non improbabili, nella giornata di domani. Il voto di scambio a Caserta trionfa anche in questa campagna elettorale. Ciò significa che si stanno commettendo una miriade di reati da parte di persone che non saranno mai inquisite dalla legge come invece dovrebbe essere. La vicenda che vi raccontiamo stamattina è di gran lunga la più grave di tutte quelle che abbiamo narrato nelle prime tre puntate di questo “occhio sulla città” da cui si scorgono cose tanto evidenti che altri occhi, proverbialmente “infilati di prosciutto”, non vedono e non vogliono vedere. Anzi, a pensarci bene questa è la vicenda più grave da noi raccontata nella storia da quando seguiamo le elezioni comunali del capoluogo, compreso l’incendio rimasto impunito dell’auto del genero di Dresia, candidato la volta scorsa in una delle liste di Carlo Marino.

Perchè la questione del voto di scambio è talmente diffusa che per cercare eventuali rei, non occorre partecipare ad una gara di caccia all’ago nel pagliaio. Basta frequentare certi rioni, basta avere gli informatori giusti, basta, insomma, dedicarvisi. Per noi che abbiamo maturato una lunga esperienza professionale del racconto della città di Caserta, non è stato mai facile come stavolta. Ciò anche grazie al fatto che il regime, perchè di regime si tratta, dell’impunità, ha dato coraggio a tutti gli impostori che campano di politica e che dunque sono disposti a tutto pur di conservare i loro privilegi, pur di conservare quella che considerano una loro grande conquista: potersi svegliare la mattina all’ora che gli pare e piace.

Tutti sanno perchè la notizia è stata illustrata anche in un comunicato stampa che il comune di Caserta ha avuto la disponibilità, al pari degli altri comuni italiani, di una cifra di provenienza statale da utilizzare per fronteggiare le emergenze e il peggioramento, dovuto alla pandemia del covid, del livello di vita delle famiglie, delle persone meno abbienti. Qui da noi sono arrivati ultimamente 300mila euro.

E’ uscita fuori una lista di 1.900 famiglie. Ve la facciamo breve, ma poi eventualmente la settimana prossima, ad urne chiuse, spiegheremo ancora meglio se sarà necessario. Il comune non eroga direttamente questi buoni-povertà ma si è convenzionato con enti che sulla carta dovrebbero garantire una gestione integra delle risorse che vengono consegnate ad essi da Palazzo Castropignano. In poche parole Caritas, la chiesa evangelista, e anche qualcun altro (il che dimostra anche la complicità di tali enti pseudo e para religiosi) diventano soggetti presso i quali materialmente avviene la consegna del buono, previa validazione degli stessi attraverso un costante rapporto operativo con gli uffici municipali.

E invece, cosa stanno facendo alcuni candidati, soprattutto tre: siccome nella vita non fanno un tubo o campano in base a rendite di posizione a dir poco discutibili, hanno il tempo per abbordare molte di quelle persone comprese nell’elenco delle 1.900 famiglie. Dato che la maggior parte di queste non sono informate sulle modalità di consegna di questi buoni e, nella loro semplicità, ritengono che tale possibilità debba essere, diciamo così, aiutata da chi ha in mano il potere perchè a questo sono stati abituati da sempre, si fanno abbordare davanti ad un bar, per esempio ce n’è uno in via Acquaviva oppure davanti ai “classici” Mungiguerra e Tropicana di via GM Bosco ben preciso oppure ancora nei pressi della chiesa evangelica di cui prima.

Il candidato X fa questo discorsetto al povero a cui tocca il sostegno: adesso ti consegno un foglio su cui scriverai il nome e cognome tuo e dei tuoi familiari. Successivamente indicherai, mettendolo nero su bianco, la sezione elettorale in cui ti recherai a votare domenica e lunedì, in modo che io possa controllare se il tuo voto per me sia uscito o meno. Ottenute queste informazioni, non sappiamo se addirittura firmate, il candidato X rilascia un foglietto. Una sorta di autorizzazione al pagamento, naturalmente totalmente illegale. L’indigente si reca nei luoghi scelti dal comune per consegnare materialmente l’importo dei buoni e, previa la presentazione di quel foglietto illegale, incassa i soldi, coinvolgendo a nostro avviso nel reato, quantomeno la persona che materialmente, la Caritas, la chiesa evangelica e gli altri enti, hanno messo lì alla delicata mansione della consegna dell’assegno da cambiare in banca.

Se abbiamo scritto questa cosa è perchè abbiamo le prove, nomi, cognomi e documenti. Non vogliamo entrare a gamba tesa perchè abbiamo deciso così sin dall’inizio, in queste ultime ore di campagna elettorale. Ma una porcheria del genere, in una città, pur turpe, pur degenerata, pur pullulante di gentaglia che sfrutta la politica per rubare e per farsi i fatti propri, non l’avevamo mai vista. Ci assumiamo l’intera responsabilità di questo articolo, perchè qui i voti vengono comprati non con i soldi versati da certi e ben definiti imprenditori che li dispensano ai diversi candidati, ma addirittura l’oggetto del voto di scambio è danaro proveniente dalle casse del governo.

Fate schifo e comunque sappiate bene che al di là di chi vincerà le elezioni, questo giornale non vi darà tregua, fino a quando chi ci lavora avrà un briciolo di forza per continuare a testimoniare valori rispetto a controvalori che esulano da ogni tipo di categoria, che vanno al di là di tutto ciò che, ad esempio, i grillini hanno denunciato quando stavano nelle piazze, che va al di là di quello che hanno osato Cosa Nostra in Sicilia, la ‘Ndrangheta in Calabria, la Camorra in Campania, la Sacra Corona Unita in Puglia, sul fronte del voto di scambio.

Ritornando al discorso iniziale, non è che ci vuole Sherlock Holmes, non è che ci vuole la Signora in Giallo, per chiamare un pò di gente che ha ricevuto il buono e che sta ricevendo il buono in queste ore. Tra loro, ci sarà sicuramente qualcuno che previamente ha dovuto firmare questo modulo che configura un reato grande come un grattacielo di settanta piani.

Siccome fate schifo, fate anche vomitare.