CASERTA, DANARI & MONNEZZA. Carlo Marino non può essere considerato una figura secondaria. Lui partecipa fisicamente all’ultima manipolazione della bozza della gara da 116 milioni di euro

5 Gennaio 2022 - 13:39

Esiste un nesso logico tra la determina che Iovino firma il 10 gennaio 2018, facendo partire la procedura di gara, le triangolazioni intercettate tra Carlo Savoia, Vitale e Marino del primo febbraio, il lavoro serale e notturno che sulla seconda bozza nella quale era intervenuto il comune di Caserta ad integrazione o forse ad emendamento del lavoro che a novembre negli uffici Xeco era stato effettuato sulla prima bozza del bando, la conversazione in stile “missione compiuta” tra Savoia e Vitale della mattina del 3 febbraio e del probabile brindisi che tutti e tre cioè Savoia, Vitale e Marino fanno all’interno della casa di quest’ultimo  proprio nel pomeriggio del 3 febbraio

 

CASERTA(Gianluigi Guarino) Gli elementi contenuti nello stralcio dell’ordinanza che  per comodità definiremo Carlo Savoia-Carlo Marino e che pubblichiamo oggi, sono fondamentalmente due: una frase grazie alla quale una evidenza già chiara di per sè ma che magari processualmente poteva offrire spazi di confutazione, diviene certezza matematica, certezza inconfutabile.

La frase, pronunciata da Carlo Savoia: “Tu devi lavorare sul loro file“. Savoia si rivolge alla sua dipendente Anna Scognamiglio la quale si lamenta, è preoccupata e si sente eccessivamente pressata da un numero enorme di attività, di azioni, di rimaneggiamenti documentali. Quello che le dà Savoia è un consiglio pratico. Come dire, stai tranquilla, prendi come base il file che hai avuto da me che l’ho preso in consegna dal comune di Caserta e da altri comuni nei quali mi sono accordato per turbare la gara e per falsificare i documenti della stessa e agisci su aree, su contenuti mirati, precisi che poi sono sempre quelli. L’unica cosa a cui devi stare attenta è a non utilizzare gli stessi numeri, gli stessi parametri, andando un pò a diversificare per non dare eccessivamente nell’occhio.

Abbiamo riassunto le parole e il concetto espressi da Savoia, rimandando i lettori di questo articolo ad una ancora più dettagliata comprensione delle stesse, attraverso la lettura dello stralcio integrale posizionato in calce a questo articolo.

Insomma, questa frase rappresenta la prova provata che al comune di Caserta, come forse anche in altri comuni, ma noi ci occupiamo del caso Caserta, qualcuno dell’ufficio, magari direttamente il dirigente del settore Ecologia e rifiuti Marcello Iovino, aveva consegnato a Savoia qualcosa, probabilmente una chiavetta, che riduce la possibilità di rischio legata ad una trasmissione dei dati compiuta attraverso al rete e in maniera illegale.

Questa chiavetta il comune di Caserta l’aveva consegnata a Savoia essendo parte di un piano criminale. Il comune di Caserta compiva un atto totalmente illegale già dalla sua origine, perchè mai e poi mai può accadere che un dirigente di un comune consegni ad una persona fisica, ad un privato, la bozza di una gara d’appalto. Se questo poi accade a favore di chi a quella gara d’appalto deve partecipare, con il chiaro obiettivo di vincerla, il discorso, come si suol dire, va da sè e completa molte delle certezze che questi documenti giudiziari garantiscono.

Marcello Iovino poteva compiere un atto tanto grave, poteva consegnare il file a Carlo Savoia con i contenuti della bozza di gara da manipolare e aggiustare con una decisione autonoma? A nostro avviso, per carità, non abbiamo la verità in tasca, assolutamente no. Conosciamo fin troppo bene la storia e le trame degli uffici del comune capoluogo per dirvi che se Marcello Iovino aveva certamente un margine di autonomia nel settore dei servizi sociali, non lo aveva per quanto riguarda la materia dei rifiuti. D’altronde gli attori di questa storia, cioè Carlo Savoia e Pasquale Vitale sono legati da decenni a Carlo Marino e non certo a Marcello Iovino.

Quindi è del tutto evidente che esiste una fondata logica, probabilissima circostanza che racconta di un ordine, di una direttiva impartiti direttamente da Carlo Marino a Marcello Iovino.

Ne siamo ancora più convinti dopo aver dato un’occhiata al roster degli avvocati scelti dagli indagati. Sicuramente vicini a Marino, a partire da Alberto Martucci che del sindaco di Caserta è consuocero in pectore ed è il marito dell’altra consuocera in pectore del sindaco, cioè la nuova assessora a molte cose Annamaria Sadutto.

Ecco perchè noi sin dal primo giorno abbiamo esposto, mettendoci ovviamente la faccia, con trasparenza e senza pretendere, per l’appunto di essere i depositari della verità, forti perplessità sulla asimmetria delle misure cautelari adottate in questa ordinanza, tra quelle chiaramente più afflittive inflitte a carico di Marcello Iovino e Pippo D’Auria e quelle non afflittive che consentono oggi a Marino di fare tranquillamente il sindaco di Caserta, riguardanti quest’ultimo e riguardanti anche, perchè no, anche gli altri due testimoni formali dell’imbroglio dei numeretti (CLIKKA E LEGGI) grazie al quale Marcello Iovino ha manipolato l’elenco dei 25 tecnici abilitati dall’Asmel per la formazione della commissione aggiudicatrice, Franco Biondi e Giovanni Natale, semplicemente definiti fortemente indiziati.

Il secondo punto riguarda la relazione tra eventi e date. Il 10 gennaio 2018 dopo tutto il lavorio avvenuto negli uffici della Xeco nel novembre 2017 cioè due mesi prima, la ripartizione Ambiente ed Ecologia pubblica la determina (per un lapsus definita delibera nell’ordinanza) con la quale queste conversazioni del primo febbraio, sono venute fuori condizioni materiali perchè Savoia venga in possesso in quelle ore della bozza del bando.

Adesso non imbrogliamo la testa ai lettori. Ma di quale bozza stiamo parlando? Di quella manipolata a novembre negli uffici Xeco? Assolutamente no. Quella bozza manipolata da Xeco è stata già trasmessa al comune di Caserta. Questa è un’altra bozza, frutto di ulteriori rimaneggiamenti, di ulteriori aggiustamenti, stavolta fatti negli uffici comunali sotto la diretta sovraintendenza di Carlo Marino.

La gestazione è lunga. Però, questo lavoro, chiamiamolo così, fatto nell’ufficio di Iovino sotto la direzione di Marino, è ritenuto già rassicurante perchè venga dato il via libera allo stesso Iovino per la determina del 10 gennaio che arriva, attenzione, comunque a quasi un anno dalla scadenza del contratto con il consorzio Ecocar o con Ecocar (è un altro grande imbroglio) visto che i 5 anni partiti nel febbraio 2012, erano scaduti nel febbraio 2017 e dunque stavamo già in piena fase di discutibilissima proroga.

Le parole che usa Savoia su questa nuova bozza ancora più affinata del bando di gara, le potete leggere in calce.

Due giorni dopo la triangolazione ci conversazioni tra Marino, Vitale e Savoia e il giorno successivo a quello in cui un soddisfatto Savoia spiega ai suoi di avere in mano la bozza quasi definitiva del bando, Savoia incontra Vitale e gli spiega il contenuto del lavoro fatto su questa seconda bozza consegnata dal comune, evidentemente durante la serata e la notte. In pratica, sono gli ultimi dettagli di un documento affinatosi gradualmente in questa turpe relazione criinale tra una società che imbroglia negli appalti e un comune che imbroglia insieme alla società, ovviamente utilizzando il pubblico danaro.

Ma il 3 febbraio non si verifica solamente il punto tecnico tra Vitale e Savoia. c’è un riscontro oggettivo tra l’illustrazione orale che Savoia fa a Vitale e il contenuto pedissequo del file che viene sequestrato, in sede di perquisizione, nel computer di Anna Scognamiglio, cioè uno dei “sarti” di Carlo Savoia.

Il 3 pomeriggio, dopo aver sistemato tutte queste cose, dopo aver attuato il reato di turbativa d’asta ai sensi dell’articolo 353 bis del codice penale e dopo aver già concorso alla commissione di un altro reato, cioè il falso ideologico, dove vanno Savoia e Vitale? Naturalmente a casa di Carlo Marino. Questo dimostra che Vitale aveva un compito tecnico, non di mediatore di affari ma a nostro avviso di plenipotenziario, di uomo di fiducia di Carlo Marino per un’interfaccia, ripetiamo, di tipo tecnico con Carlo Savoia.

Solo questo, perchè l’accordo criminale non ha bisogno della mediazione di Pasqualino Vitale, visto e considerato che Savoia e Marino si conoscono bene e la base di questa operazione è stata costruita da loro due. Della serie, Carlo Marino dice in linea di massima a Savoia, la seguente frase: “Ok, Carlo, ora mettiti d’accordo e lavora insieme a Pasqualino Vitale”. Attenzione, però, l’ultima manomissione, l’ultimo intervento che il comune fa sulla bozza non vede Marino estraneo alle azioni tecniche effettuati direttamente sul contenuto, così come scrive chiaramente il pubblico ministero nella contestazione che al sindaco di Caserta di allora e anche di oggi viene fatta per il reato di turbativa d’asta in concorso.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA