CASERTA. Dopo anni scopre di aver preso un tumore sulla nave della Marina, muore ex militare. La battaglia in tribunale dei figli per il risarcimento
14 Luglio 2024 - 13:30
CASERTA – Dopo quasi vent’anni sulle navi della Marina militare, si era spostato al lato civile del corpo, lavorando sino alla pensione presso la Scuola Sottufficiali dell’Aeronautica Militare in Caserta.
Alla fine della sua carriera, però, è emerso un tumore, una mesotelioma. Si tratta di una diagnosi che ha colpito più di un membro della Marina militare, contratto dopo aver lavorato per decenni a contatto con le polveri di amianto.
Una malattia che provoca enormi sofferenze. E il militare ha deciso di richiedere un risarcimento danni al ministero della Difesa. Ma i tempi della giustizia, spesso, non seguono quelli del ciclo vitale, soprattutto di un soggetto debilitato, e l’uomo è deceduto durante la procedura.
Nel ricorso sono quindi entrati i tre figli dell’uomo, che hanno proposto ricorso al Tar del Lazio, proseguendo, quindi, la battaglia legale per il risarcimento dei danni legati al contatto sulle navi con le fibre d’amianto.
La prima Sezione bis del tribunale amministrativo ha dato in parte ragione ai familiari, che chiedevano quanto segnalato dal loro padre nel ricorso: una somma superiore ai 700 mila euro e da incrementare fino ad 1 milione 200.000 euro in ragione dei danni morali ed esistenziali.
Sulla causa effettiva del contrarre del mesotelioma non c’è stato molto da discutere. E’ stato accertato che il contatto con le fibre di amianto si lega ai 20 anni sulle navi della Marina e che, pure se il tumore è emerso molti anni dopo, si tratta di una malattia che si può sviluppare a decenni di distanza dal contatto.
Ma i giudici del Tar hanno rigettato il ricorso nella parte relativa al risarcimento per il mancato godimento del trattamento pensionistico e si sono dichiarati incompetenti nella parte del risarcimento non in quanto proseguitori della battaglia giudiziaria del padre, ma in quanto eredi, quindi relativamente al loro danno di aver dovuto vedere il proprio padre ammalarsi e spirare a causa del tumore.
Essendoci, però, un nesso di causalità tra le mansioni svolte e l’esposizione all’amianto, i giudici del Tar hanno confermato la presenza di un danno da risarcire ai familiari, ritenuto non patrimoniale, ovvero danni morali e biologici. La somma che il Ministero dovrà ai tre figli del militare deceduto è pari a 308.790 euro.