CASERTA. Ecco perché il No al varo della Commissione di Controllo umilia le prerogative del consiglio comunale e fa dei suoi membri dei burattini

1 Maggio 2019 - 19:13

CASERTA (g.g.) – Ormai qui sono abituati a tutto. Il problema è che non lo sono solo le popolazioni indigene, cioè quelli che mandano i politici al comune ad esserlo. Il problema è che anche le istituzioni, partendo dalla Prefettura a scendere, sembrano abituate e considerano normali le situazioni che riassumeremo in pochissime battute, avendone scritto chilometri e chilometri negli ultimi tempi. E così, i vari Marino, Bionid, si sentono tranquilli perché il più delle volte sono coperti nella loro gestione delle cose da alti organismi dello Stato, citata Prefettura in primis.

Un piccolo e breve riepilogo di cosa è avvenuto in questi ultimi quindici mesi. Dal febbraio scorso la Ecocar gode di una proroga nel servizio del recupero dei rifiuti di Caserta città. L’Ecocar, com’è noto, è un’azienda interdetta per mafia in maniera definitiva. Il bando di gara che avrebbe dovuto costituire un mega sistema integrato tra raccolta e conferimento da oltre 100 milioni di euro è stato revocato dopo l’inchiesta della DDA di Napoli ha portato il Noe dei carabinieri ad eseguire decine di perquisizioni sia negli uffici che presso le abitazioni private del sindaco Carlo Marino e di alti dirigenti comunali. Per salvare la situazione (drammatica) è stato annunciato un nuovo bando attraverso una determina, che non è mai stato pubblicato, come stiamo ripetendo ogni giorno, né dal sito dell’ente, né dalla centrale di committenza Asmel.

Pochi giorni fa proprio sulla questione trasparenza, che dovrebbe essere l’argomento centrale della vita politica di Caserta dopo il terremoto avvenuto nel novembre scorso, il consiglio comunale ha respinto la proposta, presentata e votata solo da un pezzo dell’opposizione (quelli di Speranza per Caserta sono ricaduti in un errore consueto per loro nel momento in cui antepongono il proprio narcisismo alle ragioni, anche quando queste sono buone e proposte da altri settori della minoranza) sulla creazione di una commissione ad hoc che avrebbe dovuto occuparsi dell’operato dei dirigenti. Gli uomini della maggioranza che sostiene il sindaco Carlo Marino hanno votato contrario, purtroppo insieme ad Apperti. Ma non si sono limitati al voto contrario: nelle dichiarazioni, alcuni di loro hanno invitato i consiglieri di opposizione che avevano presentato la proposta a recarsi in Procura nel caso in cui ci fossero denunce da sollevare.

Quello che è grave non è il semplice voto contrario a una proposta che, a nostro parere, è cosa buona, giusta, doverosa e salutare, ma che, in questo modo, cioè consigliando di andare direttamente in Procura, hanno abdicato rispetto al loro diritto/dovere di indagine e di controllo, previsto dalla legge.

A partecipare al voto è stato anche il sindaco Marino, giunto in tempo per dire no alla creazione della commissione di Controllo, dando, se ancora ce ne fosse bisogno, il suo appoggio ai dirigenti. Una copertura e la piena assunzione della responsabilità politica per gli atti compiuti negli uffici comunali confermata anche con quest’ultimo voto.