CASERTA. Il maestro di boxe del 18enne ucciso: “Il lockdown ha creato un disagio psicologico. I giovani sfogano una rabbia repressa”

2 Settembre 2021 - 18:36

CASERTA – “Dalla fine del secondo lockdown in poi Caserta è diventata una città invivibile. Questi ragazzi, forse, sono rimasti chiusi troppo tempo in casa e adesso incominciano a sfogare la propria rabbia repressa per strada. Un disagio psicologico generato, probabilmente, anche dalla didattica a distanza. In palestra lo ribadisco sempre: la scuola è fondamentale, e studiare a distanza non è servito a nulla purtroppo in questo periodo. La lontananza dall’aula ha dato quasi una sensazione di assenza di regole”. Lo ha dichiarato Antonio Coppola, istruttore di boxe dell’Energy Boxe Team Coppola di Caserta, maestro di Gennaro Leone, pugile 18enne ucciso sabato notte nei luoghi della movida. “Con

la pandemia i ragazzi sono stati un po’ abbandonati, e anche la chiusura delle palestre o dei luoghi per fare sport non ha aiutato il loro benessere psicologico. Da istruttore, il mio consiglio ai giovani e di fare sport, perché questo distoglie l’attenzione da cattivi pensieri e brutte compagnie. L’attività fisica – conclude – fortifica e aiuta a crescere soprattutto a livello psicologico.

 “Leone è sempre stato un ragazzo di poche parole, che rispettava le regole. Il pugilato era la sua vita, amava questo sport e sognava di diventare un campione. Voleva entrare nel gruppo sportivo della Forestale. Non ha mai dato fastidio a nessuno, era l’idolo della palestra, sempre attento ad aiutare gli altri” – e ancora – “Per me è morto un figlio, con la sua scomparsa in palestra c’è un vuoto enorme. Ma siamo qui, tutti uniti. Dobbiamo ricominciare subito, e dobbiamo farlo per lui – ha aggiunto – per onorare la sua memoria”. Poi spiega: “Sono sicuro che lui non avrebbe mai potuto sferrare il primo colpo. Gli atleti non sono violenti, anzi rispettano sempre le regole”.