CASERTA. Il PD in protesta per “salvare la Biblioteca da questa amministrazione”. TENERI. Hanno votato tutto quello che ha voluto Carlo Marino dal 2016, ora ricercano la verginità

11 Dicembre 2024 - 10:37

Un equilibrismo circense di Partito Democratico e Giovani Democratici che vuole provare a “lavarsi la faccia” nel momento poiù complicato di un sindaco che i democrats supportano da quasi dieci anni senza mai fare qualcosa di concreto in direzione contraria

CASERTA (luigi v. repola) – Se non è incoerenza, non sappiamo come definirla.

Il Partito Democratico di Caserta nel 2021 ha portato in consiglio comunale quattro candidati, eletti nella coalizione che al ballottaggio ha portato alla rielezione di Carlo Marino.

Andrea Boccagna, Roberta Greco, Gianni Comunale e Matteo Donisi, quest’ultimo espressione anche del movimento giovanile dei Giovani Democratici, anche se a 32 anni e a due consliature già sulle spalle, è un bell’esercizio di stile definirlo giovane, ma è colui che ha portato le istanze dei GD in consiglio comunale.

PD e GD, quindi, hanno una loro rappresentanza in consiglio comunale e soprattutto nella maggioranza. Ma da gennaio 2024 a questa parte, con un’accelerazione dopo l’emersione delle due inchieste sulla corruzione al comune di Caserta (come

se il processo DDA su Carlo Marino del 2018 non fosse stato abbastanza), alcuni democrats casertani hanno cambiato l’approccio pubblico, dando l’impressione di essere alla ricerca di un recupero della verginità dinanzi all’elettorato.

Ultimo caso è il sit in di protesta organizzato dal comitato Combo, in difesa della biblioteca di via Laviano. Un progetto che nasce e si definisce indipendente, apartitico, anche se non è esattamente così, avendo avuto tra i fondatori e tra i soggetti più attivi tanti giovani dei democratici.

Questo sminuisce il lavoro di Combo? Ovviamente no, ma è importante stabilire alcuni punti.

Dicevamo, il comitato ha organizzato un sit in di protesta il 14 dicembre alle ore 10 per dare risalto alla condizione imbarazzante in cui si trova la biblioteca di via Laviano.

E a mettere il logo e la faccia, partecipando attivamente al sit-in, sono anche i Giovani Democratici e il Partito Democratico.

I luoghi comuni sul centrosinistra è che da questa parte politica ci si litighi più internamente che con gli sfidanti di centrodestra. Ed è quello che sta succedendo ora a Caserta.

Vedere il Giovani Democratici e il Partito Democratico alzare gli scudi contro la gestione della cosa pubblica dell’amministrazione Marino mette quasi tenerezza.

Parliamo pur sempre di area politica che ha quattro consiglieri comunali in maggioranza oltre che l’assessore alle Politiche Sociali e vicensindaco Maria Gabriella Grassia e Anna Papa, delegata al Patrimonio, due figure tecniche ma rivendicate dal PD quali riferimento.

Il testo congiunto della Combo e della presidente del Forum dei Giovani, Rachele Marzaioli, recita chiaramente che questo sit-in è nato perché si è “Stanchi di anni di attesa e continui rinvii da parte dell’amministrazione”.

Ecco, forse Boccagna, Greco, Comunale e soprattutto Donisi, che sui social si pone, probabilmente anche credendoci, conne un forte nemico dell’amministrazione di Carlo Marino, salvo poi votare o abbandonare l’aula, azione concretamente utile come usare una forchetta dinanzi a un piatto di brodo, dovrebbero informare il Comitato e i GD che loro, in linea puramente teorica, avrebbero un coltello dalla parte del manico, sarebbero parte di quell’amministrazione brutta e cattiva che ha reso la biblioteca di via Laviano un luogo più vicino a Sarajevo post bombardamento che ad un tempio dello studio.

Non presentarsi in aula, uscire al momento del voto, fare post sui social al vetriolo contro Marino e soci, non cancella il fatto che dal 2016 il Partito Democratico è in società con questo sindaco e questa maggioranza.

Fare l’opposizione fuori, per strada, via smartphone, ma poi restare in maggioranza equivale a tenere un piede in due scarpe.

I consiglieri comunali del Partito Democratico che davvero non si sentono rappresentati da questa amministrazione abbiano la decenza di muoversi di conseguenza e abbandonare la maggioranza.

Chiaramente, il riferimento in questo caso è Roberta Greco (fino a poco tempo fa) e Matteo Donisi che in consiglio comunale e sui propri profili social hanno assunto un atteggiamento fortemente critico nei confronti dell’amministrazione di Carlo Marino, salvo poi non arrivare neanche minimamente a ragionare seriamente sul fatto di uscire da questa maggioranza.

Tale discorso, invece, non va fatto per Gianni Comunale, che dell’avvocato di Puccianiello è supporter convinto, ortodosso.

Ortodosso come Boccagna rispetto alla linea di partito, figlio del PCI che fu.

Il mantenimento di questo status quo sarebbe difficile non legarlo solo alla poltrona da mantenere in consiglio comunale. Ovvero, solo roba di triste equilibrismo circense.

la locandina con i loghi del PD e dei GD