CASERTA IN MANO ALLE DITTE DI CASAPESENNA. 5 milioni di appalti tra Rione Acquaviva e PalaVignola. Provincia e capoluogo regno dei compaesani del dirigente comunale Lello De Rosa e del fratello-sindaco Marcello

10 Aprile 2024 - 13:52

La cena che i due fratelli hanno organizzato per Lello Topo in un ristorante del litorale domitio ha visto partecipare diversi imprenditori gratificati dal comune di Caserta e dalla Provincia. Ma, ragionandoci in termini statistici, la presenza di affidatari di lavori assegnati dagli enti guidati da Carlo Marino e Giorgio Magliocca era praticamente inevitabile

CASERTA – Che esista un potere imprenditoriale forte da parte delle aziende dell’agro Aversano non è cosa sconosciuta.

In provincia di Caserta infatti, stiamo raggiungendo livelli di monopolio da parte delle aziende di costruzioni originarie del triangolo San Cipriano-Casapesenna- Casal di Principe. Questo sta avvenendo soprattutto all’amministrazione provinciale di Caserta, guidata dal presidente Giorgio Magliocca e che vede come suo vice l’ex delegato alla Viabilità, ovvero il sindaco di Casapesenna Marcello De Rosa.

Il triangolo regna anche a Caserta città, dove dal dicembre del 2022 è in servizio il fratello di Marcello De Rosa, Raffaele Lello De Rosa, ex dipendente del comune di Teverola e già vicesindaco di Fortunato Zagaria, sempre a Casapesenna, ora a Palazzo Castropignano con la qualifica di istruttore direttivo architetto.

Vedendo il numero di affidamenti e di gare d’appalto vinte in questi anni, non è assolutamente lontano dalla realtà scrivere, quindi, che le ditte e gli imprenditori provenienti da Casapesenna in primis, ma anche dagli altri due comuni appena citati hanno un dominio quasi incontrastato sugli appalti aggiudicati nella nostra provincia.

E chissà se Mario Salzillo e Umberto Capaldo, imprenditori anche loro di Casapesenna, che si sono visti aggiudicare i lavori per la riqualificazione del verde e dei percorsi ciclopedonali di Rione Acquaviva e dell’area Saint Gobain per un importo complessivo di 3 milioni e 200 mila euro, hanno partecipato all’ormai famigerata cena in cui i fratelli Marcello e Lello De Rosa hanno riunito imprenditori di Casapesenna e non solo intorno al tavolo di un ristorante nel litorale Domizio, alla presenza di Lello Topo, sicuramente candidato alle elezioni europee per il Partito Democratico, e il suo principale sostenitore, il potente consigliere regionale Mario Casillo (clicca e leggi).

Un incontro necessario a procacciare voti per il cavallo vincente dei fratelli De Rosa alle Europee, quel Lello Topo che dovrà combattere con l’ex giornalista (o lo è ancora, fa poca differenza) Sandro Ruotolo.

A questa cena erano seduti anche soggetti che, con le proprie aziende, hanno ricevuto incarichi e lavori dalle amministrazioni della nostra provincia. Ma, ragionando in maniera puramente statistica, in considerazione dell’alto numero di gare vinte da imprenditori di Casapesenna e dintorni, il fatto che ci fossero anche imprenditori operanti su cantieri pagati con i soldi pubblici era una possibilità praticamente inevitabile.

Domandarsi della possibile presenza di Capaldo e Salzillo al tavolo dei fratelli De Rosa si lega a quella che, al momento, è una coincidenza, ma che non può non saltare agli occhi.

È innegabile, infatti, che le aziende specificatamente di Casapesenna negli ultimi anni hanno ricevuto un numero importante di affidamenti e di appalti aggiudicati dall’amministrazione provinciale di Caserta e dal comune capoluogo.

E se Lello De Rosa lavora a Caserta da meno di due anni, ma non è certo uno di primo pelo, Marcello De Rosa ha avuto un importante incarico sul settore Viabilità, ovvero quella parte dell’ente provinciale che si occupa proprio della manutenzione delle strade.

Certo, non possiamo stabilire un’inevitabile connessione. Non possiamo affermare assolutamente che Marcello De Rosa abbia avuto maggiore attenzione per le imprese della città che amministra in qualità di sindaco. Eventualità impossibile, però, questa non la possiamo ritenere.

Se davvero un occhio di riguardo da parte di De Rosa ai suoi concittadini c’è stato relativamente agli appalti gestiti dalla provincia, questa non potrebbe essere certo ritenuta un’assurdità, bensì un’ipotesi verosimile.

E con la stessa certezza che abbiamo sul fatto che non possiamo affermare che l’attenzione di Marcello De Rosa abbia avuto influenze negli affidamenti della provincia, dobbiamo anche dire, quindi, che è in piedi la verosimiglianza di questo ragionamento, che andrebbe approfondita e non solo da CasertaCe.

Ma Capaldo e Salzillo non sono gli unici vincitori di appalti a Caserta che sono provenienti da Casapesenna, confermando quello strapotere che, documenti alla mano, sembra essere nelle mani di imprenditori dell’agro.

Infatti, anche Agostino Diana ha visto la sua impresa, la Aurelia Società Cooperativa Edilizia, con sede in via Marconi, risultare aggiudicataria dei lavori del Palavignola da un milione e seicento mila euro, grazie a un ribasso a dir poco contenuto del 4%.

Di questo milione e passa, invece, 77 mila circa andranno alle società che si occupano della progettazione, ovvero della parte, diciamo così, preparatoria: ovvero la società sponsor della Casertana Calcio, la Hub Engineering, ma anche la Geoatlas, lo studio Grima e la società di ingegneria Missere.

A chiudere questo tris, poi, ci pensa la Romano Costruzioni srl di San Cipriano d’Aversa, che si occuperà dei lavori di ristrutturazione ed efficientamento energetico della scuola media statale Ruggiero, per un valore di aggiudicazione pari a un milione e 743 mila euro.

Questa sfilza di aggiudicazioni, pubblicati dal Comune di Caserta tra il due e il tre di aprile mostrano ancora, qualora ce ne fosse bisogno, la potente concentrazione economica che un territorio dalla storia difficile, martoriato dalla criminalità organizzata, continua ad avere rispetto ai lavori pubblici nei quali gli imprenditori del triangolo Casale-Casapesenna-San Cipriano non sembrano avere reale concorrenza in provincia di Caserta.

Tanti di loro, inutile dirlo ma lo facciamo lo stesso, portano avanti le loro aziende, lottando contro un mondo omertoso e criminale, in cui tra estorsioni, favori, ad esempio il cambio assegni, e accordi economici, il lato sano delle attività economiche locali viene sostanzialmente strozzato.

Ma inchieste anche molto recenti (casi Pezzella e Apicella in primis) ci hanno dimostrato che chi gestisce il lato economico-finanziario del clan dei Casalesi sa far cooperare, riesce a fare gruppo, sostanzialmente opera attraverso un cosiddetto “cartello” di imprenditori provenienti dall’agro Aversano, mettendo volta per volta la ditta migliore, il cavallo vincente davanti ai dirigenti, ai funzionari pubblici, troppo spesso indifferenti o addirittura conniventi con la criminali.

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