CASERTA. LA SOLITA MONNEZZA. Mister Franco Biondi pesca la terza ditta per l’umido e in otto mesi aumenta la spesa di 100 mila euro
1 Giugno 2020 - 17:07
Dopo la Sorgeko (che è sempre Gesia ma con l’accento romano, di Guidonia per la precisione) e l’Ambiente Spa di Torino, giunge a Caserta una nuova piattaforma per il conferimento dell’umido. E da ottobre il comune ha quasi raddoppiato la spesa
CASERTA – Ci sono diverse cose strane in tutta questa storia dello smaltimento dei rifiuti nella città di Caserta. Partendo dal principio, l’azienda che si occupava dello smaltimento dei rifiuti urbani, la Gesia, secondo ciò che viene scritto dal dirigente comunale Franco Biondi, è impossibilitata a ricevere i conferimenti della monnezza del capoluogo. A sostituirla, senza gara, senza bando e attraverso una mail di risposta, è la Sorgeko che, carte alla mano, possiede il 50% delle quote di Gesia e utilizza come piattaforma per accogliere i rifiuti proprio la sede dei Sorbo a Pastorano, quella che in teoria non funzionerebbe, con 150 mila euro consegnati alla Sorgeko/Gesia per il servizio (CLICCA QUI PER LEGGERE LA STORIA
Questo succede ad inizio ad agosto e neanche due mesi dopo, il 19 settembre, Sorgeko dà notizia al comune di non essere in grado di contenere tutta la frazione dei rifiuti proveniente da Caserta. Fine, amen, storia chiusa. Non esattamente. Perché se dal 1 ottobre viene rintracciata una nuova piattaforma per il conferimento dei rifiuti, cioè Ambiente SpA, con sede legale a Torino, ma con base amministrativa ed operativa a San Vitaliano, in provincia di Napoli, il comune di Caserta continua ad utilizzare il centro di Sorgeko, nonostante la dichiarazione proveniente dall’azienda legata alla famiglia Sorbo. Le due operazioni portano ad un totale per il conferimento dei rifiuti pari a 121.045,12 euro. Ma questo avviene ad ottobre.
Passano i mesi e arriviamo ad oggi. In questo periodo, però, nulla viene cambiato e continuano a coesistere due aziende che lavorano per lo stesso servizio, con il prezzo che lievita fino ad arrivare a 200 mila euro (LEGGI QUI I DETTAGLI). Da marzo ad oggi la situazione emergenziale, scrive il comune di Caserta, “si è in parte ridotta“. Ed uno, leggendo questo, è tenuto a pensare che i costi per i cittadini del capoluogo andranno a calare. Di nuovo, non esattamente. Perché il dirigente comunale Biondi, con un improvviso impeto di allarmismo, spiega che: “la situazione emergenziale si è in parte ridotta, ma con il presentarsi del periodo estivo potrebbe ripresentarsi in modo rilevante“. E cosa fare? Ci si potrebbe staccare dalla piattaforma di Gesia-Sorgeko, considerato che questa non riesce a contenere i rifiuti e a portare avanti il lavoro per il quale è pagata. E invece è stata chiamata un’altra ditta che si è occupata del conferimento della frazione urbana nel mese di maggio. E questa ditta è la Cu.Ma. srl, società con n sede legale ad Isernia e quella operativa nella zona Asi di Giugliano.
Ma se questo terzo affidamento, però, incredibilmente non ha modificato né la spesa che il comune ha nei confronti di Sorgeko, né quella nei confronti di Ambiente Spa. Facendo rapidamente due conti, se Sorgeko riceve 121 mila euro, se Ambiente Spa ne guadagna 33 mila e Cu.Ma. si è aggiunta al gruppo, con una fattura da 33 mila euro, significa che il comune di Caserta sta pagando 220 mila euro per il servizio di conferimento dei rifiuti. 99 mila euro in più in soli 8 mesi, da ottobre 2019 a maggio 2020.
Un aumento del prezzo dell’80% come può essere giustificato? Quanta monnezza in più stanno gettando i casertani? In pratica, è come se in questi mesi si fosse aggiunta un’altra città al conteggio della frazione umida del capoluogo. E tutto, ovviamente, “nelle more dell’espletamento di una gara“, senza un bando, con una concorrenza invisibile e una proroga inspiegabile che è costruita su un dubbio: se l’impianto di Pastorano della Gesia non funziona e la Sorgeko lo stesso impianto di Pastorano, che ci fa ancora qui? A questa perplessità, oggi, ne aggiungiamo altre: perché in 8 mesi i casertani pagano quasi il doppio, con tre ditte che si dividono il servizio? Da cosa sono motivati questi 99 mila euro?