CASERTA Le ordinanze coprifuoco di Praia a Mare e Casal di Principe per i minori…servono o non servono?
1 Settembre 2025 - 18:55

Caserta (pm) – La simil–ordinanza del 28 agosto del sindaco di Casal di Principe per tenere a casa i ragazzi al disotto dei 14 anni nelle ore notturne (dalle 24 alle 06), che molto sta facendo discutere anche a vuoto, diciamo che non ha propriamente il carattere della originalità o della primogenitura se volete (vedi qui il nostro articolo in proposito). Ha avuto un antecedente in quella del 25 luglio, maggiormente ortodossa a nostro giudizio, del sindaco di Praia a Mare in provincia di Cosenza.
Intanto spieghiamo perché l’abbiamo definita simil–ordinanza e non ordinanza. Perché, in realtà, il provvedimento adottato dal primo cittadino casalese non ne ha gli elementi tipicizzanti.
Lo stesso sindaco non ordina, ma INVITA i genitori, tutori o altro responsabile ad evitare che il minore esca da solo in tale fascia oraria. E, di più ancora, non commina nessuna sanzione. Dunque spera nell’adesione spontanea alla disposizione. Come dire, campa cavallo. Nelle stesse interviste, egli confida nell’opera di convincimento delle famiglie e nel senso di responsabilità dei ragazzi stessi, i quali per definizione, perché tali, non lo possono avere. Qualche commentatore ha parlato di incostituzionalità dell’atto. E siamo d’accordo, ma non per la ragione che si è presunta. Una libertà fondamentale, come quella di movimento che qui viene innanzitutto in gioco, non può essere limitata con un puro e semplice provvedimento amministrativo comunale, essendo necessaria una norma di legge statale presupposta. E’ vero che oramai, con il regionalismo imperversante, ogni comune si considera una repubblica, ma fino ad un certo punto. Invece è stato tirato in ballo un presunto diritto al gioco ed al tempo libero dei minori. Che in realtà esiste disciplinato da varie norme anche internazionali come la convenzione ONU sui diritti del fanciullo del 1989. Ma non è il caso nostro. Perché qui si tratta di ammettere che ragazzi adolescenti possano tirare tardi e fare baldoria come gli pare, come nella realtà vera avviene. Perché, è certo che i giovani presi da soli sono dei pezzi di pane, ma quando sono assieme in un clima euforico sono capaci di tutto, senza peraltro rendersene conto. E questa sarà anche antropologia spicciola, ma è quello che realmente accade. E’ un caso che a Caserta come nei maggiori centri della provincia non passa fine settimana senza risse e schiamazzi, con le pubbliche autorità incapaci di contenerli?
Più pragmaticamente, il sindaco di Praia a Mare, Antonino De Lorenzo, a parte il fatto di aver fatto partire l’obbligo di rincasare dalla mezzanotte e mezzo e di aver fissato la validità della misura fino al 30 settembre, ha comminato le sanzioni del caso ai sensi dell’articolo 7 bis del TUEL, così determinate: multa di 100 euro per il minore trovato in violazione dell’ordinanza, 250 euro per chi ne ha la sorveglianza, con ipotesi di recidiva e segnalazione alle autorità minorili ed ai servizi sociali. Peccato che a Casal di Principe, copiando in buona parte l’ordinanza calabrese, in vaste parti letteralmente, abbia omesso questa parte punitiva fondamentale. E sappiamo quanto questo termine – punitiva – farà rizzare i capelli al perbenista collettivo. Ma è questa – è da credere – la ragione per la quale siamo arrivati a questo punto estremo di anarchia sociale. Di questi fatti si interrogava in un articolo il sociologo Luca Ricolfi, vera autorità delle condotte e della statistica sociali, a proposito dell’aumento della violenza e della devianza minorile he si registra da tempo. La risposta è stata che nessuno lo sa con fondamento scientifico. Ma una cosa è certa. Le nuove generazioni andrebbero educate anche con qualche scappellotto in più, che non hanno mai fatto male a nessuno.
Concludiamo con la stessa osservazione che abbiamo fatta con il primo articolo su questa vicenda. Di là dal risultato che otterranno queste misure, i due sindaci hanno avuto il merito di porre una questione ormai ineludibile. E’ tempo che la politica, liberandosi dalla pania populista in cui è rimasta imprigionata, rimetta mano all’intera materia, compresa la malamovida. Con equilibrio, certamente, ma con fermezza ed efficacia e nell’interesse collettivo, perché la macchina degli indispensabili controlli non giri a vuoto come oggi accade.