CASERTA. L’inevitabile sciopero dei dipendenti Eco.Car. alla fine è stato annullato

22 Febbraio 2019 - 16:30

CASERTA – Avevamo dato notizia ieri dello sciopero dei dipendenti Eco.Car., annunciato dalle sigle sindacali. Nel nostro articolo di ieri, criticavamo uno dei motivi che aveva fatto scaturire la richiesta di sciopero: la carenza di personale. Se si pensa che oggi il comune paga per 180 dipendenti e che a lavoro ce ne sono molti di meno, considerando il fatto che per mesi e per anni sono risultati per mesi nell’elenco dei dipendenti persone che si trovavano in carcere e che per mesi hanno continuato a ricevere lo stipendio, questa motivazione non poteva essere credibile.

Stamattina si sono incontrati, nelle stanze di Palazzo Castropignano, i rappresentanti dei lavoratori iscritti ai vari sindacati con il dirigente comunale Franco Biondi per scongiurare lo stop al servizio della raccolta dei rifiuti nella città capoluogo. Dopo 3 ore di colloquio, finalmente, si è raggiunto un accordo, che accordo non è.

L’amministrazione di Caserta, tramite il proprio dirigente, ha dato notizia di della volontà di creare una società interna, quindi pubblica, per la gestione dei rifiuti (LEGGI QUI PER APPROFONDIRE LA QUESTIONE)

e, ovviamente, ha chiesto un ulteriore confronto tra i dipendenti, le sigle sindacali e il comune per trovare la soluzione ai problemi lamentati dai lavoratori.

I rappresentanti dei dipendenti hanno accettato di stoppare lo sciopero. Questa decisione sembra però cozzare con i motivi stessi che avevano portato gli Rsu a fermare i propri iscritti. Nel verbale d’incontro di martedì 19 con Francesco Deodati e Sirio Vallarelli di Eco.Car., si leggeva di una “difficile situazione quotidiana per i lavoratori, con alto rischio di infortuni“, oltre alla già citata “carenza di personale“.

Nell’incontro avuto al comune, nessun riferimento a una soluzione ai problemi lamentati dai lavoratori, se non la speranza dell’ennesimo incontro in Prefettura. E tanto è bastato per fermare le sigle sindacali dal portare avanti uno sciopero.