CASERTA. MACRICO. La Curia scopre le carte e apre agli investitori privati

25 Settembre 2023 - 18:04

La Fondazione Casa Fratelli Tutti rende pubblico il suo progetto.

CASERTA (pm) Venerdì, la Fondazione Casa Fratelli Tutti ha mostrato le carte di ciò che la curia casertana intende realmente fare dell’ex Macrico.

Qui, prima di vedere meglio, ci sia consentito un inciso. Come qualche lettore avrà notato, continuiamo a chiamare l’area con il nome di Macrico pur sapendo che lo si vorrà cambiare, perché non abbiamo paura delle parole, quanto delle intenzioni. Che si voglia ribattezzare l’area Campo Laudato Si’, secondo un’ispirazione religiosa ed irenistica, è più che legittimo. Meno legittimo, ci pare, è rimarcarne il mutamento da campo di Marte a campo di pace. Perché tradisce un pregiudizio antimilitarista che nella nostra democrazia  repubblicana non ha ragione di essere. Che si possa essere avversi agli eserciti è pienamente ammissibile, ma come si fa a non vedere che solo grazie al suo l’Ucraina non è finita sinora sotto il giogo del despota russo. E che il nostro apparato bellico ha bisogno di armamenti e mezzi militari per assolvere al suo compito di difesa del Paese e delle sue libertà – che questa contingenza storica dimostra più che mai che non essere date per sempre – dalle minacce esterne. A questa necessità ha risposto nel tempo il terreno.

Tornando al tema, va detto che la mole della documentazione anche tecnica resa pubblica dalla Fondazione Casa Fratelli Tutti è cospicua e complessa all’un tempo. E richiederà di essere approfondita per una sua valutazione meditata.

Tuttavia, dandole una scorsa, qualcosa si può già dire.

Intanto sulla “non lingua” o forse anche “antilingua” di calviniana memoria della sua redazione. Francamente – per limiti tutti nostri, ovviamente – davanti al termine collaboratorio, per intendere alcuni tipi di strutture da realizzare– ci siamo sentiti un poco come il buon selvaggio quando riceveva le perline di vetro dai conquistadores.

L’impressione, anche guardando i vari grafici e i cosiddetti rendering (le immagini, in basso) , è quella che, nonostante si dichiari di voler realizzare un parco verde, si sia pensato ad una sorta di circolo sociale e sportivo, ad un dopolavoro 4.0, in cui tutti hanno il proprio contentino per l’attenzione alla propria nicchia di interessi. Chissà se si lamenteranno gli animalisti perché non hanno trovato spazio per cani, gatti e cavalli o il club della pesca perché nel rivo previsto non si potranno prendere i pesci. I tennisti pare che al momento stiano a digiuno.

Molto più seriamente,  restano inevasi i quesiti non da poco che il Comitato Macrico Verde pone ancora oggi con il comunicato stampa che pubblichiamo. E noi stessi ci domandiamo se non vi sia un’intima contraddizione tra gli intendimenti espressi dalla curia di tendere all’ecologia integrale –  concetto questo, in vero, più intuitivo che spiegabile –  e costruire e ricostruire laddove si  potrebbe e dovrebbe ripristinare integralmente  la natura . E l’affermazione che abbiamo sentita, sui finanziamenti dell’opera, secondo cui “ci saranno anche grandi investitori privati“, non lascia affatto tranquilli. E non dobbiamo spiegare certo perché, a queste latitudini.

La questione che il sodalizio solleva è proprio quello della compatibilità della vera e propria cittadella che si vuol far sorgere nel Macrico con l’area naturale di verde incontaminato necessario alla città. Una delle tavole del masterplan  è costretto a mostrare come il verde a cui i progettisti hanno pure dovuto pensare è quello che residua dei fabbricati ed edifici dilaganti. Il documento ha un’autoevidenza che vale più di cento parole.

Prima di chiudere, una questione grave ed estremamente rilevante.

Alcune cronache hanno raccontato che il vescovo emerito, Padre Raffaele Nogaro, sarebbe accanto alla Fondazione in questo progetto.  Non è affatto così. All’opposto, ci risulta che il presule, che è nel cuore di ogni casertano dabbene, abbia reagito a questa assicurazione con le parole “Ribadisco il mio sogno: Macrico verde F2 dato alla città.

COMUNICATO STAMPA

La storia urbanistica di Caserta degli ultimi 70 anni è caratterizzata da una cementificazione selvaggia, che ha interessato prima il centro e poi i casali storici, sottraendo ai casertani storia, verde, servizi e qualità della vita. Il Comitato Macrico chiede da 22 anni la destinazione urbanistica F2 – verde pubblico, perché è l’unico modo per assicurare l’inedificabilità dell’area, perché diventi il parco pubblico che tutte le città degne di questo nome posseggono e l’unica protezione per probabili manomissioni, anche future. Dallo studio di prefattibilità presentato dalla Fondazione, sembrerebbe che i casertani abbiano raggiunto l’obiettivo di avere un vero parco, con tanto verde e il solo recupero del costruito esistente. Quindi, il sogno dei cittadini che potrebbe diventare realtà! Purtroppo, alla domanda sulla destinazione urbanistica i progettisti rispondono che non sarà F2. Non si riesce, però, a conoscere nemmeno l’indice di edificabilità previsto e nemmeno quanti saranno i metri cubi degli edifici nuovi costruiti.

La vera anomalia della vicenda sta tutta qui: la Fondazione propone il “sogno” progettuale senza avere il vincolo di una norma da rispettare, senza che l’Amministrazione Comunale abbia deliberato la destinazione dell’area e quanto in essa si potrà costruire.Si afferma che ora inizia il percorso che coinvolgerà nella progettazione la cittadinanza: ma i cittadini non si sono espressi in questi 22 anni? Perché ricominciare sempre da zero quando la volontà dei cittadini per un parco verde, pubblico e inedificabile è stata ribadita con forza e più volte? E quali forze sociali ed economiche avranno più peso e più voce in capitolo?

Il costo preventivato del progetto è di 180 milioni di euro e sono previsti finanziamenti privati: quali ricavi ne otterrebbero i finanziatori? Quali funzioni saranno previste per i privati in un parco che dovrebbe essere verde e pubblico? Che ruolo reciterà l’Amministrazione Comunale?Non è più il tempo di giocare sulle ambiguità. Chiediamo all’Amministrazione Comunale destinazione urbanistica, indici di edificabilità, volumi del costruito e funzioni ammesse. Il resto sono chiacchiere e fumo negli occhi. Anzi: come tutti i privati proprietari, la Fondazione Casa Fratelli Tutti pretenda la destinazione urbanistica dell’area e ci dica, se vuole essere credibile, i metri cubi di cemento complessivi che prevede nel suo progetto e la loro destinazione.

Caserta, 22 settembre 2023                                                           Il Comitato MaCRiCo Verde