CASERTA. Ops, all’improvviso la famiglia Gazzillo sgomberata dal Pinto. E’ lì da tempo e Marino se n’era sempre infischiato
17 Settembre 2019 - 19:11

CASERTA (g.g.) – Nella giornata di ieri il comune di Caserta ha dato notizia dell’intimazione formale, notificata a Benito Gazzillo, a lasciare immediatamente i locali interni allo stadio Pinto che occupa insieme ad altri componenti del suo nucleo familiare, senza titolo e quindi abusivamente.
Il provvedimento è frutto di un accertamento realizzato lo scorso 9 agosto. E fin qui, niente di che la notizia, che in un posto normale si esaurirebbe.
Ma Caserta non è un posto normale ed è pienamente legittimo dubitare che l’esistenza di uno status di abusivo non sia stato l’unico motivo per il quale Gazzillo è stato perentoriamente invitato a sgomberare quei locali.
Questa non è una certezza ma, ripetiamo, un legittimo sospetto, fondato su una gestione della res
Un primo riscontro da fare è il seguente: da quanto tempo i Gazzillo abitano in quei locali? Da giugno scorso? Da luglio? Da aprile? Se è così, la data del 9 agosto è congrua come atto amministrativo credibile e formato nella ragione di combattere ed eliminare un abuso. Ma se i Gazzillo, come a noi risulta, stanno lì da anni, allora quella del 9 agosto è una data sospetta. Nel senso che l’hanno fatta il 9 agosto non certo per amore della legalità, visto e considerato che se i Gazzillo stanno lì da anni, della circostanza erano informate anche le pietre e dunque tutti i capimazza del’ufficio Tecnico del comune di Caserta.
In questo periodo si parla molto del bando della gestione dello stadio Pinto e tutti danno per scontato (chissà perché) che sarà aggiudicato alla Casertana Calcio. Rammentiamo, giusto per fare il nostro dovere rispetto ad una classe politica e amministrativa che da 20 anni lavora con la turbativa d’asta incorporata , le gare le vince chi fa l’offerta migliore e più conveniente per i cittadini e del popolo. Perché lo stadio Pinto non è di proprietà del signor Carlo Marino, del signor Franco Biondi, del signor Giuseppe D’Agostino patron della Casertana. E anche i tifosi del nobile vessillo rossoblu ne sono proprietari in quota parte, perché tra i 40 mila cittadini-contribuenti della città, a loro volta comproprietari come lo sono i tifosi residenti a Caserta dello stadio Pinto, hanno il diritto di ragionare in termini strettamente legale; hanno il diritto di veder utilizzato lo stadio anche se si decide di darlo in gestione, finalizzando le procedure alla tutela degli interessi economici della città di Caserta, di tutti i cittadini, dei tifosi-cittadini, ma anche di quelli che tifosi non sono e del calcio se ne fregano. O dobbiamo dire che questi non sono cittadini di caserta?
Non sappiamo se esista una relazione lo sgombero dei Gazzillo e questa gara d’appalto. Ci esercitiamo ad ipotizzare questo ed anche altro solo perché riteniamo di aver dimostrato più volte che negli ultimi 20 anni e dunque anche oggi, soprattutto oggi, con questo sindaco e questa amministrazione, ogni atto del comune risponde a logiche distanti anni luce dall’unica missione che la legge attribuisce ai titolari di cariche elettive e ai componenti delle burocrazie amministrative che hanno giurato fedeltà allo Stato e alle leggi. Interesse pubblico. In pratica un grande sconosciuta della cultura casertana.