CASERTA. Revisori dei conti, fate i seri: il vostro primo parere sui residui è schizofrenia da Tso

4 Dicembre 2019 - 21:19

Caserta (gg)- Poche righe, perché a quest’ora mettersi a parlare dei conti del comune di Caserta significa votarsi al suicidio editoriale, Però noi abbiamo degli impegni con la nostra coscienza, e se questo popolo di caproni dei casertani, prova indifferenza per argomenti che incidono sulla propria vita sulla propria vita quotidiana ma incideranno soprattutto su quella dei loro figli, non ci possiamo fare nulla, e almeno la nostra coscienza va salvata.

Allora, dopo la terza modifica dei bilanci comunali realizzata in una delle ultime sedute di giunta, il collegio dei revisori ha cominciato ad esaminare i documenti e ad emettere i primi pareri.

Se il buongiorno si vede dal mattino, altro che buongiorno. Tagliamo corto, perché poi ritorneremo con l’argomento con più calma. Il percorso è iniziato con il parere fornito sul cosiddetto “accertamento dei residui”, che detta così non dice un benemerito cavolo al 99% del genere umano. I residui, invece, sono una parola criminogena, perché per decenni è stato consentito ai comuni di truccare i propri bilanci travestendo da residui attivi importi di denaro che il comune, mai e poi mai, avrebbe potuto incassare realmente. Alla luce di queste nefandezze è diventato obbligatorio un parere specifico dell’organo di controllo. Perché in pratica si scorpora una parte del bilancio e se ne certifica la legalità, la legittimità.

Obiettivo quello di evitare che i conti nei comuni non vengano calcati, per evitare che i debiti vengano nascosti, per evitare, in sostanza, che fra tre o quattro anni si arrivi ad un nuovo dissesto.

Abbiamo dato una prima occhiata al parere. direttamente siamo stati tentati di chiedere un TSO, cioè un trattamento sanitario obbligatorio, per i componenti del collegio dei revisori. Ma siccome sul TSO sono i sindaci a esprimere la potestà di massima autorità sanitaria del comune che amministrano, lasciamo perdere perché i motivi del TSO sono i motivi che giovano agli interessi del primo cittadino, Carlo Marino.

Senza entrare nel merito, sottolineiamo solamente le conclusioni contenute nel documento del revisore: parere favorevole a condizione che venga rideterminato l’accertamento dei residui.

Dunque, l’unica cosa per la quale i revisori sono chiamati a esprimere il proprio giudizio è, per dirla alla Gino Bartali, “tutta da rifare”, però il parere è favorevole.

Come dire, quel tavolo è evidentemente bianco, ma noi diciamo che è nero. Oppure è chiaro che uno più uno faccia due, ma noi diciamo che uno più uno fa tre, con la raccomandazione però di rifare l’addizione.

Ripetiamo, l’accertamento dei residui non è un pezzo del lavoro dei revisori, relativamente a questo parere. E’ l’unica cosa che l’organo di controllo esamina. Sarebbe stato molto meglio inventarsi delle ragioni, pur errate, destinate ad essere sicuramente impallinate dalla Corte dei Conti, dando il parere favorevole senza riserve e senza chiose, che questa roba onestamente sconcertante venga fuori oggi.

La speranza è che quando si farà definitivamente sul serio, quando il Collegio dovrà esprimere il proprio parere sul bilancio, anzi sui bilanci, si comporti con serietà e coerenza, evitando la scena patetica di chi tira la mano.

Il presidente del collegio si chiama Giuseppe Fattopace, che è stato sindaco di Capodrise. Non disunimmo la sua competenza, ma dipendesse da noi, quello che ha fatto il sindaco e, dunque, la politica in questa provincia, in cui chi fa politica dovrebbe essere controllato a vista, stabiliremmo un divieto tassativo che impedisca a chi ha svolto funzioni di Governo, di svolgere funzioni di controllo.

E diciamo con chiarezza ad una persona, e cioè Fattopace, che fondamentalmente stimiamo, ma che muovendosi così come si è mosso per erogare, lui e i suoi colleghi, questo parere, sputtana se stesso e la funzione istituzionale che dovrebbe essere il rassicurante contrappeso affinché la politica non abusi del suo ruolo a danno dei cittadini.

Campa cavallo…