CASERTA. Siamo alle solite: ombre sinistre sulla gara d’appalto da 400 mila euro per la villetta di San Clemente. Marino non paga le rate al suo amico don Antonello Giannotti e la ditta di Noviello ha fatto “i pacchi di Amadeus”

2 Aprile 2024 - 10:30

Un comune che riceve mezzo milione di euro di finanziamenti per dei lavori su un terreno da espropriare. Un esproprio che non ha visto ancora uscire un euro a favore dell’Istituto diocesano di sostentamento del clero, guidato a Caserta da don Giannotti. E la gara vinta con 500 euro di differenza

CASERTA – Inizia a prendere i contorni di un cantiere maledetto quello dell’ex campo sportivo situato nella frazione di San Clemente di Caserta.

Il comune di Caserta riuscì a ricevere il finanziamento di Fondi europei di sviluppo regionale, quelli che hanno fatto litigare Giorgia Meloni e Vincenzo De Luca, per capirci, nel 2019, con l’obbligo che i lavori venissero completati entro la fine del 2023.

Un po’ i tempi tecnici del comune, un po’ il covid, la gara è stata poi aggiudicata solo nel luglio del 2021 e a vincerla fu la Cogienne, società con sede a via G.M. Bosco, guidata dall’imprenditore dell’agro Aversano, trapiantato a Caserta, Domenico Noviello.

La maledizione, in questo caso, parte dalla genesi. E ci perdoneranno per la terminologia coloro che erano proprietari del terreno su cui sarebbe dovuto sorgere il playground di San Clemente: l’Istituto Diocesano del Sostentamento del Clero, a Caserta guidato da don Antonello Giannotti, infatti, aveva tra i suoi possedimento questo lotto.

E qui già è spettacolare dover raccontare di un comune che prende una somma di oltre mezzo milione di euro per finanziari lavori su in terreno non suo. Alla fine, anche per evitare di buttare all’aria i “soldi dell’Europa”, è stata intrapresa la strada dell’esproprio di cui, nel frattempo, pare non sia stata pagata neanche la prima rata.

Tutto risolto, quindi. Non proprio. Scriviamo così perché la Cogienne, dopo aver iniziato i lavori negli ultimi mesi del 2021, ha stoppato il cantiere dopo soli pochi giorni.

I motivi sarebbero da rintracciarsi nell’improvviso aumenti dei prezzi e nella impossibilità di reperire il materiale per continuare a lavorare nel cantiere. Un problema di soldi, sostanzialmente.

Da quel momento, parliamo della fine del 2021, più un lavoratore, più una macchina si sono mossi nel cantiere di San Clemente e così è arrivato il 31 dicembre 2023, ovvero la data limite per la consegna dei lavori, evidentemente non terminati.

Il comune di Caserta ha quindi penso il finanziamento europeo, alla stregua di quello che è avvenuto con il biodigestore di Ponteselice.

Carlo Marino e il responsabile dell’ufficio tecnico, Franco Biondi, avrebbero provato a venire incontro alle difficoltà di Noviello. L’amministrazione, infatti, riscontrando alcuni non meglio precisati errori del progetto di gara, avrebbe promesso di occuparsi di alcune opere, togliendo, quindi, una spesa alla Cogienne. Tra queste, ad esempio, ci sarebbero stati i lavori all’illuminazione, che quindi sarebbero finiti in capo al comune.

Ma da Noviello non è giunta risposta positiva e il cantiere, fermo ma tecnicamente aperto, è rimasto lo scheletro di quello che sarebbe dovuto diventare.

Tra l’amministrazione comunale di Caserta e la Cogienne, inoltre, ballerebbero ancora 21 mila euro, ovvero la somma stabilita da un consulente tecnico del tribunale relativa a quei giorni di lavoro, quei pochi giorni di cantiere attivo che la società chiede legittimamente di farsi pagare.

Ancora i soldi, quindi, al centro di questa disputa.

L’impressione che ci siamo fatti è che Noviello non abbia avuto la caparbietà di portare avanti questi lavori, in considerazione dei costi da affrontare. L’impressione è che sia sia sviluppato un eccesso di agonismo, una sfida stile pacchi di Amadeus, stile Affari Tuoi, dove, pur non sapendo l’offerta di Zagaria, Noviello, storicamente amico di Angelo Polverino, ex consigliere regionale della Campania, e di Mimmo Guida, consigliere comunale uscente, sostituito a palazzo Castropignano dal figlio Francesco, abbia voluto presentare un’offerta imbattibile, dovendo però raffrontarsi con una realtà impossibile da sostenere.

Ma, per capirci di più su quella gara, inevitabilmente, dobbiamo tornare indietro al luglio del 2021, ovvero ai verbali per l’aggiudicazione del playground di San Clemente.

Esattamente, dobbiamo tornare indietro al 30 giugno 2021 quando il responsabile unico della gara, ovviamente il dirigente Franco Biondi, coadiuvato dalla figura di “supporto al rup”, l’ingegnere Piero Cappello, specialista di gare e simili, recentemente indagato per aver truccato procedure d’appalto al comune di Calvi Risorta a favore di Raffaele Pezzella, ritenuto imprenditore di camorra dalla DDA di Napoli, dicevamo, Biondi, supportato dal “supporto”, aggiudicano i lavori alla Cogienne.

La sfida tra le cinque imprese invitate tramite lo strumento del Mepa, ormai divenuto non più credibile in termini di trasparenza, si decide con un avvincente testa a testa tra la Cogienne e la Zeta Costruzioni di Edoardo Zagaria, papà di quella Raffaella Zagaria, candidata alle regionali 2020 con Italia Viva, ex vicepresidente dell’amministrazione provinciale e recentemente assunta proprio dall’ente guidata da Giorgio Magliocca come avvocata.

Una sfida avvincente, dicevamo, che ha visto un appalto da 394 mila euro essere aggiudicato con una differenza tra l’offerta vincente, quella di Cogienne, e quella seconda in classifica, quella di Zagaria, di soli 500 euro.

Noviello potrebbe essere definito come molto fortunato, visto che è riuscito, grazie a quella che pare una visione mistica, a sentire dentro di sè di dover togliere 500 e 1 euro dall’offerta economica in busta. E parliamo di sensazione perché, ovviamente, Noviello non poteva sapere cosa c’era nella busta di Zagaria senza compiere un reato

Una caso limite che mostra come, a volte, c’è bisogno di una mano dall’alto, ultraterrena, per aggiudicarsi le gare a Caserta.

Ma, forse, sia Zagaria, sia Noviello, erano stati troppo ottimisti, presentando circa 130 mila euro di ribasso, il 29% dell’importo complessivo.

Una fortuna che, quindi, si è trasformata in una maledizione per la società di Noviello, in considerazione del destino nefasto del cantiere di San Clemente e delle difficoltà riscontrate dalla Cogienne che, infatti, non ha lavorato quasi mai al progetto.

Numeri poco chiari, così come poco chiara è stata la gestione del cantiere da parte del comune di Caserta, che mai si è mosso inspiegabilmente per attivare la procedura di revoca dell’appalto per inadempienze, arrivando addirittura a perdere un finanziamento europeo da mezzo milione di euro.