CASERTA. “Signorsì signora!” Carlo Marino a disposizione della Publiservizi. Confermata la gabella di quasi 9 euro delle spese di notifica

6 Maggio 2019 - 19:05

CASERTA (g.g.)Francesco Picozzi non è un mito e neppure una più prosaica leggenda, come potrebbe apparire qual’ora raccontassimo la sua storia a persone che nono conoscono la città di Caserta. Francesco Picozzi, invece, è relata, emblematica di come funzionino le cose qui da noi. Quanti articoli abbiamo scritto sullo status anomalo della Publiservizi, grande società che ricava il 100% del suo reddito dagli appalti pubblici, cioè dal rapporto con la politica? Centinaia e centinaia.

Quando abbiamo incrociato la storia del Picozzi, abbiamo impiegato mezza giornata per credere veramente, dopo averlo verificato nel dettaglio, a quello che c’era stato segnalato. Picozzi è stato per anni funzionario dell’ufficio Finanze e Bilancio del comune di Caserta, ha vissuto in simbiosi con la Publiservizi perché, sulla carta, ne è stato interlocutore e controparte, il rappresentante di tutti i cittadini di fronte al concessionario di pubblici servizi profumatamente remunerati.

Nel mezzo del cammino della sua vita, Francesco Picozzi ha lasciato il comune di caserta ed è diventato dirigente facente funzioni del settore Finanze del comune di San Prisco. Questo è successo all’avvento più o meno contestualmente, della stessa Publiservizi come titolare di pubblica concessione, da titolare, esattore di tasse e tributi nel comune ai piedi del monte Tifata.

Vabbè, dicemmo in quella mezza giornata di inquietante incertezza: “Sarà stata una coincidenza”.

Lavorando alle verifiche apprendemmo, però, che il figliolo di Francesco Picozzi, mentre il padre era il contraltare, controllore, la controparte di Publiservizi, stava lavorando alle dipendenze di questa azienda, come messo notificatore delle cartelle esattoriali. Ciò rese meno coincidenza, la coincidenza di San Prisco di cui eravamo stati edotti. Allargammo le braccia, tirammo fuori la carta d’identità e, per l’ennesima volta, dicemmo a noi stessi che non avevamo più l’età per andar via da questo letamaio. Era successo tutto ciò e nessuno lo smentì.

Mi ritorni in mente: una vicenda degli ultimi giorni ha ravviato il ricordo di questa bella famiglia riunita sotto l’ala munifica della Publiservizi, niente di che, solo la riproposizione di ciò che noi riteniamo un privilegio che quest’amministrazione comunale, come chi l’ha preceduta, garantisce all’azienda di Nino Natale e di sua figlia che per ogni atto notificato beccano 8,65€, di cui 1, max 1,50 euro finiscono nelle tasche del giovanotto che notifica, sperando che, un giorno, possa entrare nel girone degli eletti, di quelli assunti a tempo determinato, o addirittura indeterminato, e che però devono appartenere alla famiglia di un politica, o alla scuderia di un sindaco, assessore, o consigliere comunale, come la lettura degli organigrammi aziendali dimostra in maniera inconfutabile.

Dunque, il comune di Caserta ha follemente prodotto una falsa riduzione di 10 euro annue sulla tariffa Tarsu. Ce ne siamo occupati, analizzato, commentato, vivisezionato tecnicamente il provvedimento. Sarebbe stato molto più semplice, invece, non applicare le spese di notifica facendo, nel primo periodo di governo, l’amministrazione Del Gaudio, salvo poi, una volta epurato l’outsider Nello Spirito, ripristinare questo spreco inaccettabile, questo privilegio medievale, questa gabella ad uso e consumo del concessionario privato.

Si dirà, e sicuramente quelli di Publiservizi che conosciamo come le nostre tasche: “La notifica certa della cartella certifica l’eventuale mancato pagamento, consentendo l’avvio di una procedura sanzionatoria e di recupero forzoso”. E d’accordo, diciamo che con il metodo ordinario a costo zero, non si la certezza che tutti abbiano visto, ricevuto la cartella. Ma siccome, statisticamente, un 50/55% dei casertani paga volontariamente il dovuto, a prescindere dalla modalità con cui gli sono stati notificati gli atti e il bollettino, allora per quale motivo non si attua una notifica più ficcante e che costi meno dei 9 euro, una volta definita la platea degli evasori e dei non pagatori? Per quale motivo si ricorre ad una notifica omnibus che determinerà come prodotto aritmetico un super incasso a favore della Publiservizi e pagato dai cittadini di Caserta frutto del moltiplicando rappresentato dai quasi 9 euro e da un moltiplicatore (perché qui si consuma la vergogna) costituito da tutta la platea dei contribuenti, anche da quel 50/55% che paga a prescindere dal modo di notifica della cartella.

Semmai, nei prossimi giorni faremo 4 conti e vi diremo la cifra che il comune di Caserta regala alla Publiservizi, facendola pagare (naturalmente) al popolo bue che dovrebbe ribellarsi a tutto ciò e che invece, sempre più appecoronato, accetta tutto, coltivando il sogno che un proprio figlio sarà sistemato dal sindaco, consigliere o assessore di turno alla Publiservizi, vera dominatrice politica in questa città e capace come nessuno d’interpretare tutti quei comportamenti in grado di mettere a propria disposizione i servigi dei sindaci, ultimo Cralo Marino, come tutti gli altri, totalmente a disposizione dei Natale.

Domani partiremo dal signor Eugenio Piscino, attraverso il quale, dopo che la rivelazione di CasertaCe.net bloccò la sua assunzione più di un anno fa, si avvia ad entrare nei ranghi dell’ufficio Finanze trasformando questo in una sorta di succursale di San Prisco, perché il metodo è esattamente lo stesso di quello utilizzato con mister Francesco Picozzi