“C’è un giudice a Berlino…”, c’è un dirigente a PIEDIMONTE: annullata la gara dei rifiuti vinta, tra le ruberie, dalla Termotetti nel 2013

21 Marzo 2019 - 17:40

PIEDIMONTE MATESE(g.g.) L’avevamo sospettato. Conoscendolo bene e conoscendo la cifra della sua preparazione tecnico-amministrativa avevamo ritenuto più che probabile che Vincenzo Menditto, per gli amici Ino, da qualche settimana dirigente a tempo determinato del settore ambiente e rifiuti, avrebbe tirato fuori un atto amministrativo anti ciclico, cioè diverso da quelli usuali che commentiamo abitualmente e che, quando va bene, fanno scendere il latte alle ginocchia, mentre negli altri casi, dunque quasi sempre, se impugnassimo le manette, ci verrebbe la voglia di partire a palla di cannone per utilizzarle pochi minuti dopo la lettura.

Le 12 pagine della determina firmata da Menditto rappresentano, invece, una significativa novità per il territorio della provincia di Caserta. Altrove, rappresenterebbero il giusto effetto del lavoro di un dirigente della pubblica amministrazione. Ma da queste parti, in luoghi in cui dirigente o funzionario del comune è diventato, praticamente, chiunque, con un vero plotone di semi analfabeti in servizio e che ti guardano pure dall’alto in basso, diventa quasi una perla da conservare in uno scrigno.

12 pagine che conducono all’emissione di una decisione senza precedenti: c’è un comune della provincia di Caserta, quello di Piedimonte Matese, che annulla in autotutela una gara d’appalto da quasi 9

milioni di euro per la gestione quinquennale della raccolta dei rifiuti solidi urbani, di quella porta a porta eccetera.

Si dirà: “Santa Chiara, dopo rubata, mise le porte di ferro“. Quella gara ha già prodotto tutti i suoi effetti di ogni genere. Aggiudicata alla Termotetti della famiglia Imperadore in maniera a dir poco acrobatica, è finita nel calderone della nota indagine della procura della repubblica di Santa Maria Capua Vetere che ha condotto all’arresto di Gino Imperadore, dominus della Termotetti, ma anche di politici e di dirigenti di vari comuni tra i quali spiccò sicuramente il nome dell’allora sindaco Enzo Cappello.

Ma l’atto clamoroso della revoca di quella gara non ha solamente un significato simbolico, non attesta solo che esistono dirigenti preparati, consapevoli, con piena ragione, di esserlo e che quindi non hanno alcun timore nel mettersi in gioco, andando alla radice del problema ed estirpandola. Il valore di questo provvedimento non è solo colmo di significati emblematici, ma è anche concreto perchè mette fine ad un vergognoso tran tran attraverso il quale le complessità farraginose, incomprensibili, paralizzanti di una legislazione e di una prassi amministrative che Bisanzio, al confronto, era un luogo di autentica deregulation liberale, hanno consentito che ancora oggi, giorno 21 marzo 2019, la Termotetti, sotto le mentite spoglie della Nova Ecology, eserciti il servizio grazie ad una proroga, peraltro mai realmente formalizzata, del contratto frutto proprio di quella gara d’appalto che Ino Menditto ha annullato.

Se qualcuno dei nostri lettori facesse un fioretto e accettasse di sacrificare mezz’ora del suo tempo per leggere con calma e attenzione le 12 pagine firmate dall’ingegnere Menditto che a Piedimonte si reca due volte a settimana e divide questa carica con quella di funzionario del settore-sicurezza dell’asl di Caserta, capirebbe molto di come abbiano funzionato e di come funziona ancora il sistema. Un sistema in cui la monnezza, anche quella appartenente alla frazione umida, cioè la più puzzolente, non è, però, mefitica al pari dei maneggi e delle nefandezze realizzate, in combutta, per anni e anni dalle imprese titolari che hanno partecipato e vinto alle gare d’appalto, dai politici e dai burocrati che, tra ignoranza e disonestà, si sono fatti eterodirigere, addomesticando sempre e comunque le procedure alle necessità degli imprenditori col portafoglio sempre pieno e generoso.

Per cui, ripetiamo, chi intende acquisire una conoscenza completa di tutto ciò che a Piedimonte è successo dal momento in cui la gara fu bandita, al momento in cui il neo dirigente Ino Menditto l’ha annullata, può accedere, attraverso il link che proponiamo sotto a questo articolo, a un documento preziosissimo e utile anche da conservare per chi ha bisogno di consultare nella veste di storico o di cronista, la cospicua massa di dati, spesso complicati e contorti, sviluppatisi in questi 6 anni vissuti tra follia e totale espressione di chiare attitudini criminali.

Per quanto riguarda, invece, l’elemento di sintesi, diciamo che Menditto citando con precisione e puntualità ogni struttura giuridica dei codici, delle leggi e dei testi unici delle stesse, arriva alle sue conclusioni. Lo fa, partendo da lontano, ricostruendo, pezzo per pezzo, tutta la trama dei fatti.

Termotetti, divenuta dal 31 agosto 2018, Nova Ecology, vinse la gara del 2013, utilizzando la Impresud di Francesco Iavazzi come azienda fornitrice, attraverso l’istituto dell’avvalimento, del requisito fondamentale, rappresentato dalla particolare specializzazione, funzionale alla identità del servizio da fornire a Piedimonte, prevista in una delle sezioni dell’albo nazionale dei Gestori Ambientali.

Siccome la Impresud dal 14 febbraio 2017 è definitivamente interdetta, dopo che il consiglio di stato ha respinto l’ultimo ricorso contro il provvedimento di esclusione dalla white list della Prefettura, ciò vuol dire che dal 14 febbraio 2017 ad oggi, cioè due anni, prima la Termotetti, poi la sua fotocopia Nova Ecology, hanno esercitato il servizio senza la copertura di un requisito fondamentale e assolutamente dirimente per l’aggiudicazione dell’appalto, che la Impresud non poteva più garantire.

Ecco perchè quando Menditto, nell’ultimissima parte del suo provvedimento, afferma di aver trasmesso lo stesso alla Corte dei Conti, all’Anac, ma anche alla Procura della Repubblica, dà ad intendere che in lui abitino dei dubbi seri sulla possibile commissione di altri reati diversi e originali rispetto a quelli contestati nell’inchiesta citata all’inizio di questo articolo.

Il dirigente prende il toro per le corna e fa diventare, tutto sommato, meno importante finanche il pronunciamento che dovrebbe arrivare proprio oggi, 21 marzo, del consiglio di Stato chiamato a sentenziare sul merito del ricorso, presentato dalla Prefettura di Caserta, sostenuta dall’avvocatura dello Stato, contro la sentenza del Tar della Campania che aveva annullato gli atti del comune di Piedimonte Matese susseguenti al mancato inserimento della Termotetti nella white list della prefettura di Caserta. Com’è noto (CLICCA QUI PER LEGGERE) il consiglio di Stato si è già espresso a favore del pieno ripristino di quelle decisioni della Prefettura di Caserta, nel momento in cui ha accolto la richiesta di sospensiva presentata dalla stessa avvocatura dello Stato e che ha vanificato, almeno nella fase esecutiva, fino al giudizio di merito che, ripetiamo, è in discussione proprio oggi, 21 marzo, il verdetto del Tar, favorevole a Termotetti-Nova Ecology.

Diventa meno importante perchè Menditto inserisce nel suo ragionamento tanti altri elementi che rappresentano una indiscutibile evidenza, fortemente sostenuta da leggi e nuove norme che vengono puntualmente citate sulla totale impossibilità che l’impresa degli Imperadore continui ad esercitare il servizio, nonostante il fatto che, dopo l’ennesima procedura farraginosa, sia stata formalizzata un’aggiudicazione all’impresa napoletana Balga srl, ha vinto la “garetta”. Un affidamento provvisorio che il dirigente Ino Menditto esorta, rivolgendosi direttamente al suo collega dei lavori pubblici, rup dell’appena citata garetta, a trasformare ad horas in aggiudicazione definitiva.

 

CLICCA QUI PER LEGGERE LA DETERMINA DEL COMUNE DI PIEDIMONTE