“Checco”, lo “Zio” e “Brizzolato”: così l’organizzazione ha inserito nel mercato nero quasi 4 milioni e mezzo di litri di alcol e liquori

12 Luglio 2019 - 13:33

CAPODRISE – La mente del gruppo sgominato stamattina nell’ambito dell’operazione denominata “Black Spirit”, eseguita dalla Guardia di Finanza che ha smantellato un traffico internazionale di alcol di contrabbando, è di Capodrise e si chiama Francesco Cervino, detto “Checco”, classe 1973. Questi era stato già oggetto di una precedente indagine e, per questo motivo, aveva avviato un’altra attività con base operativa a Recale. Qui gli sono stati sequestrati 160mila euro in contanti, più altri 40mila euro finiti sotto sigillo e in mano ai corrieri. Totale, 200mila euro.

Cervino possedeva un deposito di merce a Portico che ha poi spostato a Caivano, una volta capito di essere indagato.

Poi ci sono gli altri arrestati con i loro diversi ruoli. Partiamo da Michele Galotta, detto “Zio”, di Quadrelle (Avellino), finito in carcere perchè considerato anche ideatore dei sistemi di frode, insieme al Cervino.

Ancora, Antonio Barberio detto “brizzolato”, di Giugliano in Campania, che oltre ad essere un partecipe dell’associazione, risulta anche essere intermediario con i clienti finali per la distribuzione dell’alcol in nero. Anche egli è finito in carcere. Stessa sorte per Marco Verrengia, di Orbetello, Vittorio Saleri, di Gussago (Brescia) considerati, tra le altre cose, anche esecutori materiali dei reati. Riccardo Saleri sempre di Gussago (Brescia), è finito dietro le sbarre in quanto gestore di un deposito fiscale coinvolto nella frode.

Un altro particolare, il funzionario “infedele” della dogana di Trieste è residente in quella città e si chiama Daniele Di Blasi, del 1969. Secondo l’accusa ha attestato falsamente il transito di prodotto alcolico destinato, sulla carta, all’esportazione. Insieme a lui sono finiti in carcere anche Pietro Morello di Bassano del Grappa, Emanuele Morbiato di Piazzola sul Brenta (Padova) per aver svolto il ruolo di intermediari con il citato Di Blasi.

In carcere anche uno dei prestanome del capodrisano Cervino, Pasquale Lupoli, di Frattamaggiore, mentre per gli altri due suoi prestanome Giuseppe Caprio di Capodrise e Marco Piscopo di Giugliano, sono stati disposti i domiciliari.

Per quanto riguarda Paola Baldissara, moglie di Francesco Cervino, sono stati disposti gli arresti domiciliari. Stessa sorte per Ciro D’Albenzio di Volla considerato non solo partecipe dell’organizzazione ma anche prestanome di Michele Galotta, così come Gianluca Di Napoli di Portici ed Ivan Siciliano di Mariglianella (Napoli). Per quest’ultimo è stato disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Obbligo di presentazione alla pg anche per l’altro prestanome di Michele Galotta, Ciro Mazzone di Volla.

Domiciliari per Pasquale Galotta, fratello di Michele Galotta e corriere per il trasporto di denaro contante utilizzato per le forniture di alcol di contrabbando, così come per gli altri due corrieri Salvatore Giglio di Palermo e Gioacchino Sinatra di Altofonte (Palermo). Sebastiano Massa di Castellammare di Stabia, finito ai domiciliari perchè considerato prestanome di Michele Galotta, così come Enrico Mazzariello di Nola.