Clamorosa bocciatura per S. MARIA CAPUA VETERE che non entra neppure nella rosa delle 10 località per la capitale italiana della cultura. Scartato il progetto fai da te della coppia Antonio Mirra-Anna Maria Ferriero
18 Gennaio 2025 - 12:52
ALL’INTERNO LE 10 LOCALITA’ SCELTE DAL MINISTERO DEI BENI CULTURALI. Ci sono due campane. Ma francamente se si eccettua Pompei e qualche trullo di Alberobello quella di Santa Maria Capua Vetere sembra essere una prodezza in negativo perché francamente con i monumenti e con il patrimonio archeologico che ha in dotazione, non entrare neppure nelle 10 ”finaliste” non può non essere addebitato a un peccato di presunzione di chi l’amministra
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SANTA MARIA CAPUA VETERE – (g.g.) Non una bellissima figura quella dell’amministrazione comunale di Santa Maria Capua Vetere che, dopo aver annunciato con squilli di tromba la partecipazione al concorso per la scelta della capitale italiana della cultura anno 2027, non è entrata neppure tra le 10 finaliste
Confessiamo di non essere molto informati sui contenuti del progetto presentato dal Comune governato dal sindaco Antonio Mirra per cui, magari, se riusciremo a prenderne visione dato che, tra ieri ed oggi, non siamo assolutamente riusciti a farlo, considerata la sua risibilità nel sito istituzionale del Comune, potremo essere più precisi ed esaurienti nel momento in cui metteremo a confronto il peso del progetto sammaritano con tutti i requisiti del bando di partecipazione.
I motivi dell’esclusione tombale di Santa Maria Capua Vetere non possono centro essere ascritti alla sua storia e alla dotazione di monumento e di vestigia di un’antichità fatta di splendori e di ruolo. Inutile parlare del patrimonio archeologico, dell’Anfiteatro, del Mitreo
Avendo letto l’elenco delle 10 località che si contenderanno una scelta di capitale italiana della cultura del 2027, nessuna possiede il pedigree della città dell’Anfiteatro, della vecchia Capua che rallentò, ancora oggi inspiegabilmente per la maggior parte degli storici, in maniera decisiva la marcia che sembrava inarrestabile e trionfale, di Annibale alla conquista di una Roma più volte sconfitta dal condottiero cartaginese nel campo di battaglia italiani.
Evidentemente, a far acqua da tutte le parti è stato il progetto. Una cosa sola sappiamo: mentre le altre località partecipanti si sono affidate a studi privati, ad imprese specializzate, Santa Maria Capua Vetere ha ritenuto di poter competere con una composizione progettuale in house, uscita direttamente dalla penna del sindaco Antonio Mirra e dall’assessore alla cultura Anna Maria Ferriero.
Probabilmente, dunque, si è trattato di un peccato di presunzione
Comunque le città prescelte dal segretariato generale del ministero dei beni culturali sono le seguenti: la pugliese Alberobello, la lucana Aliano, che punta a ribadire i fasti di Matera ossia del suo capoluogo di provincia che capitale della cultura è stata nel 2019 e ancora, Brindisi, dal cui porto si incammina l’Appia Antica.
Parte del leone la fa l’ormai lanciatissima Puglia visto che anche Gallipoli, terra del Salento, rimane in lizza
Poi si passa a La Spezia. Naturalmente, la campana Pompei, per ovvi motivi è una candidatura forte nonostante l’affaire Sangiuliano-Rosaria Boccia divenuta una pompeana quasi più celebre degli scavi. Si passa poi in Friuli con Pordenone. Subito dopo montagne russe per raggiungere la Magna Grecia di Reggio Calabria si torna in Campania a Sant’Andrea di Conza e poi ancora il Liguria con Savona
Argomento, dunque, in progress dato che cercheremo di realizzare quella che, in queste ultime 24 ore, è stata una mission impossibile ossia reperire, per valutarla, la copia del progetto presentata dal Comune di Santa Maria Capua Vetere.