CLAN DEI CASALESI. Nessuna proroga del 41 bis per Francesco Biondillo

11 Settembre 2023 - 16:37

Questa la novità per il 63enne condannato a due ergastoli e detenuto al carcere duro dal 1999 e da sei anni recluso nel carcere di Spoleto.

TRENTOLA DUECENTA- (gv) Non è stato prorogato il 41 bis al boss Francesco Biondino. Questa la novità per il 63enne condannato a due ergastoli e detenuto al carcere duro dal 1999 e da sei anni recluso nel carcere di Spoleto. Secondo quanto dichiarato dai suoi avvocati Pasquale Davide De Marco e Carmine D’Aniello non è da considerare più pericoloso quindi, da qualche giorno, è stato trasferito nell’ala normale del carcere umbro. Un grosso personaggio di spicco del clan dei Casalesi Biondino; nel 2005 gli morì il figlio Giovanni con un incidente stradale. La sua storia criminale è nota per i  due tentati omicidi per il controllo della “cagnotta”. Così sia chiama in dialetto modenese “la casa da gioco”. Un settore che ha fatto sempre “gola” ai Casalesi e  proprio per la divisione del pizzo sulle scommesse clandestine, il 24 maggio del ’91 in via Benedetto Marcello, nel centro della città modenese si ebbe una sparatoria tra il gruppo De Falco e quello di Sandokan. Nel corso della stessa rimasero feriti i due boss delle due fazioni contrapposte, Francesco Biondino e Vincenzo Maisto alias o’pazzo. E proprio su questa vicenda che si terrà il processo  in appello a Bologna sabato prossimo.

La
lite sulla barella

Prima di andare nei dettagli dei fatti rimane storica, almeno per gli infermieri dell’epoca che soccorsero i due boss, la lite tra Francesco Biondino e Vincenzo Maisto ( che verrà  ucciso in un altro agguato). I due acerrimi nemici rimasero gravemente feriti nell’agguato e vennero ricoverati all’ospedale di Modena. I medici non immaginando minimamente che si trattasse di due persone avversarie, rimasero stupiti, a bocca aperta, quando Biondino e Maisto nonostante fossero sanguinanti sulle barelle, litigavano e si minacciavano a vicenda in dialetto casalese.